Cento anni fa, l’archeologo Howard Carter fece la più celebre scoperta della storia dell’egittologia e una delle più significative dell’archeologia mondiale, imbattendosi nella tomba di Tutankhamon, il faraone bambino. Il ritrovamento avvenne il 4 novembre 1922, nella Valle dei Re a Luxor, portando alla luce un tesoro immenso, costituito da migliaia di reperti straordinari, oggetti che avrebbero dovuto accompagnare il viaggio del sovrano nell’aldilà, ma anche carri reali, tavoli da gioco e l’emblematica maschera funeraria del faraone in oro e pietre dure, probabilmente il reperto più famoso proveniente dall’antico Egitto.
La tomba e il suo contenuto erano eccezionalmente ben conservati e hanno fornito agli egittologi una visione senza eguali del Nuovo Regno, aiutandoli anche a comprendere meglio il processo di mummificazione. Ancora oggi, intorno alla sepoltura di Tutankhamon aleggiano segreti e misteri, oltre a una inquietante maledizione.
Tutankhamon, il faraone bambino
Tutankhamon, soprannominato “il sovrano bambino”, salì al trono nel 1336 a.C. circa, all’età di nove anni e morì poco prima di compierne 19. La sua tomba rimase nascosta per oltre tre millenni fino alla scoperta effettuata un secolo fa dall’équipe guidata dall’archeologo inglese Carter e dal suo benefattore, George Herbert, V Conte di Carnarvon.
Tutt’oggi, resta una delle più straordinarie scoperte archeologiche del XX secolo. Grazie al clamore mediatico mondiale che suscitò il ritrovamento, un giovanissimo re, fino a quel momento relegato all’oscurità, divenne il più famoso dei faraoni. Circa 5.400 oggetti della tomba di Tutankhamon saranno presto esposti nel Grand Egyptian Museum di Giza, la cui apertura è prevista per il 2023. Nel frattempo, la storia del faraone bambino non smette di affascinare. Ecco alcune cose da sapere nel 100° anniversario della scoperta della sua tomba.
La presunta fragilità di Tutankhamon
Tutankhamon ha la reputazione di essere stato un giovane fragile, che zoppicava a causa di un piede torto, e di salute cagionevole. Ad avvalorare questa ipotesi, è stato il ritrovamento di 130 bastoni da passeggio nella sua tomba, accanto agli altri oggetti appartenuti al defunto, oltre a una “autopsia virtuale”, una serie di radiografie compiute sulla mummia e più di 2 mila scansioni computerizzate, corredate da analisi genetiche, i cui risultati sono stati diffusi in un documentario della BBC. Alcuni ricercatori sospettano che un sistema immunitario indebolito, presumibilmente dovuto al fatto di essere nato da un rapporto incestuoso tra il padre Akhenaten e la zia, lo abbia predisposto a una morte precoce. Tuttavia, secondo l’egittologo Bob Brier si tratterebbe di un’ipotesi errata.
Stando a quanto sostiene Brier, il giovane faraone potrebbe aver partecipato a una guerra, come suggerirebbero i carri militari, le armature in pelle e le attrezzature per il tiro con l’arco sepolti con lui. Brier afferma anche che gli antichi funzionari egizi erano spesso raffigurati con bastoni da passeggio come segno di autorità, piuttosto che di infermità. Alcune incisioni sui blocchi provenienti dal tempio di Tutankhamon, che sono stati riutilizzati in progetti edilizi successivi prima che i ricercatori li identificassero, ritraggono inoltre il faraone alla guida di aurighi in battaglie non datate.
La misteriosa morte del giovane faraone
Sebbene la scoperta e lo studio della mummia del giovane faraone abbiano chiarito la sua prematura scomparsa intorno ai 19 anni, la causa della morte di ‘Tut’ risulta ancora sfuggente. L’ultimo studio condotto da Zahi Hawass, ex ministro delle Antichità, e dai suoi collaboratori, sostiene che sarebbe stato l’effetto congiunto della malaria e di diverse anormalità nella struttura ossea a provocare il decesso di Tutankhamon. Molti ricercatori, però, non concordano con questa conclusione. Nei prossimi anni, ulteriori studi sul materiale genetico della mummia, condotti con tecnologie ancora più sofisticate, potrebbero aiutare a scoprire qualcosa in più, confermando o ribaltando le teorie finora formulate.
Il mistero delle stanze segrete
Indipendentemente dalle cause della morte di Tutankhamon, si ritiene che la cerimonia funebre riservata al faraone sia stata piuttosto sbrigativa e che sia caduto nel dimenticatoio molto presto. Questo fino alla scoperta che lo ha reso una vera e propria “rockstar” dell’antico Egitto.
In una nuova pubblicazione, l’ex curatore del British Museum e del Metropolitan Museum of Art, Nicholas Reeves, ribadisce la sua tesi secondo cui Tutankhamon fu sepolto in modo affrettato quando morì nel 1.323 a.C., dando luogo a una misteriosa disposizione della tomba completa di stanze nascoste, magari con i resti della regina Nefertiti. Tuttavia, la terza indagine con georadar diretta dal professor Francesco Porcelli del Politecnico di Torino aveva escluso definitivamente l’esistenza di camere segrete adiacenti o dentro la tomba di Tutankhamon.
Secondo Reeves anche la tomba di Tutankhamon potrebbe non essere ciò che sembra. L’egittologo sostiene dal 2015 che la sepoltura del re bambino fosse destinata a Nefertiti, sposa reale del faraone Akhenaton, della quale non è stata ancora trovata la sepoltura. Reeves prevede che una parete della camera funeraria di Tutankhamon blocchi l’accesso a una tomba più grande dove giacerebbe la sposa reale del faraone Akhenaton. Tra l’altro, le scene dipinte su quella parete raffigurano Tutankhamon che esegue un rituale sulla mummia della regina egizia.
La maledizione di Tutankhamon
Oltre alla giovane età in cui è morto, parte del fascino di Tutankhamon deriva dalla presunta maledizione che avrebbe colpito molti di coloro che parteciparono alla spedizione di Carter, quale castigo per la violazione del luogo di sepoltura del faraone. L’archeologo e Lord Carnarvon avevano ceduto i diritti esclusivi sulla divulgazione della loro scoperta al “Times” di Londra, tagliando fuori tutti gli altri mezzi di informazione. Lo stesso governo egiziano poteva seguire l’evoluzione dei lavori solo attraverso i quotidiani stranieri. Questo innescò una dura campagna denigratoria nei confronti dell’evento.
La leggenda della maledizione ebbe inizio con la morte del canarino che Carter aveva portato con sé dall’Inghilterra, che venne sbranato da un cobra, simbolo di protezione per i faraoni, proprio il giorno dell’apertura della tomba. Questo fatto (una probabile trovata pubblicitaria) diede credibilità alle teorie di alcuni eventi sovrannaturali.
Lord Carnarvon morì a Il Cairo per una banale infezione tre mesi dopo l’evento. Da lì in poi, iniziarono a circolare le notizie su morti improvvise e misteriose che si sarebbero succedute dal 1923 al 1935. In realtà, delle 26 persone presenti all’apertura della tomba, solo 6 sono scomparse nell’arco dei dieci anni successivi. Delle 22 presenti all’apertura del sarcofago, solo due morirono nei successivi dieci anni, mentre delle 10 che assisterono allo sbendaggio della mummia, nessuna morì entro il decennio.
Quale che sia la verità, è innegabile che uno dei più grandi lasciti di Tutankhamon sia la sua tomba e tutto ciò che contiene, diventata, grazie alla scoperta condotta da Carter e dalla sua équipe e a studi incessanti e meticolosi, un vero e proprio punto di riferimento per gli scavi futuri.