Dal proprio passato l’Italia ha ereditato non solo tutte le meraviglie che possediamo e le bellissime tradizioni, ma anche diverse leggende e superstizioni. Per questo motivo abbiamo deciso di portarvi in viaggio alla scoperta delle leggende italiane più affascinanti, quelle che fanno innamorare dei luoghi dove sono nate (nella foto l'Abbazia di San Vittore alle Chiuse).
Iniziamo questo viaggio particolarissimo da Rosazza in provincia di Biella. È conosciuto come il luogo più misterioso d'Italia poiché, secondo la tradizione, è stato costruito dagli spiriti. Qui viveva Federico Rosazza, membro del Senato del Regno d’Italia e dell'associazione Giovane Italia di Giuseppe Mazzini. Secondo quanto si narra era il riferimento della massoneria della zona ed è per questo che la città è ricca di simboli esoterici e misteriosi.
Voliamo poi in Toscana per scoprire l'Abbazia di San Galgano nel comune di Chiusdino. Da queste parti è ubicata una piccola cappella di forma circolare al cui interno è custodita una delle reliquie più affascinanti e, allo stesso tempo, misteriosa di tutta la regione: una spada cruciforme incastrata in uno sperone di roccia. Infatti, sembrerebbe che proprio qui sia nata la vera leggenda della spada nella roccia.
Super affascinante anche Villa Palagonia a Bagheria in provincia di Palermo. Costruita nel 1700 per volere del principe di Palagonia, si presenta come una dimora particolare anche grazie alle statue raffiguranti animali fantastici e figure antropomorfe, volute dal successore del principe: Ferdinando Francesco II. Egli fece costruire queste statue per esorcizzare la sua bruttezza e sentirsi meno solo nella dimora.
Leggende affascinanti anche al Castello di Torrechiara in provincia di Parma. Si narra che tra queste mura due amanti, Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini, erano soliti passare dei focosi momenti di intimità. Un amore, tuttavia, molto strano e che nasceva e si manifestava solo nelle notti luna piena, a tal punto che la duchessa fu murata viva dal marito, che non aveva proprio apprezzato il tradimento della moglie. Si narra che ancora oggi nelle notti di luna piena il fantasma della duchessa si aggiri tra le stanze del castello alla ricerca del suo amante.
Trasferiamoci nel Lazio per scoprire li Lago Bolsena in provincia di Viterbo. Questo è innanzi tutto il più grande lago vulcanico d’Europa e quinto, per grandezza, tra i laghi italiani. Si dice che qui siano avvenuti due miracoli: S. Cristina, figlia del prefetto Urbano, fu gettata nell’acqua con una pietra al collo. La pietra non la trascinò sul fondo, bensì, come un salvagente, la fece galleggiare. Il masso, con le impronte della ragazzina, è conservato nella Collegiata di S. Cristina dove, nel 1263, avvenne un altro miracolo: un prete che celebrava la messa vide uscire dall’ostia del sangue che macchiò le pietre del pavimento. Ma non solo. Al centro del lago svettano le isole Bisentina e Martana, dove la leggenda narra sia stata tenuta prigioniera e uccisa la regina dei Goti Amalasunta.
Luoghi meravigliosi e dalla leggende uniche anche in Molise e più precisamente a Castropignano in provincia di Campobasso. Il protagonista di questa storia è il Cantone della Fata, una grande roccia posizionata sul lato nord del Castello d’Evoli. Secondo la leggenda, qui visse una ragazza talmente bella da essere chiamata la fata, promessa sposa di un fortunato giovane del luogo. All’epoca, però, vigeva la legge dello "ius primae noctis": il diritto da parte del signore feudale di poter trascorrere la prima notte di nozze con la moglie di un suo servo. La fata non lo accettò e si diede alla fuga, atto che sfortunatamente terminò con un lancio nel vuoto, proprio dalla roccia prima citata. Oggi, in quel punto esatto si aggirerebbe ancora il fantasma della bellissima donna.
Trasferiamoci in Trentino Alto-Adige per scoprire la Valle di Contrin ai piedi della Marmolada. Qui vive ancora il ricordo di Conturina, una bellissima fanciulla vittima della propria bellezza e dell’odio profondo della sua matrigna. Molti principi e giovani cavalieri andavano in visita al castello per Conturina e senza interessarsi alle altre ragazze. Alla matrigna tutto questo proprio non piaceva a tal punto che, tramite una strega, fece lanciare un incantesimo che trasformò la giovane fanciulla in una statua, per poi portarla sopra l’altissima rupe che domina il Passo di Ombretta. Un giorno, alcuni pastori udirono una voce di donna che cantava una dolce melodia. Un giovane soldato riuscì a comprendere le parole del canto che descrivevano la triste storia. Il soldato provò così a liberare Conturina dalla roccia, ma purtroppo era troppo tardi. La povera ragazza di pietra era destinata a vivere per sempre lì. Si narra che anche oggi sia possibile percepire quel canto.
Super affascinante anche l'Abbazia di San Vittore alle Chiuse, in provincia di Ancona, che possiede caratteristiche architettoniche che sono tipiche dell’arte dell’Impero Bizantino, vale a dire un vero e proprio mistero su come questo stile sia arrivato in questa regione. All'interno, inoltre, vi è il simbolo dell’infinito rovesciato, alcuni credono che sia una traccia esoterica lasciata dai templari; altri che sia un rimando alla possibilità di raggiungere l’infinito grazie alla fede. Ma non solo. Sopra una delle colonne interne sono presenti dei graffiti che, per gli appassionati di esoterismo, rappresentano un Nodo di Salomone e una losanga che simboleggia una variazione del noto simbolo del Centro Sacro.
Terminiamo questo viaggio leggendario a Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia, il cui promontorio è ricco di mistero: si dice sia abitato dalla profetessa Manto alla quale si sarebbero rivolti naviganti, timorosi nell’affrontare il viaggio in mare tra i vortici di Scilla e Cariddi, tra i quali anche il famoso Ulisse. Sotto il promontorio, invece, c'è Torre Ruffa, dove Donna Canfora si sarebbe suicidata. Si gettò dalla nave dei suoi rapitori e annegò in mare. Prima di morire urlò: "Le donne di questa terra preferiscono la morte al disonore!". Da quel momento, il mare per onorare il sacrificio cambia colore ad ogni ora, assumendo tutte le sfumature dell’azzurro, per ricordare proprio il colore del velo che la stessa sempre indossava. Nel frattempo, le onde che si infrangono contro la battigia sembrano parlare, riproducendo il triste lamento di Donna Canfora, la quale ogni notte saluta la sua amata terra.