Puglia Secrets: 5 curiosità o stranezze che forse non sapete sulla Puglia

Dal progetto Puglia Secrets ecco 5 segreti della regione che nessuno vi ha mai raccontato e che vale la pena scoprire

Pubblicato: 10 Dicembre 2020 13:54Aggiornato: 7 maggio 2024 15:33

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle blogger

Una laurea in Storia dell’arte, un master in comunicazione e giornalismo e una vocazione per la scrittura, scova emozioni e le trasforma in storie.

Viviamo in un Paese stupendo che ogni giorno ci regala visioni meravigliose e ci incanta, alla stregua di un incantesimo bellissimo. Perché è proprio nel momento in cui crediamo di conoscere tutto del nostro territorio ci rendiamo conto in realtà che nuovi segreti e misteri si nascondo dietro gli angoli, in attesa di essere solo svelati.

Ed è da questa consapevolezza che nasce il progetto Puglia Secrets, per scoprire una regione che è di per sé già incantevole, come nessuno l’ha raccontata mai a partire dai materiali utilizzati per costruire i Trulli, patrimonio prezioso del territorio, fino a scoprire i segreti incantati di quella che è conosciuta come la città bianca. 5 curiosità sulla Puglia che forse nessuno vi ha detto.

Ostuni: perché si chiama Città Bianca

Cominciamo proprio con la Città Bianca, un ridente e soleggiato comune pugliese caratterizzato da edifici di colore bianco. Un vezzo artistico? No, gli abitanti di Ostuni decisero di dipingere le abitazioni di questo colore per far sì che la luce del sole, riflessa sulle pareti, accecasse i nemici intenzionati ad attaccare la città. Anche dopo la fine delle guerre, le case sono rimaste bianche: la calce, il materiale impiegato per le costruzioni, ha un forte potere disinfettante del quale gli abitanti hanno goduto durante le carestie.

Fonte: Puglia secrets/Shutterstock
La bellezza di Ostuni: perché viene definita la città bianca.

I trulli di Alberobello e quell’escamotage per ingannare il Re

Ci spostiamo nel piccolo comune di Alberobello, a pochi chilometri da Bari. Ecco che queste caratteristiche costruzioni dalla forma conica puntellano tutta la città portando sul territorio, ogni anno, milioni di turisti intenzionati ad ammirare i meravigliosi Trulli. Questi edifici, carini e accoglienti, costruiti a secco e senza malta, erano le abitazioni dei contadini, ed è a loro che dobbiamo la nascita di quello che è oggi patrimonio mondiale dell’Unesco.

In età aragonese, infatti, il Regno di Napoli era soggetto alla Prammatica de Baronibus, una legge che prevedeva un pagamento di tributi per ogni insediamento urbano. Per questo motivo nacque l’idea di costruzioni precarie, facilmente rimovibili, che oggi descriveremmo con il nome di case abusive.

Fonte: Puglia secrets/Shutterstock
I Trulli sono uno dei simboli più belli della Puglia.

Le Due Sorelle

In provincia di Lecce, in una delle località balneari del Salento più apprezzate e frequentate, spiccano nel mare azzurro e cristallino due scogli molto simili e vicini conosciuti come Le Due Sorelle disperse in mare. Il nome di per sé evocativo, in realtà, trova la sua spiegazione in una leggenda locale che narra il tragico annegamento di due sorelle dalla scogliera di Torre dell’Orso. Si dice che i dèi, per compassione, decisero di salvarle tramutandole in due grandi faraglioni.

Fonte: Puglia secrets/Shutterstock
La leggenda delle rocce Le due sorelle.

Il Lago di Bauxite

Un tesoro nascosto che però non ha bisogno di presentazioni. Si tratta di uno spettacolo della natura custodito gelosamente dall’entroterra di Otranto. Quello che appare oggi come uno splendido laghetto dalle sfumature verdi smeraldo è in realtà il residuo di un giacimento di estrazione mineraria in funzione dal 1940 circa fino al 1976.

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Il lago in Puglia che custodisce un segreto.

Il sugo e la scarpetta

Chiunque abbia origini del sud sa bene che dopo una pietanza a base di sugo, questo va “ripulito” con il pane. Nonostante questa pratica a tavola sia completamente bandita dal Galateo, si tratta di una tradizione che è dura a morire. Ma conoscete la sua origine?

Secondo alcuni il nome scarpetta deriva dalla forma che assume il pezzo di pane tenuto tra le dita o sulla forchetta e che, come la scarpa raccoglie ciò che si trova in strada, così il pane raccoglie tutto il sugo rimasto nel piatto. Altri invece rimandano il termine alla parola scarsetta che in dialetto indica la povertà, questo gesto, infatti, veniva fatto in passato per saziarsi il più possibile qualora per mancanza di risorse non poteva essere garantito un successivo pasto.

Fonte: Puglia secrets/Shutterstock
L’origine del fare la scarpetta.

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