Nell’anno del Giubileo, la città di Roma omaggia il genio di Michelangelo Merisi con una ambiziosa mostra dedicata al Maestro della luce: Caravaggio 2025 propone 24 capolavori (più una sorpresa), concessi in prestito in via straordinaria da collezioni private e dai più prestigiosi musei nazionali e internazionali, fra cui spiccano il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente svelato al pubblico, e l’Ecce Homo, riscoperto a Madrid nel 2021 e di ritorno in Italia dopo quattro secoli.
La mostra si apre il 7 marzo presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, con la curatela di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, e sarà visitabile fino al 6 luglio: si tratta di un progetto di ampio respiro, che non solo mette in mostra alcune delle opere più iconiche di Caravaggio nella città che lui stesso aveva scelto come patria di elezione, ma con il suo percorso vuole enfatizzare la profonda forza innovatrice che caratterizzò l’opera dell’artista.
Caravaggio, artista e personaggio che aveva in sé le stesse luci e ombre che tanto magistralmente riusciva a riportare su tela, ha condotto tutta la sua vita come mosso da una forza interiore quasi involontaria, che lo portava ad approfondire sempre di più la sua ricerca artistica pur fra le fortune altalenanti che lo investivano a livello personale.
Caravaggio 2025, il percorso espositivo
Così la mostra Caravaggio 2025 parte dal Debutto romano, prima sezione espositiva, dove le opere di Caravaggio sono quelle degli esordi nella Capitale ma anche quelle delle prime importanti commesse per mecenati come Francesco Maria del Monte.
Prosegue poi con Ingagliardire gli oscuri, sezione che introduce la rara produzione ritrattistica di Caravaggio e che offre l’incredibile opportunità di vedere insieme le due versioni del ritratto di Maffeo Barberini, la più nota versione Corsini esposta accanto a quella recentemente presentata al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta e attribuzione di Roberto Longhi (1963); e con Il dramma sacro tra Roma e Napoli, sezione dove si trovano, tra gli altri capolavori, anche l’Ecce Homo, recentemente rinvenuto in Spagna, e La Flagellazione, realizzata per la cappella di San Domenico Maggiore. La mostra si chiude con la sezione Finale di partita, dove vengono esposte le ultime opere di Caravaggio, realizzate prima della misteriosa morte che lo colse sulla via di Porto Ercole mentre cercava disperatamente di tornare a Roma.
Venticinquesima opera della mostra, eccezionalmente visitabile solo in questa occasione, è il Giove, Nettuno e Plutone, l’unico dipinto murale eseguito da Caravaggio nel 1597 (ca) all’interno del Casino dell’Aurora, a Villa Ludovisi (Porta Pinciana). L’opera era stata eseguita su commissione del Cardinale del Monte per il soffitto del camerino dove si dilettava nell’alchimia e raffigura un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del sale e della terra.
Caravaggio 2025 non è solo quindi un doveroso omaggio all’artista, ma anche una inedita occasione di confronto e analisi della sua produzione artistica e della profonda influenza che ancora oggi esercita sul mondo dell’arte.