È la città italiana in cui vive Luca Guadagnino, Crema. Più “understatement” di Milano, è qui che il protagonista – il 17enne Elio – vive le vacanze con i suoi genitori. Più precisamente, il set è stato allestito a Moscazzano, pochi minuti fuori dalla città, all’interno di una casa che esiste per davvero e che è abitata: Guadagnino avrebbe persino voluto comprarla, talmente c’era affezionato.
Talvolta, i protagonisti del film si spingono fino in città. Addirittura, prima di cominciare le riprese, gli attori hanno vissuto a Crema per un po’, per entrare nei ritmi di una città a misura di pedone. «È la quintessenza dell’Italia, senza esserne un’idea. Molti dei film stranieri girati in Italia sembrano più finti di una moneta di cioccolato: non volevo correre quel rischio. Per me è importante che le scene appaiano il più coerente, il più corrette e il più reale possibile», ha dichiarato Luca Guadagnino.
Nel corso del film, la famiglia di Elio fa un’escursione a Bergamo. Diviso tra “Città Alta” – ricchissima di monumenti e testimonianze storiche - e “Città Bassa”, è uno dei luoghi più affascinanti di tutta la Lombardia. Tanto che le mura venete che separano i due centri abitati sono stati nominati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Non solo Bergamo: ad un certo punto del film compaiono anche le Cascate del Serio. Formate dall’omonimo fiume poco dopo la sua nascita nelle Alpi Orobie, così sono state descritte da Guadagnino: «è un luogo privo di rumori, in cui l’uomo interagisce solamente con la natura: ho scelto il Serio per il suo senso di assoluta intimità».
Il set si sposta poi a Sirmione. Sul Lago di Garda, Sirmione è famosa per le sue acque termali tanto quanto per le sue testimonianze romane e medioevali. È un luogo turistico, amatissimo soprattutto all’estero. Ed è qui che molte delle scene di Call me by your name sono ambientate.
Nel film – di Sirmione – si vede anche il suo luogo più significativo, le Grotte di Catullo, una domus romana costruita tra il I e il II secolo d.C. sulla penisola della città. Si tratta di un complesso archeologico d’enorme fascino, il cui nome “Grotte” ha origine nel Quattrocento, quando le rovine apparivano come delle caverne e gli scavi ancora non erano iniziati.