Viaggiare durante il Ramadan: cosa sapere

Il Ramadan è il mese sacro per gli islamici, un periodo in cui viaggiare può essere particolarmente interessante ma che richiede diverse accortezze

Pubblicato: 20 Marzo 2024 10:29

Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Indonesia, Turchia e Marocco sono solo alcuni dei Paesi del mondo in cui si rispetta il Ramadan, il periodo sacro per gli islamici che, secondo la tradizione, corrisponde a quello in cui Maometto ricevette la rivelazione del Corano.

Visitare un Paese musulmano durante questo momento dell’anno è un’opportunità straordinaria, in quanto consente di fare una vera e propria immersione nella cultura locale e, contemporaneamente, scoprire alcune delle tradizioni più importanti e radicate di queste località. Tuttavia, è fondamentale rispettarlo e per questo, prima di partire per un viaggio, è consigliato essere a conoscenza di alcune piccole cose.

Ramadan: che cosa è e quando si celebra

La prima cosa da sapere è che data di inizio e di fine del Ramadan non sono mai le stesse: il mese sacro cambia ogni anno, perché il calendario lunare islamico segue le fasi della luna: inizia il giorno successivo all’avvistamento della nuova luna crescente.

Durante questo mese i musulmani si pongono l’obiettivo di crescere spiritualmente e avvicinarsi ad Allah. Per farlo pregano e recitano il Corano e, mentre lo fanno, si concentrano sull’intenzionalità e sull’altruismo delle proprie azioni. Contemporaneamente, evitano i pettegolezzi, di mentire, litigare e anche di fare sesso. In più, osservano il digiuno dall’alba al tramonto per il mese intero (è bene specificare che ci sono delle eccezioni, come per i bambini, i malati e le donne in dolce attesa), e trascorrono del tempo prezioso con la famiglia e gli amici

Dopo la preghiera del tramonto (Maghrib), il digiuno cessa momentaneamente con l’Iftar (un pasto che può essere piccolo ma anche molto abbondante), al quale segue il Suhoor (un ulteriore pasto prima dell’alba) che avviene intorno alle 5 del mattino. Durante l’Iftar, la famiglia e gli amici tornano nelle case per stare insieme e per trascorrere dei momenti felici e mangiare tantissimi (e diversi) piatti dolci, salati e gustosi dessert, rigorosamente preparati secondo le tradizioni e le preferenze locali. Ciò vuol dire che ogni Paese ha i suoi buonissimi e incredibili piatti tipici. Allo stesso tempo, anche i ristoranti sono pieni di persone e spesso hanno cibi speciali per l’occasione, mentre alcune moschee offrono piatti gratuiti. Oggi sono molti anche gli hotel che organizzano Iftar da mille e una notte.

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Iftar musulmano del Ramadan con cibi tradizionali turchi

Non mancano le feste fino ad Eid al-Fitr, il giorno in cui si celebra la fine del Ramadan che è una delle ricorrenze più allegre e sentite dell’anno. Il termine del mese sacro, inoltre, è spesso celebrato per tre giorni consecutivi in cui tutti possono fare festa.

È complesso viaggiare durante il Ramadan?

Non esiste una risposta universale a questa domanda, perché ogni Paese ha le sue tradizioni. In Egitto, Giordania e Paesi abituati al turismo internazionale, alcune strutture rimangono aperte per consentire un completo soggiorno ai viaggiatori non musulmani, ed in generale non si notano cambiamenti enormi rispetto alla vita di tutti i giorni. La stessa cosa vale per i ristoranti e la maggior parte degli hotel.

Tuttavia, in alcuni Paesi e al di fuori delle principali città non è assolutamente detto che avvenga la stessa cosa. Per questo motivo, è molto importante informarsi sulle eventuali chiusure e aperture già prima della partenza, in modo da non ritrovarsi completamente spaesati.

Un’altra cosa da tenere a mente è che il digiuno e la mancanza di acqua (che spesso sono abbinati anche a temperature molto calde) possono essere fonte di nervosismo, e per questo bisogna cercare di essere pazienti ed empatici con chi ci ritroviamo di fronte, al punto da tollerare eventuali atteggiamenti che potrebbero risultarci un po’ “antipatici”.

Sappiate, inoltre, che durante il Ramadan si usa rimanere fuori fino a tarda notte e che sembra una sorta di Natale occidentale: strade, negozi, ristoranti e case sono addobbati a festa e, prima del tramonto, un’energia allegra ed amichevole e un fiume di persone invadono ogni strada di tutte le città. Sì, dopo il tramonto si può fare (e si fa) festa fino all’alba successiva, quando poi si riprende il digiuno.

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Persone a celebrare dopo il tramonto durante il Ramadan

Molto emozionante è anche osservare, con enorme e dovuto rispetto, le preghiere serali che si svolgono fuori dalle moschee: si possono avvistare centinaia di (alle volte persino migliaia) persone che pregano insieme.

Viaggiare durante il Ramadan, quindi, può essere complesso come non esserlo, ma quel che è certo è che si rivela un turbinio di emozioni e una vera immersione nella profonda e radicata cultura di questi Paesi.

Quali regole rispettare e come comportarsi durante il Ramadan

Anche i viaggiatori che esplorano un Paese musulmano durante il mese sacro del Ramadan devono rispettare alcune regole. I non fedeli non sono chiaramente obbligati a digiunare o pregare, ma è fondamentale ed estremamente giusto onorare le leggi e i costumi locali.

Fermo restando che certe regole non sono necessariamente valide in tutti i Paesi, è sempre un’ottima abitudine fare scorta di cibo e acqua per non rischiare di ritrovarsi a stomaco vuoto per tutta la giornata. Nell’eventualità in cui bancarelle e ristoranti siano aperti e decidiate di mangiare, non dimenticate di lasciare una mancia: sono persone che stanno facendo il digiuno, e lavorare a contatto con bevande ed alimenti non deve affatto essere facile.

Allo stesso tempo, è buona norma evitare di mangiare e bere in maniera troppo esplicita in pubblico: è una forma di rispetto verso tutti coloro che stanno seguendo il digiuno. Non bisognerebbe nemmeno chiedere o comprare alcolici, perché anche i negozi, che nella vita quotidiana li hanno, in questo periodo potrebbero non venderli. Fanno eccezione alcuni hotel a 5 stelle e delle attività in città molto turistiche (anche in questo caso, il consumo di alcol, pure dopo l’ora del tramonto, varia da Paese a Paese).

In alcune circostanze (ma le regole possono cambiare di Stato in Stato) è vietato anche mettere musica ad alto volume in pubblico perché, in questa fase dell’anno, ascoltare musica è sconsigliato. Se proprio non se ne può fare a meno basta attendere il tramonto, quando le strade si trasformano diventando una sorta di concerto all’aria aperta.

Se doveste ricevere un invito per l’Iftar non si dovrebbe (chiaramente nel limite del possibile) assolutamente dire di no: offrire da mangiare è per i musulmani uno degli atti più esemplari che si possano fare durante il periodo sacro. Per ricambiare la cortesia basta poi praticare la zakat, ovvero fare della carità a qualche bisognoso.

Attenzione anche a come si organizza l’itinerario, perché molte moschee, soprattutto il venerdì, potrebbero essere chiuse (almeno per i visitatori). È decisamente fondamentale anche rispettare l’ora della preghiera e avere braccia, gambe, spalle e capelli coperti, in particolare le donne.

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La preghiera fuori una moschea in India

Un suggerimento molto utile è evitare di uscire nelle fasi più “calde”, come può essere l’inizio dell’Iftar, perché il traffico diventa quasi ingestibile e i mezzi pubblici sono estremamente affollati, in quanto tutti tornano dalle famiglie per banchettare.

Durante il Ramadan si suggerisce anche di evitare l’intimità fisica pubblica con una persona del sesso opposto, pure se si è marito e moglie: le manifestazioni di affetto di fronte a tutti sono spesso considerate sfacciate, mentre in alcuni Paesi sono persino vietate dalla legge.

È preferibile anche non mangiare gomme da masticare o fumare di fronte alle persone, in quanto entrambe le cose non sono permesse dalle regole del digiuno.

Il Ramadan, quindi, è un momento di condivisione, di unione e di preghiera, una fase di astinenze e di divertimento, ma che allo stesso tempo significa generosità e carità. Ciò non toglie che sia necessario che i turisti rispettino più che mai questo mese sacro: solo in questo modo si è veri viaggiatori consapevoli (e Ramadan Kareem, che vuol dire “buon Ramadan)!

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