Siamo soliti pensare alle Maldive come a splendidi atolli microscopici che affiorano appena dall’acqua, circondati interamente da mare, dove è proprio questo l’elemento predominante, con i suoi fondali corallini e la sua incredibile vita marina.
La vegetazione delle isole, benché rigogliosa e tropicale – detto che, forse non lo sapevate, ma le palme non sono piante autoctone bensì importate – non la si può definire propriamente fitta. O almeno, questo è ciò che abbiamo sempre pensato.
Le foreste delle Maldive
Non tutti sanno, invece, che alle Maldive ci sono anche delle foreste che, nella lingua maldiviana, il Dhivehi, si chiamano “valuthere” ovvero “nelle terre selvagge”.
Pensare alla natura di queste isole significa pensare alla vita delle barriere coralline, ma poca attenzione è rivolta alla biodiversità della vita sulla terraferma. Dove c’è terreno sufficiente esplode, in tutta la sua spettacolarità, la foresta pluviale.
Queste terre, oltre a ospitare tantissime specie animali (66 specie conosciute di anfibi, uccelli, mammiferi e rettili, lo 0,6% delle quali endemiche e che quindi non si trovano al di fuori delle Maldive) sono l’habitat di ben 583 specie di piante.
Le isole delle Maldive sono incredibilmente piccole. Eppure, quando si è circondati da alte palme e intricate mangrovie (ne crescono ben 15 specie diverse, negli atolli Nord, come nelle isole dell’atollo di Laamu, Hithadhoo, Gan, Maabaidhoo e Gaadhoo, e Sud dell’arcipelago), immersi nel profumo legnoso del sandalo rosso e di meravigliosi fiori colorati, sembrano tutt’altro che piccole. Da non sottovalutare anche la bellezza del contrasto tra le acque cristalline e il verde della foresta che ne fanno un vero e proprio Eden.
Questa ricca vegetazione è fondamentale per le Maldive in quanto serve a proteggerle, a combattere I cambiamenti climatici in modo del tutto naturale in quanto assorbono l’anidride carbonica e a dare rifugio a specie animali, come gli uccelli, i pesci in via di estinzione (tra cui una particolare cernia che si trova solo tra queste isole), gli squali e le razze per i quali sono delle perfette e sicure nursery.
Alle foreste maldiviane da sempre, poi, sono legate delle leggende che, durante un viaggio in questo paradiso sarebbe bello scoprire.
Premesso che ogni isola ha sempre un bel po’ di vegetazione e sentieri sterrati che la attraversano e dove passeggiare, per trovare le “valuthere” più autentiche il consiglio è di andare su una delle tante isole disabitate e protette delle Maldive. Delle 1.192 isole coralline che formano l’arcipelago, solo 200 sono abitate, quindi c’è davvero molta scelta.
Per raggiungerle, basta chiedere alla reception del resort o della guesthouse dove si soggiorna di farsi accompagnare su una di quelle più vicine e, volendo, si può chiedere di venire a riprendervi il giorno successivo. Le isole disabitate delle Maldive sono quanto di meglio ci sia per sperimentare la completa solitudine e per godere della loro natura incontaminata.
Un parco naturale inaspettato
Nell’atollo Addu, il più a Sud della catena di atolli delle Maldive, si estende un vero e proprio parco naturale. In tutto, l’atollo comprende cinque isole abitate che hanno caratteristiche distinte molto diverse dal resto del Paese. L’atollo Addu ospita la seconda zona umida più estesa delle Maldive.
L’Addu Nature Park comprende la bellissima zona umida di Eydhigali Kilhi e l’area protetta di Koattey, sull’isola di Hithadhoo. Il parco di mangrovie ha pontili che si tuffano nei laghi e diversi itinerari ciclabili che attraversano la lussureggiante vegetazione.
È possibile fare un tour naturalistico guidato nel parco e osservare la fauna e la flora uniche di questo ricco habitat ed esplorare in canoa l’area della baia nota come Bedhi, famosa per le sue bellissime mangrovie rosse, i cuccioli di razza e di squalo. Una delle esperienze più inaspettate che si possano fare alle Maldive.