Trentino misterioso

Siete pronti a scoprire il Trentino più misterioso? Sto per portarvi nei luoghi più leggendari della regione più verde d’Italia!

Pubblicato: 12 Luglio 2021 08:30

SiViaggia

Redazione

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Il tour del mistero inizia dall’eremo di San Romedio, nelle vicinanze di Sanzeno, in Val di Non, in Trentino; una meta di pellegrinaggio, costruita su una rupe calcarea d’oltre 70 metri.

L’eremo, in una cornice naturale mozzafiato, è formato da 5 piccole chiese sovrapposte,  collegate da una ripida scalinata di 131 gradini.

Questo luogo nacque per volere di San Romedio di Thaur (vicino ad Innsbruck). L’eremita, del IV secolo d.C., alla morte, venne seppellito nella roccia, contribuendo alla nascita delle leggende che lo riguardano.

Una di queste narra del Santo, diretto a Trento, a cavallo. Durante il viaggio, venne assalito da un orso; l’animale sbranò il destriero dell’eremita che, però, riuscì a placare la belva, cavalcandola sino a destinazione.

Il 14 di gennaio non mancate alla camminata notturna, con le fiaccole, sino all’eremo, illuminato dalle candele; e, il giorno dopo, finita la messa nel Santuario, non perdetevi, in cambio di un’offerta, il tipico “piatto del pellegrino” a base di trippe.

Aldilà del valore spirituale, la passeggiata al Santuario è un’esperienza unica, capace di regalare – non solo d’inverno, ma tutto l’anno! – grandi emozioni!

Il viaggio nel Trentino più occulto ci conduce vicino Ragoli, nelle Valli Giudicarie, al villaggio fantasma di Iròn, abbandonato nel 1630, a causa della peste ; un piccolo agglomerato fitto di case in legno e granito, scenario perfetto per la proliferazione di leggende sulla presenza di spiriti degli appestati.

Da non perdere la chiesetta di San Giacomo, posta su un’altura panoramica. Sotto l’intonaco, sono stati ritrovati affreschi gotici, ricoperti dalla calce, probabilmente, nell’illusione di limitare il contagio dell’epidemia mortale.

Oggi, d’estate, Iròn si rianima, un’occasione per rivivere il passato medievale, perfettamente conservato!

Facciamo tappa, ora, in bassa Val di Sole, al misterioso Castel Caldes, fortezza gotica che custodisce una leggenda tanto romantica quanto sinistra.

Il maniero, costruito nel XIII secolo, accoglie mobili d’epoca, opere d’arte e la “stube” del conte: una stanza tornata ai fasti del passato grazie al restauro perfetto degli intonaci, del pavimento ligneo e dei rivestimenti di soffitto e pareti.

D’estate, Castel Caldes ospita eventi culturali e visite guidate; attenzione, però, a non incappare nel fantasma di Olinda!

La giovane fu promessa in sposa, dal padre Rodemondo, ad un uomo che non amava; in realtà, era innamorata, contraccambiata, del menestrello di corte, Arunte. Rodemondo, allora, imprigionò la figlia e fede uccidere Arunte. Olinda passo l’intera prigionia a decorare con splendidi affreschi quel luogo reclusione, sino a quando, appresa la morte dell’amato, si lasciò morire di dolore. Da allora, la sua anima pare aggirarsi inquieta per il castello…

Anche Castel Nanno, elegante maniero della Val di Non, è noto per una misteriosa vicenda, con protagonisti i “Romeo e Giulietta del Trentino”, Melisenda e Ludovico.

Il castello, le cui prime citazioni risalgono al 1264, sorge su un’altura vicino l’omonimo paese. Imponente, presenta una torretta centrale che si confonde con le vette delle Dolomiti di Brenta da cui sembra protetto, sensazione che lo rende ancora più austero.

Ma veniamo ai due innamorati: nel Medioevo, i casati di Castel Nanno e di Castel Sporo erano rivali. Durante un ricevimento, Melisenda Nanno rimase affascinata da un fiero giovane, non immaginando si trattasse del giovane rampollo degli Sporo, Ludovico. I due, per qualche tempo, riuscirono ad amarsi di nascosto, fino a quando un losco figuro, “il Guercio”, scopertili, non raccontò tutto al conte Nanno. Gli amanti furono murati vivi nelle segrete del castello e, ancora oggi, stando ai racconti, in alcune notti di maggio, sono udibili i loro tormentati lamenti…

Non è tutto: Castel Nanno fu sfondo di un terrificante processo di stregoneria, che condannò al rogo, nel ‘600, tre fanciulle. Volete rivivere le pagine sinistre del castello? Sappiate che è visitabile, per vostra fortuna esclusivamente con una guida!

Il viaggio nel Trentino del mistero ci porta anche in val di Breguzzo, ai piedi delle Dolomiti di Brenta, a 40 km da Madonna di Campiglio.

Sapete che proprio in questa zona si nasconde una miniera d’oro? Secondo un’antica leggenda, un pover’uomo, scavando in una grotta in Val Agosta, trovò un pezzo d’oro. Ogni giorno, armato di piccone, partiva per quell’antro segreto, lavorando sino all’alba in cerca delle pietre preziose. Solo in punto di morte, divenuto nel frattempo ricco, confidò all’unico amico posseduto il punto esatto della miniera ma nessuno, però, riuscì a trovarla…

L’ultima tappa di questo tour, fra i luoghi più enigmatici del Trentino, è sempre nelle Giudicarie: si tratta del Parco Archeo Natura, fra il lago di Garda e le Dolomiti di Brenta; un posto unico, che riporta al secondo millennio a.C. Proprio qui, sorgeva un villaggio dell’età del Bronzo, costruito, su palafitte, sull’antico lago di Carera!

Oggi, una passerella sull’acqua accompagna fra capanne di legno, ricostruite sulla base degli studi archeologi; un’occasione suggestiva per toccare con mano la Preistoria!

Il sito delle palafitte di Fiavé, dal 2011 Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, conserva, sommersi, i resti della “selva” di pali che millenni fa sorreggeva il villaggio originale! Un angolo di Trentino stupendo, in cui il fascino del mistero si fonde perfettamente con la Storia!

 

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