Cono de Arita, la surreale piramide nel cuore dell’Argentina

Nel mezzo del deserto di sale del Salar de Arizaro, il cono più perfetto del pianeta è in realtà un sorprendente vulcano.

Pubblicato: 12 Gennaio 2018 15:19

SiViaggia

Redazione

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Nel nord-ovest dell’Argentina, al confine con il Cile, il Salar de Arizaro è il sesto deserto di sale più grande del mondo, e il secondo del Paese dopo le Salinas Grandes. È qui, che sorge una straordinaria formazione naturale: il Cono de Arita. Anche se a prima vista sembra a tutti gli effetti una piramide, è in realtà un vulcano che svetta per 400 metri su di un letto di sale: ed è proprio questo, a regalare a quel cono un aspetto così straniante.

In merito alla sua formazione, sono state negli anni formulate diverse ipotesi. Ipotesi archeologiche, oppure leggendarie. Pare infatti che, il Cono de Arita, venisse utilizzato come centro cerimoniale prima dell’arrivo degli Inca. In ogni caso, la sua origine è del tutto naturale, sebbene la sua aurea sia misteriosa e surreale. Chiunque abbia modo di vederlo, lo racconta con entusiasmo. Tuttavia, non è semplice arrivare sino a qui: bisogna attraversare il Salar de Arizaro, per giungere in questo luogo alieno. E bisogna fare i conti con strade dissestate e sconnesse, inadatte a chi soffre il mal d’auto. Ci sono appositi tour guidati che le agenzie locali organizzano per i turisti, generalmente partendo da Salta: da qui, la strada 51 conduce sino a San Antonio de los Cobres, mentre la 27 procede poi in direzione Tolar Grande.

Probabilmente per il suo passato, sicuramente per il suo aspetto, il Cono de Arita suggerisce attimi di meditazione. Il visitatore ne rimane meravigliato, per effetto di quelle pendici scure che si stagliano contro il bianco del sale. Tutto intorno c’è la tranquillità, e l’immobilità degli animali fossilizzati. È il cono più perfetto del pianeta, questo, ed è una meta imperdibile per chiunque voglia esplorare il nord-ovest dell’Argentina. Una terra di contrasti, dove la natura si fa spettacolare: le Ande, i vulcani con le loro cime innevate, il Chaco Salteno (la seconda foresta pluviale più grande d’America, dopo l’Amazzonia). E poi le fonti termali, un tempo conosciute come “yacu rupa” (acque calde miracolose), e la Puna: un ecosistema che –  al contrario della giungla – è secco, ed è uno dei luoghi più inospitali della Terra, con la sua scarsità d’ossigeno e le forti escursioni termiche.

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