Alessandro Borghese: “Viaggiare per il mondo dona estro e ispirazione”

Intervista esclusiva allo chef più eclettico e innovativo d'Italia

Pubblicato: 21 Maggio 2020 18:19

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

“Viaggiare è stato fondamentale per la mia crescita umana e professionale, la mente si allarga e aiuta la creatività”. Così si racconta a SiViaggia Alessandro Borghese, chef eclettico e innovativo e conduttore di programmi televisivi come “Alessandro Borghese 4 ristoranti” e “Alessandro Borghese Kitchen Sound” in onda su Sky Uno. Borghese ama viaggiare, per lavoro e per diletto, da sempre. Da quando, giovanissimo, si è imbarcato sulla sua prima nave da crociera per fare la gavetta fino al suo ultimo tour enogastronomico in famiglia, per non smettere mai di imparare. Viaggi e cibo sono, per lui, un binomio imprescindibile. Ecco cosa ci ha raccontato.

Qual è stato il tuo ultimo viaggio e quale sarà il prossimo?

Quanti chilometri ho percorso nella mia vita. Dopo il diploma mi sono imbarcato sulle navi da crociera per iniziare la mia impegnativa gavetta, per i successivi tre anni ho lavorato tra fornelli e piatti da lavare. La mia sveglia iniziava a suonare alle 5.30 del mattino, e dovevo abituarmi fin da subito agli odori della cucina e agli ordini del capo chef che dovevano essere eseguiti senza sgarrare! Mi sono beccato anche tante padellate in testa per qualche errore commesso.

Solo oggi mi rendo conto di quanto fosse preziosa e giustificata la disciplina che pretendeva. Viaggiare per il mondo dona estro e ispirazione. La nave è stata la mia casa e la mia scuola in movimento. Un mondo fatto di tante storie. Di amori di una sera. Di ricette sbagliate. Di successi prelibati. Di incontri inaspettati. Di luoghi incredibili. Di sorrisi sinceri. Di racconti tra amici. Di sguardi con cui dividere la birra e la musica. Di notti sdraiato a letto con le mani dietro alla nuca, immaginando un giorno la lettura del menu di: chef Alessandro Borghese.

Fonte: Ufficio stampa
Chef Alessandro Borghese

Il 30 novembre del 1994 ero in navigazione sulla Achille Lauro, al largo della Somalia, scoppiò un incendio che tre giorni più tardi, il 2 dicembre, ne causò l’affondamento. Ho visto affondare per sempre l’ultimo transatlantico con tutta la bellezza blu delle sue ciminiere. L’arte del cibo è un’avventura della mente. Ogni luogo, ogni cucina in cui ho lavorato, regala oggi quel ricordo, quella passione e soprattutto quella esperienza importante, ogni esperienza nelle cucine di queste città, mi ha portato ad essere lo chef che sono adesso. Sono ancora oggi spesso in viaggio per lavoro, le consulenze mi portano a girare tutto il mondo, il tour di Alessandro Borghese “4 Ristoranti” ripartirà tra poco per le registrazioni delle nuove puntate alla scoperta dei tesori della nostra meravigliosa Italia e poi ci sono le vacanze, che dedichi a te stesso e alla tua famiglia, momenti per rilassarsi e per godersi l’amore delle persone care.

L’ultimo viaggio l’ho fatto con mia moglie Wilma, un tour enogastronomico a inizio gennaio tra Francia del Nord, Belgio ed Olanda. Una bellissima settimana che abbiamo voluto dedicarci alla scoperta di nuovi gusti, sapori e relax. Viaggiare è stato fondamentale per la mia crescita umana e professionale, la mente si allarga e aiuta la creatività.

Qual è stato il posto più bello che hai visitato e quale quello dove vorresti assolutamente andare?

Sono stato in tantissimi posti e non riesco a stilare una classifica dei viaggi più belli. Hong Kong, Bali, le Hawaii, gli Stati Uniti, dove sono nato, e l’Italia che regala sempre nuove emozioni. Ogni città a suo modo, vende, regala e insegna tante cose; sta a te saper comprare, avere intuito e soprattutto talento. Navigare per il mondo da un emisfero all’altro dona estro, ispirazione, il viaggio apre la mente. Gli artisti fino al secolo scorso potevano ritenersi tali solo dopo aver girato mezzo mondo con il “Grand Tour”: un viaggio per conoscere la politica, la cultura e l’arte delle terre vicine per migliorarsi e specializzarsi. Ho imparato molto all’estero, ogni città in cui ho lavorato ha arricchito il mio bagaglio culturale e professionale. Chi sceglie il mio mestiere deve andare in Inghilterra, Francia, Spagna, meglio nei Paesi baschi.

Bisogna partire per imparare la disciplina di lavorare in un gruppo, all’estero sono più bravi a lavorare in team. E, dopo, ritornare in Italia e realizzarsi. La cultura enogastronomica italiana è riconosciuta, ricercata, proposta e copiata in tutto il mondo e affonda le sue radici in profondità nella magnifica diversità morfologica del Belpaese. Oggi, giovani talenti della ristorazione e dell’imprenditoria puntano sull’evoluzione e la distribuzione di materie prime di straordinaria qualità rielaborando la tradizione con gusto straordinario e tecniche moderne. Un’evoluzione che abbraccia anche il campo vitivinicolo con nuove produzioni artigianali e con un altissimo valore alle etichette verso la grande distribuzione. Tra vent’anni mangeremo ancora la cacio e pepe, questo lo posso garantire.

La tradizione della cucina italiana nel corso degli anni si evolve seguendo i gusti, le mode e le tecniche della società moderna. Mi incuriosisce il Giappone, mi affascina il futurismo di Tokyo, le tradizioni di Kyoto, le luci di Osaka, la pace di Koya San, è un Paese dove antico e moderno, passato e futuro convivono in maniera armoniosa. Per non parlare dell’Australia, le sue isole selvagge e paradisiache, le sue città cosmopolite e moderne. Sono due avventure che non vedo l’ora di vivere con la mia famiglia.

Viaggi per lavoro o prendi la scusa di lavorare per viaggiare?

Viaggiare per lavoro non è sempre piacevole quanto viaggiare per passione. Molto spesso non scelgo le destinazioni dei miei viaggi, ma devo ammettere di essere molto fortunato, il lavoro mi porta verso destinazioni da sogno. Sono spesso in viaggio per le numerose richieste di consulenza che arrivano alla mia azienda “AB Normal srl – Eatertainment Company” che si occupa principalmente di ristorazione, branding, produzioni televisive e food consulting con una struttura interna supportata dall’attività di marketing e comunicazione, svolta dalla divisione multimedia e publishing attraverso i propri canali: Ufficio stampa. Programmi Tv. Canali web. Lavoriamo con più di sessanta persone e con il brand: “Alessandro Borghese – il lusso della semplicità”, nome del mio ristorante milanese, ci occupiamo di organizzazione eventi privati, pubblici e per aziende dal menu per il ricevimento all’intero allestimento creato su misura.

Abbiamo girato l’Europa, attraversato la Manica, l’oceano Atlantico, il Pacifico e l’estate scorsa per la prima volta abbiamo attraversato l’Equatore per far gustare la mia cucina in due serate esclusive firmate “Alessandro Borghese – il lusso della semplicità” e conoscere e provare una delle più ampie tradizioni enogastronomiche dell’emisfero australe! Il mio team ha curato la fornitura dei migliori prodotti italiani e organizzato le serate con una logistica impeccabile. L’isola Mauritius è un sogno, uno dei luoghi più ambiti per vivere a contatto con la natura, tra spiagge bianchissime, mare cristallino e lagune paradisiache.

Fonte: Ufficio stampa
Alessandro Borghese al Constance Belle Mare Plage di Mauritius

Riesci a visitare le città in cui giri i tuoi programmi come “Alessandro Borghese 4 ristoranti”, per esempio?

“Alessandro Borghese 4 Ristoranti” è un programma a cui tengo molto e con il mio team abbiamo cercato di dare ai telespettatori un’ampia finestra sincera sul variegato mondo della ristorazione italiana e di viaggiare in giro per il nostro bellissimo Paese. Un messaggio chiaro e lontano dai soliti circuiti e lobby della ristorazione, che arriva nelle case di tutti gli italiani e che il pubblico apprezza per la generosità e la sincerità delle immagini. Se un concorrente non è abituato a essere organizzato e preparato nella sua quotidianità lavorativa, puoi star certo che non lo sarà nemmeno quando sa della mia ispezione in cucina. Questo i telespettatori lo notano e apprezzano la veridicità del programma. Il bollino esposto fuori dal ristorante, del logo del programma, dopo ogni puntata, ha rafforzato la comunicazione e aiutato la popolarità dello stesso.

La nuova stagione in onda sulla piattaforma Sky ha tante novità, una nuova grafica e nuove tappe per un gustoso tour in giro per l’Italia. Alla scoperta e riscoperta di tante identità territoriali e i sapori del luogo. Storie di persone che, con tutte le loro problematiche, si raccontano attraverso i loro ristoranti. È bello vedere famiglie unite in una passione comune o due ragazzi che investono nella ristorazione. Sono tante le formule anche bizzarre, con idee e business diverso, c’è il filosofo che della cucina ha fatto un credo, chi pensa della cucina come una poesia per il palato e chi vuole mantenere la viva tradizione del piatto tipico.

Fonte: Ufficio stampa
La puntata di “Alessandro Borghese 4 Ristoranti” ad Arezzo

È curioso notare come siano diverse le motivazioni per come qualcuno inizi a fare questo mestiere o per chi lo tramanda da generazioni; c’è la coppia che vuole mettersi in pratica, il giovane appassionato che si mette in gioco per passione oppure per cambiare stile di vita. Il furgone con il logo del programma lo riconoscono ovunque quando è parcheggiato, fermo al semaforo, collocato per una ripresa nei pressi del lungomare, sui social  impazzano le foto accanto alla portiera nera: fidanzati abbracciati, gli amici con selfie stick e il bambino in passeggino. Sono molto contento del successo del programma, c’è molta curiosità in città o in paese quando arriviamo per conoscere i ristoratori e assaggiare la cucina del ristorante in gara, dalla piazza principale fino alle calette più nascoste, la location si anima e vuole capire quale sia il ristorante in gara. Le riprese vengono effettuate nei centri storici, nei luoghi di maggior interesse culturale e turistico. Visitiamo e portiamo nelle case degli italiani le meraviglie architettoniche e artistiche dei luoghi e vivo con immenso piacere la realtà di quei luoghi e la quotidianità degli abitanti.

In che modo, secondo te, la cucina è in grado di restituire e di raccontare un territorio?

La cucina è condivisione e un continuo scambio di esperienze e cultura. È scoprire e conoscere le nostre radici culturali. Ognuno di noi in cucina può dare un sapore a un’idea. Certo, non tutte le idee hanno sempre il gusto che ci aspettiamo, ma la cucina è anche un modo per capire quanto sia importante il provare e riprovare fin quando non si raggiunge l’obbiettivo! La cucina oggi è anche moda, tutti a casa si mettono alla prova dopo aver visto qualche ricetta in Tv o sul web. Era ora che nella nostra Tv ci fosse più cucina, all’estero avevano iniziato a comunicarla molto tempo prima. Il food ha catturato l’attenzione dei network televisivi e di Internet, la cucina è l’anima dell’Italia, il motore di importanti attività commerciali, le materie prime sono uniche ed eccezionali, oggi abbiamo la fortuna di avere mezzi di comunicazione immediati e diffusivi, chiunque attraverso la televisione, Internet e la stampa, può seguire i procedimenti e i consigli per un piatto da preparare.

Sono molto contento di essere stato un anticipatore di questa nuova visione del cibo e della cucina italiana, avevo un’idea del successo della cucina in televisione, da quando era singolare diventare testimonial di un prodotto gastronomico oppure aver generato sviluppo e professioni nuove e originali. Inoltre, vado fiero di aver sdoganato la cucina e a impastarla con altri universi affini, come ad esempio l’universo musicale e l’arte. Prima era impensabile, raccontare di piatti con brani rock o parlare in un’intervista come questa, di eventuali abbinamenti tra le due realtà. Ho creduto fortemente al mio lavoro e al potenziale della cucina in Italia. Qualche anno fa non esistevano tutte queste considerazioni e preparazioni sul cibo e sui tanti volti che ne parlano. Sono sempre stato un sostenitore del progresso, accorcia le distanze e migliora la cultura, anche se a volte si esagera con l’emulazione, questo mi fa ridere e pensare: si dimentica che ognuno di noi è artefice della propria vita.

Puoi consigliarci una ricetta che, anche stando a casa, ci faccia sentire in vacanza?

Il cibo così come la musica ha il dono di regalare viaggi, percorsi, sogni e emozioni con la pura e semplice percezione, regala sensazioni sempre nuove che stuzzicano, viziano e sorprendono il palato. Nelle mie ricette si ritrovano i miei viaggi, le mie passioni, la mia musica, posto le mie playlist sul mio sito, sui miei social e nei miei programmi televisivi. Non c’è vita senza “ritmo” e senza cibo, questo è “Alessandro Borghese Kitchen Sound”. L’unica vera video enciclopedia di ricette!

Dal 25 maggio la nuova stagione sarà in onda su Sky Uno tutti i giorni a ora di pranzo. Qui dal mio laboratorio ti porterò nel mio mondo, in un viaggio sensoriale attraverso il potere evocativo della musica che, come per il cibo, ha il dono di regalare viaggi, percorsi, sogni e emozioni. Ingredienti e preparazioni facili e da rifare a casa, materie prime d’eccellenza, la mie playlist musicali, i miei abbinamenti, i miei segreti e gli accessori fondamentali per la tua cucina. Alla ricerca del gusto per sensazioni sempre nuove che viziano e sorprendono il palato. Nei miei dischi puoi trovare hardcore, jazz, ballate più classiche e blues e il Rock, tanta musica che abbino alle mie ricette, per i più piccoli, romantiche, per i gamer più esperti, gli sportivi più assidui e i tradizionalisti.

La cucina è un’arte che risveglia l’anima, apporta cambiamenti e rivoluziona, saziando anche lo stomaco. Come la musica, che non puoi certo toccare, e nemmeno “mangiare”, ma che stranamente ti resta dentro, facendoti sentire appagato. In musica, come in arte e in cucina, non esiste una ricetta universale; non esiste un ingrediente che piace a tutti o un brano musicale che tutti ricordano, eppure puoi focalizzare il momento e ricordarlo per sempre. Puoi ritrovarti su una barca a vela e sentire gli schizzi delle onde che si infrangono contro la chiglia mentre arrotoli una linguina allo scoglio e sorseggi un calice di vino bianco, ritrovarti su un’isola caraibica mentre assaggi un finger food di mare accompagnato da un cocktail ghiacciato o tra le vette dei monti dopo il primo morso dato a una zeppola fritta ripiena di formaggio stagionato.

“De gustibus non disputandum est”: i gusti non si discutono; uno dei detti latini più familiare, lo sentiamo e pensiamo di ritenerlo vero, forse impone un’alzata di spalle di accondiscendenza, della serie: siamo tutti liberi di decidere cosa ci piace. Sia in cucina e sia nella musica: chi ti piace di più, Bruce Springsteen o Muddy Waters? Davvero? Inoltre le mie playlist musicali, si possono fare un sacco di ricette, le ho caricate sul profilo del ristorante “Alessandro Borghese – il lusso della semplicità” su Spotify. Vai a farci un giro! Perché una Cacio&Pepe senza Led Zeppelin non ha lo stesso sapore! ;-).

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