Tra i più incredibili laghi del mondo, il lago Karakul occupa sicuramente una tra le prime posizioni.
Sito in Tagikistan, a 3960 metri d’altitudine (è persino più alto del sudamericano Titicaca) sulle montagne del Pamir, il Karakul è uno spettacolare specchio d’acqua: profondo 230 metri, si estende per 52 chilometri in un’area che – di chilometri quadrati – ne misura 380. Circondato da montagne per tutto l’anno innevate, e immerso in un paesaggio desertico e lunare, lo si raggiunge tramite la Pamir Highway.
È nato, il lago Karakul, circa 25 milioni d’anni fa, quando un meteorite è caduto sulla Terra. Inizialmente battezzato “Lake Victoria” dai cartografi britannici, e poi rinominato “Kara Kul” e “Black Lake” (Lago Nero) dai russi, oggi conquista i viaggiatori coi colori delle sue acque, che cambiano durante il giorno: talvolta sono turchesi, altre volte color smeraldo oppure blu cobalto. Ed è un’incredibile attrazione per chi decide di spingersi sino a qui, attraversando l’Asia Centrale (le città più vicine sono Murghab in Tagikistan, oppure Osh in Kirghizistan).
Circondato da depositi di sale, il lago Karakul non ha deflussi ed è uno dei luoghi a più alta salinazione di tutta l’Asia, al punto da essere abitato solamente dal corbite barbatello, un pesce d’acqua dolce che vive sui laghi dal fondo sabbioso. Tuttavia, le isole paludose che emergono dalle sue acque attirano molti uccelli migratori, come il grifone dell’Himalaya e il sirratte del Tibet. Ma la cosa più incredibile è che qui le barche non possono navigare: si ribalterebbero, come per magia (sebbene la gente continui a provarci).
È un po’ il gemello del Mar Morto, il lago Karakul. Ospita ogni anno un evento unico al mondo, la Roof of the World Regatta, durante il quale intrepidi ragazzi da tutto il mondo si cimentano in gare di kitesurf, waterboard e rafting, sfidando la sua salatissima acqua. Ed è un luogo tanto remoto, questo, che durante la II Guerra Mondiale venne utilizzato come “carcere” per i prigionieri tedeschi. Arrivare qui, e passeggiare nei suoi dintorni, è oggi un’esperienza surreale. La mattina il lago è talmente azzurro che, per un attimo, con quelle casette bianche e blu che lo circondano sembra un’isola greca. Solo che, lungo le sue rive, ci vive solo una manciata di persone.
Un luogo fuori dal mondo. O, meglio, sul tetto del mondo. Che in pochi raggiungono, ma che – a quei pochi – si svela in tutta la sua meraviglia.