“Mare Fuori” è la fiction di Rai 2 ispirata a un’altra serie di grande successo, “Gomorra”, e che vuole mostrare l’altro lato della “paranza dei bambini”: il carcere. Questa serie Tv ha conquistato l’immaginario del pubblico, soprattutto quello giovane, facendo breccia anche nel cuore degli adulti scatenando la voglia in tutti loro di andare alla scoperta dei luoghi in cui è stata ambientata. La fiction, che vede nel cast anche Carolina Crescentini, è ambientata nell’istituto di pena minorile di Napoli e racconta le storie di giovani detenuti, vittime di alcune loro leggerezze.
Dove si trova l’istituto penitenziario di “Mare fuori”
L’istituto penitenziario minorile di Napoli si trova sull’isola di Nisida, che è parte dell’arcipelago delle Isole Flegree, posta all’estrema propaggine della collina di Posillipo, in una località chiamata Coroglio. Il suo status di isola, un tempo indiscutibile, oggi viene contestato in quanto, fin dal 1936, Nisida è collegata alla terraferma da un lungo pontile carrozzabile. Vista dall’alto quest’isola ricorda la forma della Luna: infatti, è quasi perfettamente circolare, tranne una piccola porzione verso Sud-Ovest, dove si apre l’insenatura di Porto Paone, corrispondente all’antica caldera del vulcano da cui l’isola ha avuto origine. I suoi fondali ancora oggi celano dei reperti archeologici, come un molo Romano, per esempio. Se in passato ha accolto alcune splendide ville romane, come quella di Marco Giunio Bruto – che vi ordì la sua congiura contro Cesare – e quella di Lucio Licinio Lucullo, nel periodo fascista l’isola venne adibita a luogo di correzione minorile. Negli anni ’50 fu sede dell’Accademia Aeronautica e, in seguito, fu un’importante base della Nato.
La leggenda intorno all’isola di Nisida
Secondo la tradizione omerica, è su quest’isolotto – chiamato “l’isoletta delle capre” – che si riparò Ulisse poco lontano dal paese dei Ciclopi. Rispetto alle altre località che si fregiano di questa leggendaria associazione con l’Odissea, come ad esempio Favignana, la piccola Nisida sarebbe l’unica a ricordare il paesaggio selvaggio e ad essere abitata da numerose capre che un tempo vi pascolavano. Nel XVII secolo, i Borboni acquistarono l’isola per farne una riserva di caccia, mentre Gioacchino Murat riadattò la struttura della torre di guardia per farne un penitenziario. E da allora la fama di quest’isola è legata al carcere.
L’isola-non isola
Dal punto di vista amministrativo l’isola fa parte di Bagnoli, un quartiere del Comune di Napoli, ma non è accessibile ai visitatori, proprio perché ospita l’istituto penale minorile. Ed è un vero peccato. Come cantava Edoardo Bennato, partenopeo Doc, che a Nisida ha dedicato una famosa canzone giocando proprio sul fatto di essere “isola – non isola”, spiace che questo luogo meraviglioso non abbia una vocazione turistica. Ma l’isola ha ispirato molti altri grandi artisti, nel corso dei secoli. È ad esempio citata in un racconto di Miguel Cervantes, l’autore del Don Chisciotte.
Per poterla ammirare, per il momento, bisogna farlo solo da lontano. La sua posizione è davvero suggestiva, a pochi passi dalla costa partenopea e, in particolare, dal bellissimo quartiere di Posillipo. Ed è proprio da qui, e in particolare dal meraviglioso Parco Virgiliano, che si può godere di una vista mozzafiato dell’isola e delle acque turchesi che la circondano.