Brema: il gioiello nascosto della Germania del Nord

Una passeggiata fra storia, sapori e antiche leggende

Pubblicato: 9 Gennaio 2020 11:23

Francesco e Veronica

Travel blogger

Avevamo appena messo piede (o forse dovremmo dire “ruote”) in Germania e come succede spesso nelle zone vicine ai confini nazionali, era ancora difficile stabilire nettamente i tratti della differenza.

Quello che notavamo era di sicuro il particolare stile delle case, un misto tra legno e cemento raccolte in piccoli villaggi circondati da verde, visibili dalle superstrade che percorrevamo.

Ogni tanto scorgevamo dei mulini a vento qua e la, l’Olanda che avevamo appena lasciato lungo il nostro viaggio in auto dalla Sicilia a Capo Nord, non voleva farsi dimenticare così velocemente.

Brema ci accoglieva con una bella giornata di sole e l’atmosfera di una città che si rilassa, che si gode un momento di tranquillità. Anche lo stile era inaspettato, quasi da non farci sentire in Germania.

Il centro storico di Brema, gioiello della Germania del Nord

 

Alla scoperta di Brema e dei suoi sapori

Al nostro arrivo in città decidemmo di fare un giro preliminare in auto, giusto per dare un’occhiata generale prima di andare a scoprire gli angoli più remoti del centro storico. Tra semafori, ponti e centri commerciali in costruzione, ci rendemmo conto di quanto Brema, nonostante la sua notevole componente antica, fosse una città in crescita e dall’approccio moderno.

Parcheggiammo in una rimessa sotterranea, proprio sotto le basi di un grande supermercato, una di quelle dove con 10€ puoi parcheggiare per l’intera giornata. Soltanto nella zona del centro c’erano una decina di parcheggi come quello, cosa che ci comunicò da subito la moderna evoluzione urbana di Brema.

L’orario in cui arrivammo era a ridosso del mezzogiorno, e scalpitavamo all’idea di poterci lanciare nei sapori locali. Cominciammo a camminare per le vie del centro con una missione precisa: trovare ed agguantare una delle pietanze più tipiche del Paese.

Fu così che quasi senza volerlo finimmo a passeggiare in una via chiamata Lloydpassage, una galleria semi-coperta che raccoglieva una folta quantità di bar, chioschi e ristoranti, in pieno centro, dove sembrava muoversi tutta la scena dello street-food cittadino.

Numerosi i turisti in strada, molti di più quelli in cerca di buon cibo durante la loro pausa pranzo lavorativa. E in effetti di buon cibo se ne trovava molto, con un ampio ventaglio di scelta che andava dalle ricette tradizionali all’offerta estera.

Noi puntavamo dritti alla meta, decisi a rintracciare quello che ci eravamo promessi di assaggiare non appena arrivati in città (le ore di guida avevano contribuito ad accentuare l’attesa). I tipici wurstel sarebbero presto stati nostri.

Tra una via e l’altra notammo anche degli interessanti monumenti nello sfondo, ma decidemmo di rimandare il momento della scoperta a dopo il nostro ambito tuffo nelle tradizioni culinarie tedesche. A guidarci era il buon odore di frittura che aleggiava nell’aria, sebbene non potevamo in quel momento stabilire esattamente da dove provenisse.

Non ci volle molto per trovare il posto giusto: un gruppo di donne sui 50, accomunate da simpatici grembiuli di pizzo con ricamate delle uova al tegamino, si destreggiava attorno ad un lungo bancone pieno di ogni sorta di bontà. Dal brodo di carne alle uova strapazzate e dalle insalate alle giganti salsicce, quel bancone era un insieme di profumi, colori e ambizioni.

I bratwurst venivano serviti insieme a promettenti patate al forno, non ci sentivamo di spezzare i rituali che avevamo cercato con tanta dedizione. Un piccolo panino, lungo appena metà della salsiccia, faceva finta di fungere da accompagnamento; tuttavia non ci concentrammo troppo sui dubbi ma affondammo la nostra gioia in quel binomio di sapori che si rivelò esplosivo ed assolutamente da rifare. La felicità qui costava solo 5€ a persona.

Qualche minuto dopo eravamo di nuovo su strada, con aria più serena di prima, stavolta in cerca di cose da vedere e non più da mettere fra i denti.

Le vie del centro di Brema, Germania del Nord

 

La galleria di Lloydpassage continuava a lungo e si snodava in un dedalo di traversine a loro volta piene di negozi e soprattutto punti ristoro, ce n’erano per tutti i gusti e di varia provenienza.

Le piccole strade si incastravano tra loro in uno schema piuttosto semplice da intuire e tutte sfociavano nel pieno del centro storico della città, dove ci aspettavano i monumenti più importanti e la loro storia.

 

Il fascino antico del centro storico di Brema

Quando raggiungemmo la piazza del centro storico ci prendemmo un attimo per guardarci intorno, andando ad analizzare con lo sguardo i singoli dettagli, quasi come si vede nei film.

Lo stile dei palazzi era totalmente diverso da quello che avevamo visto fino ad allora: prevalentemente fatto di mattoncini rossi dalle forme che variavano da estreme punte a tetti tondeggianti, in un netto contrasto.

Se da un lato la Chiesa della Madonna (Kirche Unser Lieben Frauen) rispecchiava i tratti tipici delle cattedrali tedesche, con un alto campanile esageratamente appuntito e per più di metà composto da quello che è di fatto il tetto, dall’altra parte la Galleria Am Markt, con i suoi tetti in pieno stile coloniale Olandese, riportava la mente immediatamente allo stile di Amsterdam.

La Chiesa della Madonna di Brema, Germania del Nord

 

L’edificio del Municipio, la piazza principale e il Duomo di San Pietro, con i suoi due altissimi campanili appuntiti, sembravano confermare che le linee di queste zone sono rigide e perlopiù dall’aspetto austero.

Entrammo dentro la Cattedrale del Duomo ignari del fatto che stavamo per osservare una delle più bizzarre e colorite espressioni dell’architettura religiosa, se vogliamo anche in contrasto con l’aspetto esterno. I pilastri erano fatti di piccole pietre di colori diversi, che componevano insieme un quadro di rara bellezza.

La piazza brulicava di vita, piena di turisti intenti a sorseggiare una birra e osservare l’ambiente intorno, tra uno sguardo ai passanti e un selfie con la statua di Rolando. Quest’ultima è una figura di pietra alta circa 10 metri che rappresenta il paladino di Carlo Magno, eretta nel 1400 in sostituzione di una più vecchia fatta di legno, sin da allora simbolo di libertà e giustizia, con tanto di scudo ritraente lo stemma imperiale.

Oggi la statua di Rolando è protetta dall’Unesco, e ciò rende la cosa ancora più interessante dal momento che la tradizione vuole che chi lo tocca avrà un viaggio fortunato!

La statua di Orlando, simbolo di libertà e giustizia

 

Di fronte a noi c’era anche l’Haus Schütting, una volta la sede dei mercanti di Brema, dalla metà del 1800 Camera di commercio di Brema. Costruita nel 1500 fu il primo edificio in stile rinascimentale su suolo tedesco, diventando così anche uno dei più importanti della Germania.

Un altro elemento della piazza, più nascosto e apparentemente insignificante, catturò la nostra attenzione: una piccola statua ritraente un asino con un cane sul dorso, che a sua volta aveva un gatto sulla schiena, il quale per ultimo reggeva sopra sé un gallo.

La buffa composizione ritraeva i personaggi conosciuti come “i Musicanti di Brema”, tratti dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm, la quale racconta la storia dei quattro animali (asino, cane, gatto e gallo) che, ritenuti inutili dai loro proprietari, si mettono insieme per cercare fortuna suonando a Brema. Inaspettatamente aiutandosi l’un l’altro i protagonisti mettono in fuga dei briganti e restano a vivere felici in città.

Era carino vedere le mamme di passaggio raccontare la fiaba ai propri figli ed era ancora più divertente osservare i loro visi entusiasmati da questi personaggi eroici e simpatici allo stesso tempo. Oggi la tradizione vuole che toccando con le mani le zampe dell’asino si realizzi un desiderio, per cui oltre la coda per le foto, ce n’era una dedicata al proprio desiderio.

Il nostro fu quello di tornare a visitare questa interessante città per poterne scoprire ogni angolo, e già che c’eravamo ci mettemmo in marcia verso l’altro lato del centro storico nel tempo che avevamo a disposizione.

La statua ritraente i Musicanti di Brema, uno dei simboli della città

 

A partire dal centro, numerose piccole strade si dividevano nelle varie direzioni, dandoci l’imbarazzo della scelta sulla via da intraprendere. Sulla lunga notammo un altro edificio degno di nota, dalle punte piuttosto diverse da quelle della Piazza. Si trattava del Landgericht, il Tribunale locale, molto somigliante agli edifici che avevamo osservato nella regione a sud del Paese conosciuta come Baden-Württemberg, nell’area di Stoccarda.

Proseguimmo la nostra esplorazione verso Schnoorviertel, dove ci aspettava il quartiere medievale della città. Qui le piccole strade compongono un vero labirinto di negozi e di antiche abitazioni che creano un museo a cielo aperto. Alcuni passaggi si fanno tanto stretti da bastare per una sola persona e tra essi si trovano moltissimi ritagli che raccontano le evoluzioni della città.

I negozi diventano gallerie, le gallerie diventano passaggi che si trasformano in piccoli collegamenti all’interno di una città dentro la città. Non si viene tuttavia mai catturati dal senso di smarrimento perché ogni strada che si imbocca diventa una nuova scoperta, nuovi colori, nuove particolari abitazioni, nuove insegne colorate in un interminabile ciclo di scatti fotografici.

Le particolari vie strette piene di negozi del centro storico di Brema

 

L’ultimo momento d’esplorazione che volemmo concederci fu quello che ci portò in riva al fiume Weser, il quale attraversa la città e prosegue verso il Nord del Paese, fungendo a tratti da confine fra la regione di Brema e la Bassa Sassonia.

A partire dal Weserburg, il Museo d’Arte Moderna, dall’aspetto caratteristico, si crea una penisola che taglia per un importante tratto il fiume, fino ad allungarsi fuori città. Il lungo fiume, soprattutto nelle belle giornate, si riempie di visitatori intenti a passeggiare e di sportivi determinati (è risaputo che il popolo tedesco tiene molto all’attività fisica e ama gli sport all’aria aperta).

I grandi velieri ‘parcheggiati’ a riva rappresentavano i soggetti su cui soffermare lo sguardo mentre attraversavamo il sentiero pedonale, che se percorso fino alla fine, sfocia in ampi spazi verdi che costeggiano il fiume, dove godere del tempo libero al massimo del contatto con la natura che la città può offrire.

Vista dal fiume, o ancor meglio dall’altra sponda del Weser, la città ci regalò qualche altra punta che non avevamo notato mentre camminavamo al suo interno; allo stesso tempo ci trasmetteva un’insolita aria di tranquillità, come a testimoniare che i ritmi di una città non devono necessariamente essere frenetici per ritenersi attivi.

Brema quel giorno ne approfittò per mostrarsi come un luogo pulito, ordinato e pieno di risorse; per niente noioso e con l’originalità di un piccolo tesoro da scoprire.

E per insegnarci, ancora una volta, quanto visitare città come Brema possa aprire gli occhi a piccole grandi realtà piene di fascino, di storia e di sorpresa.

Buon viaggio da Francesco&Veronica

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