Un’improvvisa ondata di maltempo, con piogge torrenziali, ha investito la Giordania. Una delle zone più colpite è stata la località turistica di Petra, dove un fiume d’acqua ha investito gli stretti passaggi scavati nella roccia mettendo in allerta i turisti in visita al sito archeologico. Eppure non è la prima volta che accade.
Ci stupiamo che piova o nevichi nel bel mezzo del deserto della Giordania. La colpa è solo in parte dei cambiamenti climatici che caratterizzano il nostro secolo. Fenomeni atmosferici drammatici erano soliti presentarsi di tanto in tanto anche quando Petra, la città scavata nella roccia, oggi patrimonio dell’Unesco, fu costruita.
Il siq che porta a Petra
Chi è stato a Petra, infatti, sa che per raggiugere il sito è necessario attraversare il famoso siq, un percorso tra le rocce che, dopo circa un chilometro e mezzo, si apre davanti all’edificio più famoso: “Il Tesoro“.
Ebbene, proprio il siq è stato scavato in modo assolutamente naturale nel corso dei secoli dall’erosione dell’acqua. Si tratta di una faglia geologica prodotta dalle forze della natura, che si è scavata un percorso creando vere e proprie muraglie alte quasi 200 metri.
L’antica diga (che nessuno conosce)
Ma non tutti sanno che, all’ingresso al siq, vi è anche un’enorme diga, ricostruita nel 1963 e poi ancora nel 1991, progettata per sbarrare la foce del siq e reindirizzare le acque del Wadi Musa.
La diga è una ricostruzione abbastanza fedele di quella realizzata tra il I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. dagli stessi Nabatei che avevano scelto Petra come loro centro politico per controllare il Wadi Musa, la “Valle di Mosè”.
L’ingresso contiene anche i resti di un arco monumentale, del quale solo i due pilastri e alcune pietre dell’arco sono sopravvissute. L’arco è crollato nel 1896, a seguito di un terremoto.
I misteriosi cunicoli sotterranei
Ma non è tutto. Lungo il siq, sono stati scoperti alcuni locali sotterranei la cui funzione non è stata ancora chiarita. La possibilità che siano state tombe è stata esclusa e gli archeologi trovano difficile credere che fossero abitazioni.
Secondo gli studiosi sarebbero stati usati come rifugi per le guardie che difendevano l’ingresso principale di Petra, ma potrebbero anche essere serviti per far defluire l’acqua durante le rare alluvioni che, evidentemente ci sono sempre state.