Tragici, inquietanti, ma allo stesso tempo affascinanti sono i relitti delle navi. Molti raccontano storie drammatiche, altri, invece, parlano di salvataggi. Il più famoso relitto sommerso è certamente il Titanic, ma oggi vogliamo portarvi alla scoperta di quelli visibili a occhio nudo. Scheletri di navi arroccati su spiagge o quasi alle rive dei mari (nella foto Dimitrios).
La Peter Iredale è una nave naufragata sulla costa Nord dell'Oregon il 25 ottobre 1906. Il relitto è tuttora visibile e narra questa storia: alle 3.20 del mattino l'equipaggio decise di entrare nella foce del fiume Columbia. Tuttavia, una fitta nebbia li avvolse e i forti venti da ovest costrinsero l'imbarcazione a incagliarsi sulla costa. La nave subì pochissimi danni e, per questo motivo, il Capitano scelse di provare a ripartire, ma senza successo. Infatti, dopo diverse settimane di maltempo, il vascello si inclinò inesorabilmente sulla destra e lo scafo venne quasi completamente risucchiato dalla sabbia. Oggi è un'attrazione turistica, e in molti sono pronti a giurare di aver percepito al suo interno sinistri rumori di corde e cavi, e il suono del vento tra le vele (che non ci sono più). Altri, invece, dicono di aver udito inquietanti scricchiolii.
Particolare anche la Captayannis, una nave mercantile il cui compito principale era trasportare zucchero, motivo per cui è oggi conosciuta come la "nave da zucchero". Nel 1974, durante una tempesta, l'imbarcazione fu gravemente danneggiata a causa di una collisione con una petroliera. Il Capitano tentò di portare la nave in acque poco profonde, dove si bloccò con successo su un banco di sabbia, capovolgendosi la mattina seguente. Il relitto è possibile osservarlo al Firth of Clyde in Scozia.
Nelle splendide Isole Canarie è possibile osservare il relitto della Telamon che naufragò tra Fuerteventura e Lanzarote nel novembre 1981. La barca, carica di legname, stava navigando lungo la tratta da San Pedro (in Costa d’Avorio) a Tessaloniki (in Grecia) e il luogo in cui è posizionata, tra Arrecife e Costa Teguisa, è stato scelto dalla capitaneria di Lanzarote, il cui porto non era attrezzato per ospitare una nave di quelle dimensioni. Il Telamon è ben visibile dalla strada costiera.
In Namibia c'è la Skeleton Coast che custodisce migliaia di relitti di vascelli a causa dei forti venti, le frequenti nebbie e delle acque agitate che caratterizzano la zona. Sono diverse, infatti, le imbarcazioni che ora giacciono abbandonate e arrugginite su spiagge o terreni aridi.
Anche l'Islanda ha il suo relitto ed è il Garðar BA 64. Era il più vecchio spaccaghiaccio dell'isola e ora si trova sulla strada per Látrabjarg. È davvero molto suggestivo, poiché è posizionato alla fine di un fiordo.
In Australia esiste una foresta galleggiante. È il simbolo di Homebush Bay ed è il relitto dell'Ayrfield, un'imbarcazione da 1140 tonnellate varata nel 1912. A differenza degli altri relitti presenti nella baia, che in precedenza era un sito di dismissione di imbarcazioni, quello dell’Ayrfield è diventato un habitat perfetto per la vegetazione .
La baia di Nouadhibou, in Mauritania, ospita oltre 300 navi dismesse, a tal punto da essere considerata il cimitero delle navi più grande del mondo. Alcune sono ben visibili sulla costa. Altre, almeno una ventina, sono andate a picco sul fondo del mare.
Il relitto di Baltray è quel che resta di una nave che si arenò nella contea di Loth, in Irlanda, nel 1974, periodo in cui terribili tempeste si abbattevano su quel tratto di mare. Era una piccola nave cargo inglese di 344 tonnellate di stazza che stava trasportando 410 tonnellate di fertilizzante verso Bristol, in Inghilterra. Nessuno conosce il vero motivo del naufragio.
Terminiamo questo viaggio tra i relitti sparsi per il mondo in Grecia. Da queste parti il più famoso è il relitto dell'Isola di Zante. Tuttavia, c'è anche la nave fantasma di Dimitrios nella Lakonia. Nel 1981, la nave – dichiarata non sicura per l’uso – perse l’ancoraggio durante il brutto tempo e senza equipaggio e senza meta navigò in tutto il Golfo Laconico per oltre un mese, fino a quando non si arenò sulla riva della spiaggia di Valtaki.