Ci sono itinerari che vengono pensati per andare alla scoperta delle tradizioni storiche o di quelle gastronomiche che caratterizzano il nostro Paese. C'è chi si mette in viaggio per raggiungere le destinazioni che hanno fatto da set ad alcune pellicole importanti e chi ancora lo fa per seguire le orme di scrittori, filosofi e pensatori. E se oggi vi dicessimo che abbiamo realizzato per voi un itinerario per andare alla scoperta della cipolla italiana? Rosse, bianche e ramate, in Italia ne esistono tantissime varietà, da nord a sud, che prendono il nome proprio dalle città della penisola in cui vengono coltivate: scopriamole insieme.
Il nostro itinerario non poteva non partire da qui, da Tropea. Riconosciuta per il suo sapore e quel colore rosso tendente al viola, la cipolla calabrese è diventata oggi un prodotto di eccellenza italiana.
Nonostante faccia parte della categoria comune delle cipolle bianche, questo alimento è tutt'altro che popolare. La cipolla di Brunate, infatti, è oggi a rischio estinzione.
Ci troviamo in provincia di Salerno, esattamente ai confini di Perdiumo. È qui che la cipolla di Vatolla, località da cui prende il nome, viene coltivata. A differenza delle altre varietà è molto dolce e particolarmente digeribile.
In Umbria, ogni settembre, una grande festa celebra la cipolla di Cannara. Nella regione esiste un consorzio che tutela i produttori e l'intera filiera.
Una volta impiegata nei pasti poveri, la cipolla di Sermide, provincia di Mantova, è oggi considerata un elemento fondamentale della cucina nostrana.
Per alcuni è la cipolla rosa, per altri è rossa. Quello che è certo è che questo alimento, dalla polpa bianca, è coltivato nella zona di Bassano del Grappa.
Inaspettatamente, il nostro itinerario alla scoperta delle cipolle italiane ci porta a Milano. È nel capoluogo lombardo che viene coltivata la cipolla ramata.
Già conosciuta come capitale della cultura, a Parma va anche il merito di essere il luogo di coltivazione delle cipolle più utilizzate di sempre, quelle dorate.
Tra Avellino e Salerno, esattamente a Montoro, alcuni contadini della zona coltivano la cipolla ramata. Il suo sapore dolce e delicato la rende perfetta per le preparazioni della pasta alla genovese.
Coltivata a Caserta, nella pianura di Alife, questa cipolla è un presidio Slow Food. Secondo alcune fonti storiche, la pianta veniva coltivata qui già in epoca romana.
Ricca di proprietà terapeutiche, la cipolla rossa di Cavasso Nuovo rischiava di scomparire quando, anni fa, la coltivazione in Friuli Venezia Giulia è stata interrotta. Recentemente però, i contadini hanno riportato in auge questo prezioso alimento.
Una cipolla grande e piatta dalla buccia dorata. Stiamo parlando della sarda di Banari, gli esperti consigliano di mangiarla cotta al forno.
È l'emblema della città, al punto tale da essere stata presente anche nello stemma del comune nel XII secolo. Stiamo parlando della cipolla di Certaldo.
Nel comune di Acquaviva delle Fonti, a Bari, viene coltivata una cipolla dalla forma larga e piatta, diventata presidio Slow Food.
Coltivata a Suasa, tra le province di Ancona e di Pesaro Urbino, questa cipolla ha un colorito tendente al rosa e un caratteristico sapore molto dolce. Ogni anno, nelle Marche, una festa la celebra.
La cipolla di Boretto, che prende il nome dal territorio in cui viene coltivata, è utilizzata soprattutto in Emilia Romagna, servita insieme a gnocco fritto e altri salumi. Oggi, la sua produzione, si è spostata soprattutto a Parma.
Chioggia non è nota solo per il suo pesce e per le sue case colorate, ma anche per la cipolla. Non a caso è proprio da questa città che provengono moltissime ricette a base di pesce e cipolle.
Fresca o sotto aceto, la cipolla bianca di Barletta è una delle più consumate in tavola dagli italiani. La sua coltivazione è molto precoce, motivo per cui, in casa, non manca mai.
Coltivata tra i comuni di San Casciano Val di Pesa e Soffiano, la cipolla Vernina di Toscana è sicuramente una delle varietà più particolari, tutto merito di quell'odore e del sapore forte e pungente.
Il loro peso non è mai inferiore ai 500 grammi: stiamo parlando delle cipolle di Giarratana, nel ragusano, conosciute soprattutto per le loro grandi dimensioni.