Il piccolo (ma graziosissimo) borgo di Sant’Agata Feltria si arrampica tra le colline del Montefeltro con un’immagine che sembra costruita apposta per evocare racconti e leggende. Vi basti pensare che a dominare il centro storico è la “Rocca delle Fiabe“, un’armoniosa massa di pietra che sovrasta tetti e vicoli e che oggi custodisce un museo dedicato all’immaginario fantastico.
La sua posizione, tra la Valle del Savio e quella del Marecchia, regala un contesto naturale ampio e vario, fatto di boschi fitti, campi coltivati e crinali morbidi che isolano il paese dal resto del territorio. L’estensione è sorprendente rispetto alle dimensioni dell’abitato: è la seconda più ampia della provincia di Rimini, al punto da racchiudere un centro storico compatto, una costellazione di frazioni e innumerevoli meraviglie della natura.
Indice
Cosa vedere a Sant’Agata Feltria
A Sant’Agata Feltria i luoghi da visitare si concentrano in pochi metri e permettono di passare, in breve tempo, da una rocca spettacolare a un teatro ligneo unico, da chiese antiche a fontane artistiche nascoste tra le vie. Il centro storico si sviluppa in salita attorno alla fortezza e rende la visita varia e mai ripetitiva, alternando scorci panoramici, edifici storici e piccoli spazi raccolti che raccontano l’anima del borgo.
Rocca Fregoso
La prima tappa da fare è senza ombra di dubbio la Rocca Fregoso che con la sua imponenza veglia sull’abitato dall’alto del Sasso del Lupo, un poderoso blocco di arenaria che cade a strapiombo sulla Valle del Savio. L’impianto originario risale all’anno Mille e fu voluto dai conti Cavalca di Bertinoro. Nel corso dei secoli l’edificio cambiò funzione e volto, seguendo le vicende delle famiglie dominanti.
Con l’avvento dei Fregoso la rocca assunse un carattere residenziale: vennero sopraelevati i corpi di fabbrica, ridefiniti gli spazi interni, inseriti soffitti a cassettoni, camini monumentali e una cappella ottagonale affrescata. Il complesso attraversò poi una lunga fase di riusi, diventando convento, scuola, tribunale e abitazione civile. Oggi ospita il museo “Rocca delle Fiabe”, una collezione che intreccia documenti storici, arte grafica e immaginario narrativo.
Teatro Angelo Mariani
All’interno del Palazzone seicentesco affacciato sulla piazza principale si trova uno dei teatri più antichi d’Italia interamente costruiti in legno. Difficile crederlo visto che ci troviamo in un borgo di nemmeno 2.000 abitanti. Eppure il paese vanta questo curioso primato. La struttura conserva platea, palcoscenico, colonne portanti e ordini di palchi realizzati senza l’uso di muratura. Nato all’inizio del XVII secolo, venne ampliato nel Settecento grazie all’iniziativa delle famiglie locali riunite nella Società Condomini.
L’ingresso laterale è stato ricavato sacrificando un palco e oggi rappresenta una peculiarità rara. Le balconate sono decorate a tempera con drappi e motivi tessili, mentre il soffitto è la casa di medaglioni dedicati a figure della storia teatrale e locale. Non è di certo meno interessante il sipario dipinto da Romolo Liverani, che raffigura il borgo e costituisce una testimonianza preziosa della scenografia ottocentesca.
Collegiata di Sant’Agata Vergine e Martire
Edificata intorno all’anno Mille su un luogo di culto precedente, la Collegiata di Sant’Agata Vergine e Martire simbolizza il cuore religioso del paese. L’edificio attuale deriva da interventi settecenteschi di gusto barocco, che hanno ridefinito l’interno con equilibrio e solennità. La chiesa custodisce opere d’arte, arredi liturgici e una memoria continua della devozione locale verso la santa catanese.
San Francesco della Rosa
Addossata alla rocca, la Chiesa di San Francesco della Rosa nacque nel XVII secolo in occasione della trasformazione del castello in convento. Tra le sue possenti mura ci sono tre altari, stucchi barocchi e un organo ligneo di grande interesse storico. Ma c’è anche una piccola curiosità: è presente un passaggio riservato che collega ancora oggi il luogo sacro alla fortezza, segno tangibile della relazione tra potere civile e spiritualità.
Fontane artistiche e percorsi simbolici
Sant’Agata Feltria accoglie persino un vero e proprio itinerario di fontane d’autore. Nate dalla collaborazione tra Tonino Guerra e il mosaicista Marco Bravura, sono una più particolare dell’altra:
- Fontana della Chiocciola: rivestita da centinaia di migliaia di tessere musive, scende lungo una scalinata come una favola dedicata alla lentezza.
- Luna nel Pozzo: trasforma una fonte ottocentesca in un microcosmo celeste.
- Impronte della memoria: recupera un antico abbeveratoio, evocando il rapporto tra comunità rurale e territorio.
Cosa fare nel territorio santagatese
Avete capito che il paesino dell’Emilia-Romagna conserva tantissimi e particolari punti di interesse, ma quel che non sapete ancora è che Sant’Agata Feltria non si limita a farsi ammirare. Il borgo, infatti, propone esperienze che coinvolgono i sensi e raccontano la vita del territorio. Tra le tantissime cose da fare vi segnaliamo:
- Partecipare alla Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato: anima il nucleo antico per tutte le domeniche di ottobre con mercati, degustazioni e incontri.
- Esplorare il Museo delle Arti Rurali: ospitato nell’ex convento di San Girolamo e dedicato alla civiltà contadina e alla figura di don Olinto Marella.
- Visitare l’Ecomuseo del Tartufo: racconta il rapporto tra fungo ipogeo ed ecosistema attraverso immagini, oggetti e installazioni.
- Scoprire il museo diffuso “A riveder le stelle”: composto da presepi e diorami collocati nel centro storico e nelle frazioni (nel periodo natalizio).
- Percorrere i sentieri del Bosco di Monte Ercole e Monte San Silvestro: area di elevato pregio ambientale riconosciuta a livello europeo.
- Raggiungere Petrella Guidi: frazione del paese, è un borgo fortificato intatto affacciato sulla Valmarecchia che si caratterizza per la presenza di case in pietra chiara e resti di una rocca medievale.
Come arrivare a Sant’Agata Feltria
Sant’Agata Feltria si raggiunge facilmente dalla costa adriatica seguendo la Valmarecchia in direzione dell’Appennino. Da Rimini si percorre la strada provinciale verso Novafeltria, proseguendo poi verso l’interno fino al centro abitato.
L’area è collegata anche alla Valle del Savio tramite una rete di strade panoramiche che attraversano colline, boschi e piccoli nuclei rurali. Chi arriva da Arezzo o dalla Toscana può valicare l’Appennino passando dal Monte Fumaiolo e dalle Balze di Verghereto, entrando nel territorio santagatese da sud.