Con la sua forma a vela, è l’edificio più iconico di Dubai. Nonostante negli anni di edifici originali e avveniristici ne siano stati costruiti tanti nell’Emirato, il Burj Al Arab è ancora oggi l’edificio più iconico e ospita l’hotel più lussuoso del mondo, il primo a vantare ben sette stelle. E, grazie a un pizzico d’Italia, è anche un po’ merito nostro. Noi ci siamo stati e vi sveliamo il lusso sfrenato che si cela all’interno, a partire dalla hall fino all’opulenta Royal Suite. Il suo profilo svetta lungo la spiaggia di Jumeirah e, con i suoi 321 metri d’altezza, è visibile da tutto l’Emirato.
La storia del Burj Al Arab
Voluto dallo stesso sceicco Mohammed bin Rashid Āl Maktūm Mohammed, fu incaricato della sua realizzazione l’architetto britannico Tom Wright, ma l’idea della “vela” gli fu suggerita dall’imprenditore italiano Andrea Martinez. Sorse così un’isola artificiale a pochi metri dalla costa, a cui è collegata da un ponte ad accesso esclusivo, L’inaugurazione avvenne il 1° dicembre del 2000 e, all’epoca, era l’hotel più alto del mondo (oggi è il terzo).
La sua forma è alquanto insolita, perché ha una pianta triangolare, e lo si percepisce anche una volta entrati nell’immensa hall alta 180 metri. La forma a “vela” è data dall’esoscheletro caratterizzato dai due grandi archi d’acciaio che evocano proprio la figura di una vela bianca gonfiata dal vento.
Opulenza all’ennesima potenza
Quando si entra nel Burj Al Arab, si viene accolti da un concierge che, con una brocca orientaleggiante, versa sulle mani degli ospiti dell’acqua di rose. Questo è il benvenuto che ogni ospite d’eccezione si merita. Poi, si viene accompagnati all’interno della maestosa lobby, camminando su spessa moquette arabescata disegnata appositamente per l’hotel. Da questo momento in poi, finché non si sale per visitare le suite, è vietato scattare fotografie e girare video, al fine di garantire la privacy degli ospiti alla reception.
La luce copiosa che entra dalla gigantesca vetrata di una delle facciate dell’edificio mette ancora più in risalto il bianco candido degli interni, l’oro (vero) dei dettagli, dei vasi di fiori alti due metri e delle gigantesche colonne, la brillantezza dei marmi, la lucentezza dei lampadari di cristallo. Un enorme acquario contenente oltre una cinquantina di specie diverse di pesci domina l’enorme hall. Se volete sapere che ora è, basta buttare l’occhio su qualche parete dove grossi orologi Rolex segnano sempre l’ora esatta.
Nessun dettaglio è lasciato al caso. Per salire al 25° e ultimo piano dell’hotel, dove si trovano le suite e il famoso eliporto, a 211 metri di altezza sul mare – su cui nel 2005 hanno anche giocato a tennis Agassi contro Federer, su un campo d’erba sintetica allestito apposta per il match – bisogna prendere prima una lunghissima scala mobile e poi l’ascensore che, con le sue porte d’oro decorate sono l’ingresso al paradiso in Terra. L’eliporto non è stato posizionato a caso: gli ospiti delle suite possono, infatti, accedere alle loro camere arrivando direttamente in hotel con l’elicottero, lontani da occhi indiscreti.
La Royal Suite
Delle 200 suite disponibili, una sola è la Royal: la numero 2502. Il butler accoglie i fortunati ospiti spalancando loro le porte di legno massiccio e facendoli accomodare in uno degli ambienti più lussuosi che esistano al mondo. Disposta su due piani, la suite si sviluppa su una superficie di ben 780 metri quadrati. Giusto per citare qualche dettaglio: ascensore privato, soffitto d’oro 24 carati, persino la Tv 55’’ a schermo piatto ha la cornice placcata d’oro. E poi, marmi decorati sui pavimenti e nei bagni, moquette personalizzate, dal motivo leopardato delle passatoie ai tappeti persiani, velluti preziosi su poltrone, divani e chaise longue, tendaggi arabeggianti alle finestre e sui soffitti dei salotti che ricordano delle tende berbere (ma superlusso), boiserie, vasi preziosi su colonne di marmo nero, cuscini di seta e lampadari di cristallo.
L’interior designer è una donna, Khuan Chew, motivo per cui i colori dominanti sono le diverse tonalità di rosa. Le camere hanno letti a baldacchino e tappezzerie di seta, ciascuna con bagno en suite ovviamente. I bagni giganteschi di marmo nero hanno vasche tonde con idromassaggio, doccia con mosaico, trompe l’oeil alle pareti, lavandini con rubinetti d’oro e wc ultratecnologici stile giapponese. E poi ci sono salotti e sale da pranzo, uffici e pure l’ascensore interno. Il costo per una notte: 25.000 dollari. Qui ci hanno dormito teste coronate, celebrity e grandi personalità come Angelina Jolie, Justin Bieber, ma anche Nelson Mandela, per citarne alcuni.
Un hotel-museo
Il Burj Al Arab è talmente iconico da essere non soltanto un’attrazione per Dubai ma un vero e proprio museo da visitare. La suite accanto a quella reale, la Experience Suite (numero 2501) è stata infatti trasformata da qualche tempo in una sala esposizione che racconta la storia dell’hotel e ovviamente dello stesso Emirato.
Il “tocco” italiano
Da quando è arrivato un general manager italiano nell’hotel, Ermanno Zanini, il Burj Al Arab si è rinnovato con un inconfondibile Italian style. Innanzitutto, poiché il Burj ha compiuto oltre vent’anni (ma non li dimostra), l’intenzione era quella di rinnovarlo e di renderlo più contemporaneo. Volevano eliminare stucchi e velluti, lampadari e moquette, trasformandolo in un hotel come ce ne sono tanti altri. Zanini ha espresso la sua opinione contraria in occasione di una riunione alla presenza dell’Emiro in persona, il quale gli ha dato ragione, così il Burj Al Arab resta il tempio del lusso sfrenato che è sempre stato.
I cambiamenti hanno invece coinvolto le boutique di lusso che prima si trovavano nella lobby dell’hotel e che ora sono state sostituite da gallerie d’arte, spazi culturali e da un ristorante italiano dentro l’acquario, L’Olivo at Al Mahara, la cui cucina è curata dallo chef Andrea Migliaccio che in Italia, nel suo L’Olivo del Capri Palace Hotel, vanta ben due stelle Michelin.
Un menu italiano lo ha anche il beach restaurant Sal fronte piscina, la cui specialità da chiedere assolutamente a fine pasto non è l’espresso ma il cappuccino con la foglia d’oro.
I tour guidati del Burj Al Arab
Ma soprattutto, è stata di Zanini l’idea di aprire le porte del Burj Al Arab ai visitatori che, per anni, hanno sentito parlare dell’hotel più lussuoso del mondo e che hanno potuto solo immaginarselo. I tour partono da 60 euro a persona, ma possono arrivare anche a 150 se si desidera aggiungere l’esperienza di provare una cena di quattro portate come degli sceicchi.
Se poi vi è piaciuta la location e desiderate ritornarci, sappiate che potete anche trascorrere una giornata a bordo piscina per la modica cifra di cento euro a persona (in Italia ci sono spiagge molto più care). Anche in questo caso, l’esperienza vale tutta. In fondo, si vive una volta sola e potrete dire di aver vissuto una vacanza – anche se breve – da re.