Sono tornate a risplendere le Miniere di Bauxite, cuore rosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in Puglia. Inaugurate in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, hanno finalmente riaperto al pubblico dopo numerosi interventi di recupero e valorizzazione ambientale che hanno restituito alla luce questo importante patrimonio dell’archeologia industriale. Scopriamole più da vicino.
Recuperate le Miniere di Bauxite, gioiello della Puglia
Un tempo giacimento di primaria importanza per l’estrazione di minerali, oggi le Miniere di Bauxite a Spinazzola, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, conservano la memoria di un passato industriale, ospitando habitat e specie faunistiche che ne fanno un tesoro di biodiversità, recuperati grazie al progetto che ha permesso di rimuovere 11 tonnellate di rifiuti che deturpavano il paesaggio, ripristinare i prati aridi mediterranei e gli stagni temporanei, habitat di grande valore ecologico, installare casette nido per favorire la nidificazione di diverse specie faunistiche, realizzare punti panoramici e un percorso didattico per favorire la fruizione sostenibile del sito.
Grazie a un protocollo d’intesa siglato tra Ente Parco e Comune di Spinazzola è stata avviata una gestione regolamentata del sito, al fine di tutelarlo e per non vanificare gli interventi di ripristino degli habitat. I visitatori potranno ammirare le Miniere di Bauxite dall’alto, attraverso l’area didattica e i punti di osservazione appositamente predisposti.
È fondamentale seguire il percorso tracciato nell’ambito del progetto e rispettare le regole di comportamento vigenti in zona A del Parco (Area di Riserva Integrale), che comprendono il divieto di raccogliere o danneggiare pietre e vegetazione. L’accesso al fondo della miniera, invece, è riservato unicamente al personale tecnico del Parco e a persone autorizzate. Per interdire la discesa, oltre al posizionamento di una sbarra di ferro è stata emanata una apposita ordinanza a tutela della pubblica incolumità e del sito.
Alla scoperta del Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Chiamato il “cuore di pietra” della Puglia, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è tra i pochi esempi al mondo di prateria arida mediterranea, modellata dal carsismo che ha scolpito nei millenni la roccia affiorante. Istituito nel 2004, si estende per 68.077 ettari sulla parte più elevata delle Murge pugliesi. Il territorio è uno scrigno di biodiversità dove si alternano doline, colline, inghiottitoi, lame, grotte, scarpate, creste rocciose e boschi di quercia e conifere. L’azione dei venti e delle piogge ha dato forma a un eccezionale repertorio di siti geologi, dal 2019 oggetto di un iter di studi per entrare nella rete internazionale dei Geoparchi UNESCO.
Visitare i geositi è un viaggio lungo la storia della terra, sin dall’età dei dinosauri. Tra questi, oltre alle le Miniere di Bauxite, hanno particolare importanza Cava Pontrelli, con circa 25.000 impronte di dinosauro rinvenute, Grotta di Lamalunga, che conserva lo scheletro dell’Uomo di Altamura, un neandertaliano vissuto tra 130.000 e 190.000 anni fa, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina. Monumento simbolo del Parco è invece il celebre Castel del Monte, ad Andria, splendida fortezza del XIII secolo, fatta costruire da Federico II di Svevia sulla sommità di una collina a 539 metri s.l.m nell’altopiano delle Murge settentrionali, oggi Patrimonio UNESCO e tra i siti culturali più visitati in Italia.