Il vostro viaggio in giro per il mondo sta per concludersi e, insieme alla nostalgia che già pervade i vostri pensieri, si ripresenta l’immancabile ricerca dei souvenir perfetti, che occupa le ultime ore di vacanza. Niente regalini acquistati all’ultimo momento in aeroporto, meglio scovare quei pensieri unici e simbolici che si possono trovare soltanto nel luogo che avete appassionatamente esplorato in ogni suo angolo nei giorni precedenti. È così che ci si lascia ispirare da conchiglie, coralli, vasi, tappeti e oggetti di varia natura che riportano alla mente le piacevoli atmosfere dei luoghi visitati.
Ma anche un gesto innocente, come la ricerca dei regali da portare ad amici, parenti e compagni di vita, può trasformarsi inconsapevolmente in un’esperienza che può farvi finire nei guai. Sono tanti, infatti, gli oggetti che non possono essere trasportati da un Paese all’altro, in base alle norme locali o internazionali in vigore. Ecco allora cosa lasciare al proprio posto e non provare a portare con sé in aereo per non incorrere in spiacevoli sanzioni e sequestri.
Indice
La sabbia
Ormai molte spiagge, in Italia e all’estero, stanno vietando la raccolta di sabbia da portare con sé a casa. Se in Sardegna, ad esempio, in molti casi è severamente vietato “rubarla”, rischiando di incorrere in multe particolarmente salate che raggiungono anche i 3mila euro, anche altri Paesi del mondo stanno gradualmente ponendo limiti e divieti a tale usanza.
A Tenerife, nelle isole Canarie della Spagna, o nelle Filippine, ad esempio, non si possono raccogliere nemmeno piccoli quantitativi di sabbia, mentre in Egitto la regola è ancora più stringente, poiché potrebbe presentarsi il rischio di raccogliere, tra i granelli di sabbia, anche tracce di corallo fossile.
La sabbia, così come le conchiglie, ha un ruolo molto importante nell’ambiente marino (e non solo): protegge le coste dall’erosione e contribuisce alla creazione di habitat naturali per moltissime specie di animali e piante. Togliere sabbia dalle spiagge, anche se in piccolissime quantità, è un gesto dannoso che accentua la minaccia dell’uomo sull’equilibrio della natura e degli ecosistemi.
Sassi e pietre preziose
Anche i sassi fanno parte di quei beni che in molti casi è vietato trasportare in altri luoghi e Paesi. In generale, è proibito raccoglierli nei parchi nazionali, nelle riserve naturali e in siti patrimonio dell’umanità senza un permesso specifico. Questo è dovuto a ragioni archeologiche e di conservazione del paesaggio e della biodiversità.
In Turchia ed Egitto, ad esempio, raccogliere dei sassi può equivalere ad una sottrazione di parte della proprietà culturale locale, poiché potrebbero appartenere a siti archeologici, mentre sulla spiaggia di Crackington Haven, in Cornovaglia (Inghilterra), chi non rispetta il divieto di raccolta di ciottoli e sassi può incorrere in una sanzione che arriva a 1.100 euro.
È bene informarsi, inoltre, sulle norme che regolano le dichiarazioni doganali, nel Paese in cui viaggerete, per il trasporto di minerali di valore, come gemme e metalli preziosi, anche nel caso in cui questi elementi siano stati acquistati legalmente.
Conchiglie
Variopinte e dalle mille sfumature e dimensioni, le conchiglie hanno sempre affascinato l’uomo fin dall’antichità. Chi non ne ha mai raccolta una per tenerla come ricordo di un meraviglioso viaggio al mare? Anche se è una pratica dal retrogusto romantico, è generalmente vietato raccogliere e trasportare conchiglie al di fuori del loro ambiente naturale, in particolare le varietà più rare.
Nei Paesi europei, le conchiglie giganti (in particolare gli strombi giganti) richiedono un certificato per poter essere commerciate, mentre in Australia sono previste multe salate per coloro che raccolgono tali ricordi di mare, che hanno invece bisogno di essere accompagnati dall’apposito certificato rilasciato dal Dipartimento Australiano dell’Ambiente e del Patrimonio.
Nelle Filippine si trovano numerose specie protette, come la tridacna gigante, che è severamente vietato raccogliere e trasportare. Le stesse restrizioni su questi piccoli gioielli colorati valgono anche per la Tanzania e il Kenya, per fare alcuni esempi.
Souvenir intagliati in legno
Quante volte optiamo per l’acquisto di oggetti in legno intagliati, perfetta espressione dell’artigianato locale radicato nel luogo che stiamo visitando? Sono tante le creazioni che possono rientrare nel novero del patrimonio culturale di un Paese, soprattutto se provengono da materiali semplici e naturali come il legno. È importante stare attenti, però, alle tipologie di legname utilizzato, che in molti casi non può essere trasportato all’estero e necessita di un’apposita autorizzazione.
Sono diversi i Paesi del mondo nei quali l’esportazione di manufatti realizzati con legni rari e autoctoni è vietata. Ne sono un esempio gli Stati della regione Andina (che comprende Ecuador, Perù, Bolivia, Cile e Argentina), dove sono rari molti alberi da cui proviene il legno che viene lavorato. In questi Stato è meglio optare per il tagua o avorio vegetale, che non richiede permessi particolari e proviene da risorse sostenibili. Anche nei Caraibi vige il divieto di portare fuori dai confini opere d’intaglio in legno senza una regolare documentazione.
Monete
Siete collezionisti di monete antiche? Attenzione, perché in Cina, ad esempio, è vietato esportare monete antecedenti al 1949. Si tratta infatti di un importante patrimonio culturale tutelato e tentare di tornare a casa con un quantitativo in tasca potrebbe provocare serie conseguenze e sanzioni.
Secondo la Legge della Repubblica popolare cinese, per portare con sé fuori dal Paese delle monete antiche è necessaria l’approvazione di un’amministrazione dei reperti culturali, sotto il controllo del Consiglio di Stato cinese, e coloro che le trasportano devono rilasciare dichiarazioni doganali. Meglio evitare l’acquisto, oppure assicurarsi che rientrino nella fascia temporale indicata dal governo.
Coralli
Colorati e dal fascino intramontabile, i coralli attirano con la loro bellezza i turisti desiderosi di portare a casa un prezioso ricordo che proviene dai fondali marini. Ma è bene sapere che la raccolta, l’acquisto e il trasporto fuori dal Paese di coralli (interi o sotto forma di gioielli e manufatti) è in molti casi severamente vietato. È uno dei divieti più comuni tra i viaggiatori, eppure in tanti provano ad aggirarlo ogni anno. C’è chi nasconde piccole quantità, incappando in multe salate, e chi tenta invece di portarne via un numero ingente, rischiando la pena carceraria.
Oltre alle leggi nazionali, anche la convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, CITES (Convention on International Trade of Endangered Species), stabilisce il divieto sul trasporto di coralli. Nei Caraibi, per esempio, tutti i souvenir a base di corallo richiedono una licenza di esportazione, ma anche giungere in Europa con tali oggetti senza un appropriato certificato può significare il sequestro alla dogana del proprio Paese.
In Indonesia, per determinate specie di coralli servono permessi speciali per l’importazione in altri Stati, mentre anche in India, Filippine, Kenya e Malesia vigono regole stringenti.
Animali vivi
Se state pensando di portare con voi in Italia un regalo decisamente fuori dal comune come un esemplare di animale tipico della zona che andate a visitare, sappiate che è spesso proibito, in particolare se si tratta di specie in via di estinzione. Alcuni esempi? Dall’Australia è vietato portare via gli animali vivi autoctoni, come pappagalli e altri uccelli, serpenti e altri rettili, koala e insetti. In Tanzania, invece, per la raccolta o la cattura dall’ambiente selvatico di esemplari di animali, sia vivi che morti, occorre un certificato specifico.
In linea generale, anche per l’acquisto di un cane all’estero si richiede un processo complesso che comprende la presentazione di un certificato sanitario emesso dal Paese di provenienza.
Avorio e altre parti di animali
Quante volte capita di trovare in vendita, tra negozietti e bancarelle, dei souvenir ricavati da parti di animali? Avorio, gusci e pelli di animali, pellicce e lane di esemplari rari sono i materiali che alimentano un ricco mercato nero, a scapito della tutela della fauna locale e della biodiversità. Per questo le leggi internazionali vietano severamente ogni tipo di appropriazione, acquisto ed espatrio indebito di manufatti realizzati con materiali provenienti da animali vivi o morti. Alcuni esempi? Stivali, borse e accessori in pelle di serpente e lucertola o prodotti in pelle di alligatore e coccodrillo, ma anche sciarpe e scialli di lana shahtoosh e pellicce di leopardo o di tigre.
In Marocco è bene evitare di acquistare strumenti musicali e souvenir realizzati con gusci di tartaruga, sia per una questione di divieti, sia per non contribuire all’estinzione di questi animali marini. In Thailandia, i piatti realizzati con animali esotici potrebbero derivare da specie minacciate di estinzione, mentre anche in Sri Lanka meglio evitare braccialetti, orecchini e fermagli realizzati con il guscio delle tartarughe marine senza apposita documentazione.
In Cina, invece, è vietato acquistare e portare fuori dal Paese i cibi e i preparati curativi che contengono ingredienti ricavati da animali, come ossa di tigre, rinoceronte e cavalluccio marino. In tal caso è necessario informarsi su quali elementi possono essere acquistati e quali permessi servono.
In nessun caso, inoltre, è consentito il trasporto di avorio da un Paese all’altro, senza le necessarie autorizzazioni. Entrare in possesso di un quantitativo del pregiato materiale proveniente dall’elefante, anche sotto forma di lavori a intaglio e gioielli, e tentare di riportarlo a casa è un atto sanzionabile. Esistono anche stati che non hanno divieti interni, come lo Zimbabwe, ma una volta che si esce dal Paese e si torna in Italia, la merce potrebbe esservi sequestrata.
Fiori e piante
Non sono solo gli animali autoctoni ed in via di estinzione ad essere proibiti come souvenir. Anche diverse varietà di piante e fiori non possono essere raccolti o acquistati per essere espatriati, soprattutto se ancora vivi. In Thailandia è vietata la sottrazione illegale di orchidee, tra i più spettacolari fuori esotici. Alcune specie, infatti, sono a rischio di estinzione e il Paese ne proibisce qualunque tipo d’esportazione. È concesso esclusivamente l’acquisto di souvenir a base di orchidee coltivate, ma con apposito certificato.
Nei Caraibi, invece, alcune specie di piante ornamentali possono essere importate in Europa, come i cactus e le orchidee, ma solo con specifici certificati CITES. Sono necessari permessi particolari anche per l’esportazione di piante tipiche e di flora locale anche nello Zimbabwe e in Sud Africa.
Caviale
Un viaggio in giro per il mondo spesso porta con sé la sperimentazione di piatti tipici locali e di specialità culinarie, che vorremmo portare con noi a casa come souvenir originale da portare ad amici e parenti. Uno dei cibi più prestigiosi è sicuramente il caviale, ovvero le piccole uova delle diverse specie di storione.
Ma attenzione, perché anche il caviale di storione è soggetto a restrizioni. Acquistandolo in un Paese extra UE, può essere importato in Europa, ma solo per uso personale e fino ad un massimo di 125 grammi a persona (opportunamente conservato ed etichettato). A stabilirlo è il Regolamento CE n. 865/2006 della Commissione, che considera alcune merci provenienti da specie tutelate, ma frequentemente acquistate dai turisti, determinando il quantitativo pro capite limite che può essere introdotto in Europa anche senza documenti di esportazione o licenze di importazione.
Anche se è consentito portare caviale in Italia, nel limite dei 125 grammi a persona, è sempre bene informarsi sulle norme applicate dal Paese di origine del prodotto, poiché potrebbero esserci divieti di esportazione di tale prodotto, rischiando quindi il sequestro del bene e multe salate.
In linea generale, per viaggiare in maniera responsabile è importante prestare sempre la massima attenzione ed essere consapevoli degli acquisti di regali e souvenir che si fanno nei vari Paesi del mondo. Un gesto che può sembrare innocente, infatti, può contribuire ad accentuare la minaccia sulle specie vegetali e animali in via di estinzione e danneggiare un ecosistema fragile, già troppo sfruttato dall’uomo.