Sopra una stretta rupe calcarea che emerge dal bosco delle Alpi Sveve, in Germania, svetta nei cieli una costruzione che rappresenta una presenza rara nel panorama europeo delle architetture storiche. Parliamo del fiabesco Castello di Lichtenstein, la cui particolarità sta certamente nella bellezza, ma anche nella misura contenuta che, secondo alcune fonti, è stata studiata appositamente per creare un effetto scenografico intenso e concentrato.
La struttura, infatti, appare come un organismo compatto che segue il profilo dello sperone su cui si trova e nel quale torri, mura e corpi di fabbrica formano un insieme unitario e leggibile a colpo d’occhio.
Ma non è tutto, perché a differenza delle grandi regge urbane o delle cittadelle militari pensate per resistere a lunghi assedi, Lichtenstein nasce per evocare un ideale cavalleresco, più vicino alla letteratura che alla strategia bellica: il complesso attuale riprende l’aspetto di un castello medievale ideale, frutto di studio storico, gusto romantico e precisione artigianale. Ciò vuol dire che chi arriva fin qui entra in contatto con una visione del Medioevo filtrata attraverso l’Ottocento, periodo affascinato da miti, cavalieri e fedeltà dinastiche.
Indice
La storia del Castello di Lichtenstein
L’area in cui oggi prende vita il Castello di Lichtenstein vide la nascita di una prima fortificazione tra il XII e il XIII secolo, periodo in cui il Burg Lichtenstein venne costruito per sorvegliare la valle del fiume Echaz e le vie di passaggio sottostanti. Con il passare del tempo questa struttura perse rilevanza strategica e, dopo il XVII secolo, lasciò spazio a un lento declino che la ridusse a resti murari. All’inizio dell’Ottocento il terreno entrò nei possedimenti dei sovrani del Württemberg, i quali scelsero di sfruttarlo come tenuta di caccia e mantenendo, perciò, solo un edificio funzionale e privo di ambizioni monumentali.
Tutto rimase in questo modo fino all’arrivo di Wilhelm von Urach, conte e in seguito duca, uomo colto e profondamente attratto dal Medioevo, dall’arte gotica e dalla narrativa romantica, che decise di trasformalo definitivamente in quel maniero che oggi affascina chiunque si trovi al suo cospetto.
Ma come fece? Stando alle fonti storiche, bisogna ringraziare la lettura del romanzo “Lichtenstein” di Wilhelm Hauff (pubblicato nel 1826) che agì come scintilla creativa e suggerì l’idea di tradurre in architettura l’universo cavalleresco descritto nelle pagine del libro.
Fu così che tra il 1840 e il 1842 Wilhelm affidò all’architetto Carl Alexander Heideloff la realizzazione di un castello neogotico pensato come rievocazione ideale del passato. Il progetto mirava a dare forma a un simbolo carico di significati, legato all’onore cavalleresco, alla continuità dinastica e al sentimento identitario del tempo. L’esito fu quello che possiamo attualmente osservare meravigliati: una fortezza armonica e suggestiva, ormai considerata una delle espressioni più rappresentative del Romanticismo tedesco.
Cosa vedere
Il castello si presenta come un insieme articolato di quattro edifici collegati da una cinta muraria ottocentesca. L’accesso avviene attraverso un portale difeso da una pesante saracinesca in ferro, elemento che introduce subito a un’atmosfera medievale ricreata con grande attenzione. Il cortile interno consente di osservare le facciate, le torri angolari e i tetti appuntiti rivestiti in ardesia. La torre principale (che è riconoscibile per il suo colore chiaro) domina l’intero complesso e non rimane di certo invisibile.
A colpire è anche la presenza di un ponte panoramico (di quelli da cui avvertire anche un leggero brividino sulla schiena) che collega il fabbricato centrale al resto della struttura. Grazie a esso, è possibile posare lo sguardo su una vista ampia ed emozionante sulla valle che si apre più in basso. Ma se volete davvero vivere il meglio del paesaggio, vi consigliamo di raggiungere la torre minore con i suoi quattro pinnacoli: nelle sue vicinanze c’è un punto di osservazione ottimale per cogliere l’insieme architettonico inserito nella parete rocciosa.
Anche l’interno riserva diverse sorprese, grazie alla presenza di ambienti ricchi di decorazioni storiciste e due affascinanti livelli. Al piano inferiore si trovano l’armeria, la cappella e la sala conviviale. L’armeria (come dice il nome) è la casa di armi datate tra il XVI e il XIX secolo, tra cui spade, armature, elmi, archibugi e una rara carabina in bronzo. La cappella è invece uno degli spazi più raffinati, anche perché sfoggia vetrate trecentesche, una Pietà lignea e dipinti attribuiti a Michael Wohlgemuth (maestro di Albrecht Dürer).
Al piano superiore il visitatore riesce a incontrare la Sala dei Cavalieri, ambienti di rappresentanza e alcune stanze private. La Sala Araldica espone stemmi dipinti e oggetti in malachite donati dallo zar Alessandro II. La Camera Reale, dal canto suo, è la culla di ritratti dinastici e custodisce un segno dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Particolarmente suggestiva risulta la stanza d’angolo, con maschere mortuarie di figure celebri quali Goethe, Schiller e Napoleone Bonaparte.
Costi e info per le visite
L’incredibile Castello di Lichtenstein è aperto al pubblico durante gran parte dell’anno, anche se con orari differenti a seconda della stagione. Tra aprile e ottobre l’accesso avviene dalle 9:00 del mattino fino alle 18:00 (attenzione però all’ultima entrata, che generalmente è alle 17:30). Nei mesi di marzo, novembre e dicembre, invece, l’apertura segue una fascia ridotta. Gennaio e febbraio coincidono con il periodo di chiusura stagionale.
I biglietti si acquistano esclusivamente in loco presso la biglietteria all’ingresso e sono disponibili tariffe dedicate al solo cortile. Per visitare gli interni, infatti, è necessaria la partecipazione a un tour guidato della durata di più o meno 30 minuti.
È bene sapere, inoltre, che le spiegazioni avvengono prevalentemente in lingua tedesca, mentre gruppi numerosi possono richiedere un accompagnamento in inglese tramite prenotazione anticipata.
Come arrivare
Lichtenstein sorge in una zona boschiva delle Alpi Sveve, in Germania, a più di 50 chilometri di distanza da Stoccarda. Questo vuol dire che il mezzo più pratico per raggiungerlo è l’automobile, tramite cui attraversare strade panoramiche ben segnalate che conducono al parcheggio ufficiale situato a poche centinaia di metri dall’ingresso.
Chi preferisce i trasporti pubblici può arrivare presso le stazioni ferroviarie di Engstingen o Reutlingen e proseguire tramite autobus stagionali (attivi però tra primavera e autunno). Esistono anche sentieri escursionistici che collegano il maniero ai villaggi circostanti e a grotte carsiche famose, percorsi apprezzati dagli amanti della natura e del paesaggio. Infine, è importante essere a conoscenza che da queste parti l’altitudine è superiore agli 800 metri: aria fresca e panorami ampi sulla valle dell’Echaz sono assolutamente assicurati.