Pellegrinaggio a Rocamadour, la città dei sette santuari

Cosa vedere nel meraviglioso borgo medievale di Rocamadour arroccato sul massiccio di falesia calcarea che domina il torrente Alzou.

Pubblicato: 22 Ottobre 2017 20:00

SiViaggia

Redazione

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Il profilo solenne della roccia si staglia all’orizzonte. È il profilo dell’abitato di Rocamadour, città sacra e di devozione mariana, borgo medievale arroccato sul massiccio di falesia calcarea che domina maestoso il canyon del torrente Alzou, nel dipartimento del Lot, in Occitania, nel sud della Francia. Meta famosa di pellegrini, che poi spesso proseguono verso Tolosa per giungere a Santiago de Compostela, Rocamadour è celebre per i suoi santuari, in particolare quello della Madonna Nera, e ogni anno attira quasi un milione e mezzo di turisti e pellegrini, risultando così la località francese più visitata dopo Mont-Saint-Michel, Carcassonne, la Torre Eiffel e la Reggia di Versailles.

Rocamadour, con i suoi vicoli tortuosi di chiara impronta medievale, si estende su tre livelli: la città bassa attraversata da una strada che la percorre interamente e che congiunge due delle quattro antiche porte (Salmon, Cabilière, de l’Hôpital, du Figuier), un complesso di sette santuari che la sovrasta, e più su ancora il castello e le mura fortificate. Una scalinata monumentale (le Grand escalier), di 216 gradini, che i pellegrini percorrevano (e talora ancora percorrono) in ginocchio, conduce alla spianata dei santuari dove si affacciano la basilica del San Salvatore, con la cripta di San Amadour, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, e le cappelle di Sant’Anna, San Biagio, San Giovanni Battista, Notre Dame – dove c’è la statua della Madonna Nera – San Luigi, San Michele.

L’unione di basilica, cripta e cappelle dedicate ai santi fa di Rocamadour una vera e propria città religiosa che è stata edificata, in più fasi, a partire dall’XI secolo. Iniziate la visita dalla basilica del San Salvatore, la più grande delle chiese del complesso. Costruita tra l’XI e il XIII secolo, il suo stile richiama la transizione dal romanico al gotico; presenta all’interno un soppalco in legno (realizzato in occasione delle modifiche del XIX secolo) che è stato costruito per ospitare le folle di pellegrini e devoti che sempre più transitavano di lì. Sulla parete sinistra della navata si trova un bellissimo legno policromo del XVI secolo raffigurante il Cristo. Nel 1913 l’edificio religioso è stato elevato al rango di basilica per volontà di papa Pio X.

Passate poi alla cripta di San Amadour, che risale al XII secolo. Cominciata prima della scoperta del corpo di quello che si supponeva essere quello del santo eremita, nel 1166, fu lì che fu conservato fino alla sua distruzione da parte dei protestanti nel 1562. La cripta, più correttamente definibile come “chiesa inferiore”, sostiene in parte la basilica del San Salvatore. Dopo la distruzione del corpo di San Amadour – che la tradizione identifica con lo Zaccheo del Vangelo – le reliquie restanti vennero collocate in un reliquiario in legno dorato.

C’è poi un singolare legame tra Rocamadour e Durlindana, la leggendaria spada di Orlando, che viene identificata con la misteriosa e un po’ arrugginita lama infissa in una parete rupestre nei pressi dell’entrata della basilica. Stando alla leggenda, Orlando, prima della famosa battaglia di Roncisvalle, dove perse la vita, cercò di spezzare la spada per non farla cadere in mano musulmana e non riuscendoci invocò San Michele affinché gli desse la forza per scagliarla lontano e così fu.

Spostatevi verso la cappella di Notre Dame – che si appoggia su un lato della basilica – dove è custodita la statua della Madonna Nera con Bambino che risale al XII secolo. In origine il pregevole manufatto è un unico pezzo di legno di noce, senza reliquie nascoste all’interno, con un abito in metallo e una collana d’argento, in seguito ricoperto con foglie d’oro. Non è sempre stata nera, perché sotto lo strato di annerimento è ancora riscontrabile un leggero strato di policromia. Nella cappella si trovano molti ex voto, uno dei quali è a forma di nave, ed una campana che si dice suoni ogni qualvolta si verifichi un miracolo ad opera della Vergine. Sono state attestate, nel Libro dei Miracoli del 1172, più di cento guarigioni compiute della Madonna Nera.

Proseguite la visita con la cappella di San Michele, di impronta romanica, che si trova in una torre-portico e in parte è scavata nella roccia. Nella facciata vi sono affreschi raffiguranti l’Annunciazione e la Visitazione, mentre all’interno della sua abside è affrescato un Cristo in Maestà. Per raggiungere la spianata dei santuari di Rocamadour si può anche utilizzare un ascensore urbano che congiunge la città bassa alla sua parte più strettamente devozionale (è in funzione da febbraio a metà novembre e durante le vacanze natalizie). Alla città bassa invece si arriva con un trenino (passaggi ogni 15 minuti) che parte dal parcheggio alle porte dell’abitato dove i visitatori sono invitati a lasciare l’auto (oltre diventa difficile la sosta).

Per completare il tour non vi resta che visitare le cappelle dedicate a Saint-Jean-Baptiste, battistero dalla tipica forma ottagonale, Saint-Blaise, Sainte-Anne, Saint-Louis. Si accede ai santuari dal Palazzo dei Vescovi di Tulle che ospita un museo con pregevoli oggetti di arte sacra e tele dei secoli XVII e XVIII. Da lì si può salire ancora al castello e, percorrendo un suggestivo sentiero, con la Via Crucis o utilizzando un secondo ascensore.

Costruito tra il XIII e il XIV secolo, il castello era il punto centrale del sistema difensivo del borgo, oltre a consolidare la fama di fortezza inespugnabile che accompagnava Rocamadour. Gravemente danneggiato durante i secoli, la fortezza fu praticamente ricostruita nell’Ottocento, pur conservando strutture e materiali originali. Attualmente si può visitare in tutta la sua bellezza, architettonica e naturalistica, ben rappresentata, negli spazi retrostanti, da un bel giardino decorato con alberi e piante di vario tipo. Da lì lo sguardo si perde sugli scorci ancora intatti del Parco naturale regionale dei Causses del Quercy, un panorama veramente unico.

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