A pochi chilometri da Varese c’è un borgo fermo nel tempo e il percorso per raggiungerlo è un’esperienza di per sé. Stiamo parlando di Monteviasco, paesino di montagna facente parte del comune di Curiglia dove vivono circa 15 abitanti, isolato da tutto perché letteralmente “appeso a un filo”. Qui non ci sono strade e, oltre i 1400 gradini di una mulattiera da percorrere a piedi, fino al 2018 l’unico modo per raggiungerlo era una funivia, ora tristemente inattiva.
L’abitato, affacciato sul Lago Maggiore, appare silenzioso anche se, dentro di loro, gli abitanti chiedono a gran voce un cambiamento che ancora oggi non viene ascoltato. I suoi scenari, quindi, sono riservati ai pochi camminatori e avventurieri che intraprendono il percorso attraverso i gradini per poi essere ripagati da un borgo dalla bellezza caratteristica. Le case sono rustiche, fatte in piode con balconi in legno, mentre i vicoli sono lastricati in pietra, secondo la tradizionale “rizzada”.
Monteviasco, il borgo isolato dal mondo
Monteviasco non è sempre stato un borgo isolato. La funivia Ponte di Piero-Monteviasco, realizzata nel maggio del 1989, permetteva di raggiungerlo facilmente in meno di dieci minuti da chiunque volesse sfuggire al caos turistico del Lago Maggiore per rintanarsi nella quiete del paesino e della sua natura circostante. Tutto questo fino al 2018, quando lo storico manutentore dell’impianto morì a causa di un incidente. Da quel giorno sono passati ben 6 anni e, seppur dopo un primo sequestro da parte della magistratura la funivia è stata ammodernata e i lavori di adeguamento sono terminati a dicembre, il borgo vive ancora nel suo isolamento.
Oltre ad aver causato una progressiva diminuzione del numero di abitanti, la situazione ha provocato non poche rinunce e disagi per chi, invece, ha deciso di restare in attesa di un cambiamento che tarda ad arrivare. Sono loro, gli abitanti che non vogliono abbandonare il borgo che amano e che desiderano veder rinascere, a prendersene cura in qualità di volontari. Con amore per il proprio paese, si impegnano a mantenere in ordine i selciati che rappresentano le strade, a sgomberare e liberare il borgo dai rifiuti e a garantire un’accoglienza dignitosa a chi raggiunge Monteviasco, oggi possibile solo a piedi.
E sono gli stessi abitanti a chiedere un cambiamento e la riapertura della funivia per terminare questo isolamento dal mondo e rendere la loro quotidianità più semplice in nome del diritto di abitare il proprio borgo.
Un’occasione per perdersi nella natura
La Val Veddasca si origina al valico dell’Alpe di Neggia, nel territorio svizzero di Gambarogno e termina a Maccagno, dove sbocca sul Lago Maggiore. Sono molti gli itinerari possibili per andare alla scoperta di queste bellissime Prealpi lombarde in mezzo a castagni, faggi e noci e alcuni di questi partono proprio da Monteviasco. Dal borgo infatti, curato e con una chiesetta bellissima, cominciano silenziosi sentieri ideali per chi desidera semplicemente perdersi nella bellezza della natura, tra pinete, boschi e alpeggi.
I più allenati, per esempio, possono percorrere il suggestivo anfiteatro della Val Viascola sul sentiero contrassegnato dalla segnaletica 3V Via Verde Varesina, colore bianco-rosso dove, in circa 2 ore e 30 minuti, si passano Alpe Pulosa, Alpe Fontanella, Alpe Cortetti, Viasco e Curiglia.
Attendiamo nuovi aggiornamenti sulla funivia per poter tornare a scoprire il borgo in sicurezza (considerando che il sentiero della mulattiera non è semplice e non adatto a tutti), per ascoltare le storie dei suoi abitanti e condividere con loro i meravigliosi paesaggi offerti dal paese e dal territorio circostante.