Qui c’è una chiesa più pendente della torre di Pisa

Nella città fantasma di Ropoto, in Grecia, si trova una chiesa più pendente della torre di Pisa, in cui camminare è un'esperienza bizzarra ed esilarante

Pubblicato: 8 Novembre 2021 07:30Aggiornato: 24 luglio 2024 12:30

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Redazione

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Fino al 12 aprile del 2012, il paesino di Ropoto, situato vicino al Monte Olimpo in Grecia, era un piccolo villaggio di circa 300 famiglie famoso per la produzione e il commercio di mele. Ma da quel giorno in poi gli abitanti hanno iniziato ad abbandonare le proprie case e i negozi a causa di ripetute frane, che hanno distrutto varie abitazioni e impedito alle persone di svolgere attività quotidiane e lavorative. Oggi, arrivando in questo posto, la sensazione che si vive è quella di essere in un film di Tim Burton: aria spettrale, dovuta all’abbandono ed edifici talmente inclinati da sbalordire anche le persone meno impressionabili. Tra le costruzioni rimaste in piedi, resiste la chiesa di Ropoto, che è addirittura più pendente della torre di Pisa.

La pendenza della Chiesa di Ropoto

La torre di Pisa che ha iniziato a inclinarsi non appena sono iniziati i lavori di costruzione, raggiunge nel punto massimo di inclinazione i 4°. La Chiesa di Ropoto è arrivata a misurarne addirittura 17°.

Anche se l’entrata principale della chiesa è sprofondata di due metri in seguito agli smottamenti della terra, accedendovi si può constatare che incredibilmente non ci sono crepe all’interno e che il pavimento è intatto.

Camminare al suo interno è un’esperienza divertente e suggestiva: rimanere in piedi e attraversare le navate raggiungendo i due lati della chiesa può rivelarsi un gioco bizzarro.

Se state perciò progettando un viaggio in Grecia, vale la pena inserire nel proprio itinerario la città fantasma di Ropoto per andare a visitare e provare l’esperienza esilarante di camminare all’interno della chiesa di questo villaggio, prima che venga demolita insieme al resto delle case.

La storia della città fantasma di Ropoto

I primi segnali di allarme frane si ebbero già negli anni ’60, ma la situazione non sembrava così grave come in seguito si sarebbe dimostrata.

Oggi sono pochissime le persone che vivono nel paese, la maggior parte è andata via poiché la frana del 2012 ha distrutto scuole, esercizi commerciali, chiese, il municipio e 45 delle case che si trovavano in quest’area. Le autorità, dopo aver constatato la situazione, hanno deciso di non intervenire con la ricostruzione.

E la chiesa di Ropoto, il cui vero nome è Panagia Theotokos, è ancora lì come  punto di riferimento di un villaggio che ormai quasi non esiste più, eppure è ancora grande ed imponente, aggrappata alla montagna come se volesse resistere a tutto, a qualsiasi cosa le possa capitarle.

Il disastro ha reso il villaggio inabitabile e, poiché le frane non hanno mostrato segni di remissione, la maggior parte dei residenti ha dovuto abbandonarlo. Eppure, ci sono ancora alcune persone (poche, a dir la verità) che hanno deciso di restare vivendo in baracche e capanne che si sono costruite da sole.

La storia di questo villaggio, che non molto tempo fa contava quattro distillerie tradizionali e un mulino ad acqua, è diventata più nota nel 2016, quando uscì un documentario che ha attirato l’attenzione dei media internazionali, che hanno colto il dolore umano causato dalle frane.

Nonostante le sua triste storia, quindi, dal punto di vista turistico arrivare presso il villaggio di Ropoto in Grecia è come entrare in una dimensione opposta a quella ordinaria, in cui anche la semplice azione di camminare si rivela diversa dal solito.

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