Le torri del Vajolet sono le cime più belle delle Dolomiti: le loro cime si innalzano oltre i duemila metri regalando ai turisti uno spettacolo magico e suggestivo in qualsiasi periodo dell’anno. In inverno, quando la neve imbianca le montagne, o in estate, quando la roccia mostra il suo caratteristico colore grigio rosato, le attività da fare sono tantissime e coinvolgono tutta la famiglia. C’è chi pensa infatti che le escursioni in montagna siano riservate solo agli adulti, ma non è così. Alcuni percorsi e passeggiate sulle torri del Vajolet sono adatte anche ai più piccoli, anzi: rappresentano una bellissima avventura da vivere a stretto contatto con la natura, e in tutta sicurezza. In questo articolo sulle torri del Vajolet vedremo come arrivare e quali sono le attività più belle da fare.
La scalata alle torri del Vajolet: arrampicata e via ferrata
Per gli amanti della montagna, torri del Vajolet e arrampicata sono spesso sinonimi. Una delle attività più gettonate da queste parti infatti sono le arrampicate sui percorsi di roccia appositamente realizzati. Vista l’altitudine e la difficoltà di alcuni tratti, alcuni percorsi sono riservati solo agli scalatori più esperti, tuttavia ci sono tantissime escursioni adatte anche ai principianti. Le scalate più comuni alle torri del Vajolet sono tre:
- torre Delago;
- torre Winkler;
- torre Stabeler.
L’ultima in particolare, chiamata anche via normale, è perfetta per i principianti che abbiano una minima esperienza sulle vie ferrate. Per i non “addetti ai lavori”, le vie ferrate sono strutture artificiali realizzate sulla parte rocciosa per favorire l’arrampicata, molto più semplici di una scalata in singolo o in cordata, ma ugualmente impegnative.
Trekking e passeggiate sulle torri del Vajolet
Come dicevamo, le cime del Vajolet si prestano anche ad attività più tranquille e familiari, come le passeggiate nei boschi o il trekking. Il percorso più bello è quello che si snoda nella conca di Pozza di Fassa, circondati dalle imponenti sagome del Cantinaccio e che porta, gradualmente, verso le torri del Vajolet. Attraverso boschi, pareti rocciose e sentieri scoscesi, potrete ammirare lo spettacolo della natura incontaminata, così bella che quasi vi toglierà il fiato. Il periodo ideale per questo tipo di escursione è da giugno a settembre, quando le temperature non sono troppo rigide e il rischio di precipitazioni è molto basso.
Se avete quindi preparato un itinerario avventuroso alla scoperta delle cime del Vajolet, la sosta in un rifugio è d’obbligo. Non si tratta solo di una questione logistica o di comodità: i rifugi alpini fanno parte dell’esperienza di chi vive e scala la montagna, dall’emozione di ammirarli da lontano, raccogliendo le ultime forze per la parte più difficile della scalata, alla soddisfazione di aver raggiunto la meta e al piacere di gustare una bevanda calda in compagnia.
Il percorso tra i rifugi
Ecco tre rifugi che dovete assolutamente visitare.
- Torri del Vajolet Rifugio Re Alberto I. Questo rifugio si trova al confine con la Val di Fassa, in una bellissima conca nel cuore delle Dolomiti, e risale al 1929. Il clima che si respira è amichevole e familiare, e le camere, da poco ristrutturate, sono in perfetto stile alpino. Ma il vero punto forte del rifugio Re Alberto I è la cucina, curata con particolare attenzione dalla proprietaria in persona. Potete gustare piatti tipici della tradizione italiana, ladina e tirolese, come la polenta, gli strudel di mele o le Kaiserschmarren, frittelle all’uvetta con confettura di mirtilli.
- Torri del Vajolet Rifugio Gardeccia. Questo rifugio si trova alla fine di una suggestiva passeggiata in piano attraverso boschi e pascoli lussureggianti. È un percorso adatto anche ai bambini, sia perché potete portare un passeggino da trekking senza problemi, sia perché i più piccoli potranno vedere a distanza ravvicinata mucche, scoiattoli e animali del sottobosco. La struttura, a conduzione familiare, è accogliente e confortevole e può essere raggiunta anche con la navetta.
- Torri del Vajolet Rifugio Ciampedie. Questo rifugio si trova a 2.000 metri di altezza e offre una bellissima vista delle principali vette. Non a caso, il nome Ciampedie in lingua ladina significa Campo di Dio, per la bellezza del paesaggio. La struttura venne costruita già agli inizi del Novecento e ancora oggi, dopo recenti ristrutturazioni, è il punto di partenza per numerose escursioni e punto di ritrovo per chi si dedica alla scalata delle cime del Vajolet. L’itinerario più comune parte dal rifugio Ciampedie e si snoda poi attraverso il bosco, seguendo un percorso abbastanza pianeggiante. Dopo un’ora di passeggiata si giunge al rifugio Gardeccia e da lì, dopo una sosta, si può proseguire attraverso una mulattiera fino al rifugio Preuss e da lì ancora più su fino al rifugio Re Alberto I, per ammirare la bellezza delle torri del Vajolet a 2.621 metri di altezza.