Peccioli, il borgo medievale diventato un museo a cielo aperto

A Peccioli il fascino della Toscana medievale si sposa all'arte contemporanea, grazie a installazioni uniche e alla discarica diventata luogo di cultura

Pubblicato: 17 Gennaio 2024 12:17Aggiornato: 26 aprile 2024 19:30

Emma Santo

Giornalista specializzata in Travel

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Immerso in un territorio prevalentemente rurale, Peccioli vanta una posizione strategica che lo rende facilmente raggiungibile dalle maggiori città toscane, uno dei motivi per cui questo grazioso borgo collinare è così amato dai visitatori italiani e stranieri. Ma non è di certo l’unico. Basti pensare che questo centro a forte vocazione agricola e turistica ha conquistato la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per la valorizzazione del patrimonio culturale, la conservazione del paesaggio e l’ospitalità.

Ciò che lo rende irresistibile e assolutamente meritevole di una visita è, soprattutto, il particolare connubio tra il fascino della Toscana medievale e la concettualità dell’arte contemporanea. Un tramonto infinito e unico nel suo genere attraversa, infatti, questa splendida località, costellata di installazioni imperdibili.

Peccioli, il borgo sulle dolci colline della Valdera

Domina la Valdera dall’alto della sua collina, Peccioli (si pronuncia Pèccioli), lungo la direttrice che da Volterra conduce a Pisa. Il territorio risulta abitato fin dal Neolitico, ma è soprattutto dal primo millennio a.C. che si registra una fisionomia più definita, con manifestazioni di popolamento etrusche. I ritrovamenti testimoniano che le pendici di queste colline erano luoghi di sepoltura, fatta eccezione per il sito di Ortaglia, che ha restituito anche informazioni di tipo insediativo, attestando la dipendenza di Peccioli da Volterra fino all’età tardoantica.

Le radici di Peccioli affondano profonde in un passato agricolo, ancora oggi visibile in questi luoghi, grazie alla presenza di aziende vinicole e frantoi, fattorie e agriturismi. Negli splendidi paesaggi collinari che rapiscono lo sguardo, sono disseminati monumenti artistici e piccoli borghi antichi e splendidi, come Cedri, Fabbrica, Ghizzano, Montecchio, Libbiano e Legoli.

Cosa a vedere a Peccioli

La prima architettura che rende immediatamente riconoscibile Peccioli è l’eclettica Torre Campanaria realizzata nel 1885 dall’ingegnere e architetto pontederese Luigi Bellincioni, il quale progettò altri sette campanili distribuiti nel territorio della Valdera e della Val di Cecina. Dal campanile, alto 42 metri, si gode una magnifica vista sulla valle. La struttura si trova dietro l’abside della Pieve di San Verano, che occupa una posizione anomala per una pieve medievale, solitamente erette fuori le mura dei paesi. San Verano, invece, se ne sta fiera nel cuore del borgo, come a voler rendere esplicito il proprio potere religioso, affacciandosi fiera sulla campagna.

Edificata tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, è dedicata a Verano di Cavaillon, vescovo provenzale del VI secolo e patrono del paese. Si dice che il santo vescovo, passando da Peccioli nel suo viaggio verso Roma, liberò il borgo dalla peste. È contraddistinta da un prospetto a cinque arcate cieche, una facciata in stile romanico-pisana, e all’interno della Cappella dell’Assunta, costruita a partire dal 1580, ospita il Museo d’Arte Sacra, con le opere più significative del territorio. Sotto la facciata della chiesa, si può invece ammirare l’arte contemporanea di Vittorio Corsini: centinaia di sguardi pecciolesi, fotografati e riprodotti su pannelli rettangolari di varie dimensioni.

Sempre nel centro storico i visitatori possono usufruire di un intero polo museale, composto da quattro diverse aree espositive. Oltre al Museo d’Arte Sacra, si possono visiatre il Museo di Icone Russe “F. Bigazzi”, il Museo Collezione Incisioni e Litografie – Donazione Vito Merlini, nel medievale Palazzo Pretorio, e il Museo Archeologico, che ha sede nel Palazzo Fondi Rustici.

Una delle attrazioni imperdibili di Peccioli è il Palazzo senza tempo, ristrutturato su disegno dell’architetto Mario Cucinella e caratterizzato da una grande terrazza panoramica che si affaccia sulla vallata. Alcuni documenti datano a metà Quattrocento la nascita della fattoria e del Palazzo di Via Carraia. In epoca recente, nel 2004, parte della tenuta è stata acquistata dal Comune di Peccioli che nel 2019 ha iniziato una importante opera di ristrutturazione e riqualificazione. Inaugurato nel 2021, ospita numerose mostre temporanee e permanenti. Al suo interno vi troverete anche una emeroteca e una caffetteria.

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Il Palazzo senza tempo a Peccioli

Un museo a cielo aperto

Se Peccioli si presenta ai visitatori con una veste unica nel suo genere è soprattutto grazie alle installazioni d’arte che rendono speciale il capoluogo e le sue frazioni. È infatti proprio per l’accostamento tra la tradizione toscana e l’arte contemporanea che, con il passare degli anni, il territorio è diventato un autentico museo a cielo aperto, nel quale classico e moderno convivono in perfetta armonia. Ne sono esempi le sculture “Presenze” posizionate all’Anfiteatro di Fonte Mazzola e nell’Impianto di Trattamento e Smaltimento Rifiuti di Legoli, l’opera Via di Mezzo di Tremlett che riprende i colori delle colline circostanti o ancora la passerella che collega il borgo antico alla parte nuova del paese, elevata a opera d’arte grazie all’“Endless Sunset” di Patrick Tuttofuoco.

L’installazione, come sottolineato dallo stesso artista, è un’operazione di grande importanza e bellezza che deriva dall’elevato grado di complessità del progetto: riuscire a fondere assieme le esigenze di praticità, di funzionalità e di staticità con quelle che sono invece le leggi della forma e dell’estetica. La forma del cerchio ricorda la ciclicità, il passare del tempo, e anche il titolo “Endless Sunset” (Tramonto infinito) rappresenta il concetto di un ciclo che si ripete senza fine, permettendo di spostarsi nello spazio e nel tempo. Si è poi aggiunta l’idea di applicare a questa forma, che diventa complessa nella sua tridimensionalità, un gradiente cromatico che riprenda i 45 minuti nei quali il cielo tramonta.

Il percorso suggerito per godere delle oltre venti opere contemporanee che impreziosiscono il borgo di Peccioli si svolge interamente nel centro storico del paese, è facilmente percorribile a piedi e, per essere completato, necessita di una passeggiata di circa due ore, durante le quali ci si può fermare in uno dei bar e punti di ristoro che animano il cuore del borgo. Se arrivate in auto, il consiglio è di utilizzare il parcheggio multipiano, che con un comodo ascensore vi farà giungere direttamente nel centro storico.

La discarica di Peccioli diventata “modello di buone pratiche”

Il borgo di Peccioli è riuscito a trasformare una delle più grandi discariche della Toscana in un luogo di cultura, diventato un modello di resilienza e sostenibilità. Tutto ciò si deve alla lungimiranza del primo cittadino, Renzo Mascelloni, e dei suoi abitanti, i quali hanno deciso di ispirarsi ai modelli dei Paesi nordici: è stata così creata la Belvedere Spa, che ha adottato una gestione innovativa, avvalendosi di tecnologia d’avanguardia.

Nell’area definita il “Triangolo Verde” è stata istituita la Fondazione Peccioliper, che dal 2004 ha portato nel piccolo borgo eventi di livello nazionale e internazionale. Oltre alla discarica, infatti, l’area ospita anche due teatri all’aperto: l’Anfiteatro Fonte Mazzola, con un struttura dell’antico teatro greco e capace di ospitare duemila persone, e l’Anfiteatro Triangolo Verde, realizzato con materiali eco-compatibili e sede di concerti e di installazioni artistiche permanenti.

La maggior parte dei ricavi che derivano dalla discarica vengono quindi utilizzati per finanziare progetti artistici come concerti di musica classica, sfilate di moda, spettacoli, ma anche incontri didattici, congressi e molto altro ancora. A dare il benvenuto ai visitatori che partecipano agli eventi della discarica sono “I Giganti”, enormi sculture in pietra che vantano un’altezza che va dai 5 ai 9 metri, create dal gruppo Naturaliter e collocate intorno al Triangolo Verde all’interno dell’Impianto di Smaltimento e Trattamento Rifiuti. Nell’intento degli autori dell’opera, le enormi statue simboleggiano la rinascita che ci può essere anche dai rifiuti.

I Giganti non sono, però, le sole opere presenti. Nel 2016, Sergio Staino ha realizzato un colorato affresco, firmato per la prima volta insieme al figlio Michele, che si estende su dieci pannelli larghi 10 metri e alti 9, per una lunghezza totale di cento metri. L’anno dopo, il maestro della neo-avanguardia, David Tremlett, ha impreziosito le barriere di contenimento dell’Impianto di Smaltimento Rifiuti con vivaci forme geometriche, mentre Patrick Tuttofuoco ha dato vita a sculture di marmo, neon e ferro.

Fonte: Ansa
Una sfilata di moda alla discarica di Peccioli, luogo di eventi e cultura

I percorsi nella natura

Per gli amanti  della natura e delle passeggiate all’aria aperta negli splendidi scenari della Toscana, il territorio di Peccioli offre la possibilità di avventurarsi in percorsi che si snodano in un susseguirsi di torrenti, boschi e vaste campagne caratterizzate da una vegetazione varia e incantevole.

Tra gli itinerari imperdibili:

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Una splendida veduta di Peccioli, gioiello della Toscana

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