La città più a Nord del mondo potrebbe sparire per sempre

Longyearbyen è l’insediamento urbano più settentrionale del mondo. Ed è a rischio

Pubblicato: 6 Marzo 2020 13:19Aggiornato: 23 novembre 2024 09:41

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle blogger

Una laurea in Storia dell’arte, un master in comunicazione e giornalismo e una vocazione per la scrittura, scova emozioni e le trasforma in storie.

Esistono dei luoghi al mondo di incredibile bellezza dove la natura, selvaggia e autentica, è assoluta protagonista. L’uomo qui ha scelto di convivere con tutto questo, cercando di alterare il meno possibile il paesaggio circondante. Ma il grido d’aiuto disperato del Pianeta che lentamente si sta esaurendo è arrivato anche Longyearbyen, la città più al nord del mondo.

Situata sulle isole Svalbard, nell’emisfero settentrionale del nostro pianeta, la città sta vivendo il più grande dramma degli ultimi tempi: una trasformazione irreversibile causata dagli ingenti cambiamenti climatici.

Isole Svalbard in pericolo: i danni del cambiamento climatico

Queste isole sono caratterizzate dal ghiaccio che ricopre per il 60% la loro superficie, ma il caldo che si sta abbattendo sul pianeta sta cambiando tutto. Il gelo, che ha sempre caratterizzato il territorio, sembra destinato a restare soltanto nel nome: le isole Svalbard, infatti, in Norvegia sono tradotte in “coste fredde.

Longyearbyen è l’insediamento urbano più popoloso delle isole ed è anche l’unico in cui le persone possano realmente vivere, ma qualcosa di drammatico sta accadendo in città. Case ed edifici pubblici sono stati costruiti su piloni inseriti nel ghiaccio perenne, ma le conseguenze del cambiamento climatico sono alle porte: crepe nelle fondamenta, scioglimento del permafrost e fuoriuscita di gas dal terreno.

Ma non solo. Un gruppo di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha valutato l’entità del disgelo in corso. Con lo studio condotto e pubblicato nell’articolo Climate change is rapidly deteriorating the climatic signal in Svalbard glaciers (2024), gli scienziati hanno dimostrato che oltre alla perdita delle grandi masse di ghiaccio, l’aumento delle temperature sta cancellando anche le informazioni sul clima contenute all’interno dei ghiacci, compromettendo la ricerca sugli effetti del cambiamento climatico nel corso degli anni.

E mentre il territorio si trasforma sotto i nostri occhi, a farne le spese sono flora e fauna. Le specie endemiche non riescono più a sopravvivere nel loro habitat naturale e, ove è possibile, emigrano. Alle isole Svalbard, oltre alla volpe e alla renna artica, l’animale più a rischio resta l’orso polare, le strazianti immagini di questo predatore itinerante che senza forze va alla ricerca di cibo sono ormai all’ordine del giorno.

Fonte: iStock
L’orso polare delle isole Svalbard

Il cambiamento climatico a Longyearbyen, la città più a Nord del mondo

E Longyearbyen? La città, contraddistinta da case colorate e da viaggiatori che giungono fin qui per ammirare l’aurora boreale e avvistare il Re dell’Artico, è in serio pericolo. Le temperature registrate, al di sopra della media, hanno cambiato tutto e per la prima volta nella storia violente valanghe si sono abbattute sulla città. Nel 2018 il governo norvegese ha infatti installato delle barriere anti-valanghe per proteggere i cittadini, ma tutto questo potrebbe non bastare per la sopravvivenza della città.

E se è vero che l’Artico è il termometro della terra, è facile intuire che la nostra terra non è più in grado di tollerare l’inquinamento ambientale e il riscaldamento globale. Quello che sta accadendo a Longyearbyen, ne è la prova.

Fonte: iStock
Panorama montuoso delle isole Svalbard

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