Immaginate un paesaggio in cui il tempo sembra sospeso, dove l’acqua cristallina nasconde sotto la sua superficie antiche storie e misteri sepolti. È questo il fascino delle chiese sommerse che, con le torri campanarie ancora svettanti, raccontano storie di villaggi un tempo prosperi, sacrificati per la costruzione di moderne dighe.
Si tratta di luoghi, carichi di mistero e suggestione, ormai diventati vere e proprie attrazioni turistiche, capaci di evocare emozioni uniche. Partiamo insieme per un viaggio all’insegna di una malinconica bellezza.
Il Campanile di Curon, che emerge dalle acque del Lago di Resia
Simbolo della Val Venosta, il solitario campanile in stile romanico della Chiesa di Santa Caterina di Alessandria che si erge dalle limpide acque del Lago di Resia, è diventato, nel tempo, un’immagine da cartolina dall’atmosfera fiabesca, capace di attrarre migliaia di turisti, ammantato da un’aura leggendaria che vuole che le sue campane suonino ancora nelle giornate particolarmente ventose.
Tuttavia, la storia che ha portato alla nascita del panorama che oggi conosciamo, non è delle più allegre: cinque anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, furono ultimati i lavori per la costruzione della grande centrale idroelettrica unendo i bacini naturali di Resia e Curon. Gli abitanti dovettero abbandonare le proprie case e i propri paesi, sommersi a 22 metri di profondità.
Il Monastero di San Nicola a Kalyazin e la Chiesa della Natività a Krokhino, Russia
Anche il bacino artificiale di Uglich, vicino alla città di Kalyazin, custodisce un frammento di passato sommerso: parte del campanile del Monastero di San Nicola, costruito tra il 1796 e il 1800.
Nel 1939, sotto il regime di Stalin, la città fu sacrificata per permettere la costruzione di un bacino sul fiume Volga: l’abbazia fu smantellata ma la neoclassica torre campanaria preservata, diventando una curiosa attrazione turistica. Così, per proteggerla dalla forza delle acque, venne rinforzata e posta su una piccola isola artificiale.
Stesso destino per la Chiesa della Natività edificata alla fine del XVIII secolo sulle rive del Lago Beloye, all’inizio del fiume Sheksna e “scomparsa” negli anni Sessanta insieme alla cittadina e ad altri villaggi della regione di Belozersky, a causa della costruzione della diga sul Volga. Il livello dell’acqua del Lago Beloye fu innalzato per garantire una profondità sufficiente al passaggio delle navi, condannando gli antichi insediamenti sotto le acque del bacino artificiale, baluardi silenziosi di un passato perduto.
La Chiesa di San Nicola a Mavrovo, Macedonia
La Chiesa di San Nicola a Mavrovo, in Macedonia, fu edificata a metà dell’Ottocento e rimase integra fino alla creazione di un lago artificiale che la sommerse. Tuttavia, a causa della siccità dovuta al cambiamento climatico intorno al Duemila, il livello dell’acqua si è abbassato, riportandola parzialmente alla luce.
Mavrovo, già popolare come località di montagna per via degli impianti sciistici, del parco nazionale e del lago, ha così acquisito un fascino ulteriore grazie a questo particolare patrimonio storico.
La Chiesa di Sant Romà e la Chiesa di San Mediano, Spagna
Ancora, il bacino di Sau in Catalogna, custodisce sotto le sue acque il villaggio omonimo. Creato nel 1962, l’invaso ha sommerso il borgo, lasciando visibile soltanto la sommità del campanile della Chiesa di Sant Romà, risalente all’XXI secolo.
Sebbene il villaggio fosse già disabitato da quasi un secolo, vi rimanevano alcune case, la chiesetta e un antico ponte romano. Durante i periodi di siccità, la chiesa torna a emergere, offrendo uno spettacolo incredibile che attira visitatori ammaliati dalla storia e dalla natura che qui si intrecciano.
Infine, la Chiesa di San Mediano, risalente al XVI secolo, è uno dei simboli della zona di La Fueva, nella provincia di Huesca, nella comunità autonoma dell’Aragona. Quando l’area fu inondata per creare un bacino idrico artificiale, l’intero villaggio venne sommerso.