L’ispettore Stucky, quali sono le location della nuova fiction di Rai 2

Dall'elegante centro storico ai romantici corsi d'acqua che la costeggiano, ecco Treviso, location principale della nuova fiction L'Ispettore Stucky, in onda su Rai 2

Pubblicato: 30 Ottobre 2024 13:30

Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

Il 30 ottobre in prima serata su Rai 2, ecco pronta a debuttare sul piccolo schermo la nuova serie poliziesca tratta dai romanzi di Fulvio Ervas, “L’ispettore Stucky”. Diretta da Valerio Attanasio e composta da sei episodi, la serie include anche Barbora Bobulova, Alessio Praticò e Laura Cravedi nel cast.

Tra i protagonisti della serie Giuseppe Battiston e Barbora Bobulova, che fanno bene la loro parte in un ventaglio di episodi non solo in grado di catturare il pubblico con la loro trama intrigante, ma anche con le atmosfere uniche di Treviso, che fanno da sfondo ideale alle avventure del protagonista.

Girata a partire da marzo 2024, la serie esplora alcuni dei luoghi più suggestivi della città e delle zone circostanti del Veneto, regalando un quadro autentico e misterioso della regione. Ecco quali sono le principali location in cui è stata girata la nuova serie in onda su Rai 2 “L’ispettore Stucky”.

Galleria Manin e il centro storico di Treviso

Il protagonista della nuova fiction di Rai 2 è l’ispettore italo-persiano Giuseppe Stucky, interpretato da Giuseppe Battiston: un investigatore dal temperamento riflessivo, dotato di una curiosità filosofica che lo rende unico nel suo genere.

Al suo fianco troviamo Marina, il medico legale con cui Stucky ha un rapporto complesso, e l’amico oste Secondo, interpretato da Diego Ribon, la cui osteria diventa un rifugio dove l’ispettore riordina i vari indizi e riflette sui casi.

Uno dei set principali della serie girata in Veneto è Galleria Manin, uno degli edifici storici più caratteristici della città. Situata nell’omonima via, questa galleria è un passaggio frequentato e amato dai cittadini, simbolo architettonico di Treviso e perfetta cornice per un poliziesco.

La scelta della Galleria Manin come set non è per nulla casuale: la sua architettura e l’atmosfera particolare conferiscono un fascino unico alle scene, rafforzando l’identità storica della città e il suo ruolo di personaggio secondario nella serie, al pari di un attore vero e proprio.

Tra le altre location del centro storico troviamo anche Piazza dei Signori, cuore pulsante della città, e il Palazzo del Trecento, monumento simbolo di Treviso che si impone maestoso nella piazza. Le riprese qui mettono in risalto la maestosità e l’eleganza dei luoghi, e l’attenzione ai dettagli architettonici permette al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera di Treviso.

Treviso è infatti una città caratterizzata da uno charme autentico e discreto, perfetta per essere percorsa lentamente anche in bicicletta, una città a misura d’uomo. Tutta la sua essenza riesce a essere catturata, in modo raffinato, dalla cinepresa negli episodi de L’Ispettore Stucky.

Luoghi di ritrovo e la trattoria dell’amico

Un altro elemento distintivo della serie girata in Italia è la trattoria frequentata dall’ispettore Stucky, gestita dal personaggio Secondo (interpretato da Diego Ribon). Questa trattoria, ambientata in un locale realmente esistente nel centro di Treviso, offre uno scenario autentico e confortevole in cui Stucky si ritrova spesso per riflettere sui suoi casi. È uno spazio che rappresenta un legame affettivo per l’ispettore, un luogo sicuro e di confronto, inserito in un contesto autentico che riflette il legame della città con la vita quotidiana dei suoi abitanti.

Fonte: iStock
Treviso e i suoi corsi d’acqua alla sera

Altri luoghi di interesse per la serie includono il Lungosile Mattei, una passeggiata panoramica lungo il fiume che attraversa la città. È qui che spesso vediamo Stucky mentre riflette sui suoi casi o cammina immerso nei suoi pensieri, catturando la tranquillità e la bellezza naturale di Treviso. Le riprese lungo il Sile mettono in risalto il rapporto tra la città e i suoi corsi d’acqua, donando una dimensione ulteriormente contemplativa alla storia.

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