Valsinni, il Borgo della Basilicata dove vaga un fantasma

Nel castello di Valsinni si aggirerebbe il fantasma di una giovane e sfortunata poetessa a cui è dedicato un parco letterario

Pubblicato: 21 Giugno 2018 17:05Aggiornato: 22 giugno 2018 11:03

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Valsinni è un piccolo borgo della Basilicata non lontano da Matera. Domina la valle del fiume Sinni da un’altura sulla quale, nel punto più alto, troneggia il castello. Per raggiungerlo ci si inerpica lungo i vicoli che si snodano in file concentriche e sovrapposte. Di aspetto aragonese, ma già esistente in epoca medievale, fu presumibilmente costruito su una fortificazione longobarda.

Valsinni non ha solo il castello da vedere, però. Nel suggestivo borgo spicca anche la chiesa Madre dedicata all’Assunta e palazzo Mauri, che all’interno contiene un antico mulino. La parte antica di Valsinni non è accessibile alle automobili. Comprende abitazioni vecchie di secoli accostate l’una all’altra e separate da strette vie che si inerpicano sui fianchi dello sperone roccioso lungo il quale è stato edificato il paese.

Poiché sono presenti spesso dislivelli di alcuni metri nell’ambito di una stessa abitazione, molte case hanno come accesso o punto di transito tra due vie un ‘gafio’ ovvero un passaggio coperto in pietra che passa sotto l’abitazione.

Nel 1520 in questo borgo nacque la poetessa Isabella Morra. “Forgiando la sua sensibilità sulle liriche dei classici e del Petrarca”, scrive Beba Marsano nel suo libro Vale un viaggio. 101 meraviglie d’Italia da scoprire (ed Cinquesensi, 416 pagine, 28 euro). “Isabella aveva iniziato a scrivere versi quando incontrò il fascinoso poeta spagnolo Diego Sandoval de Castro, sposato e padre di tre figli, signore della vicina Bollita, l’attuale Nova Siri.

Se tra i due si instaurasse un’innocente amicizia intellettuale o un vero e proprio legame sentimentale, non si saprà mai. Per motivi d’onore, però, a neanche 26 anni, Isabella venne barbaramente assassinata da tre dei suoi otto fratelli insieme al suo istitutore, accusato di favorire lo scambio di carte tra i presunti amanti. Diego Sandoval non scampò alla vendetta e venne ucciso l’anno successivo, in un agguato nel bosco di Noia (ora Noepoli)”.

La morte della giovane non fu mai dimenticata dagli abitanti del borgo che, in suo onore, hanno fondato il Parco Letterario Isabella Morra. “Ma è tra luglio e agosto di ogni anno, da oltre un quarto di secolo, che la baronessina torna davvero”, ricorda Beba Marsano. “Quando la sua memoria dà vita a L’estate d’Isabella, una manifestazione ad alto tasso emozionale, in cui menestrelli e cantastorie scandiscono le tappe della sua vicenda umana e poetica in recital, drammi storici e spettacoli itineranti negli angoli più suggestivi della vecchia Valsinni. Per far risuonare il messaggio di Isabella nei luoghi che furono teatro della sua breve, tragica esistenza”.

C’è chi dice che il fantasma di Isabella, però, non abbia mai trovato pace e che continui a vagare tra le mura del castello dove fu pugnalata a morte. Ancora oggi sono molti quelli che sostengono di averla incontrata camminare a piedi nudi indossando un lungo abito bianco sulle mura del castello.

Alle spalle del centro abitato si erge il monte Coppolo, che si trova già nel territorio del Parco nazionale del Pollino. Sulla sommità del monte si trova anche un’importante area archeologica. Si tratta dei resti di un’antica città fortificata che comprendono l’acropoli che risale al IV secolo a.C. e la cinta muraria formata da blocchi squadrati. Secondo alcuni studiosi, quest’antica città potrebbe essere la mitica città greca di Lagaria, fondata da Epeo, il costruttore del cavallo di Troia.

Per tutte queste sue particolarità, concentrate in pochi chilometri quadrati, il borgo di Valsinni, che conta poco più di 1.500 abitanti, rientra tra i comuni italiani che possono fregiarsi della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, attestato che premia le piccole località dell’entroterra che si distinguono per l’offerta turistica e per l’accoglienza.

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