Borgo storico nel cuore d’Abruzzo, Tagliacozzo si estende nella gola della montagna ai piedi del monte Civita, immerso nella storia che dal Medioevo spazia fino al Barocco.
La fonte più accreditata, per la spiegazione del suo nome, deriva dall’unione di due termini latini: Talus e Cotium, ovverosia “taglio nella roccia”. Il borgo si è infatti sviluppato lungo la fenditura che divide in due il monte.
Per aprire una piccola parentesi storica e letteraria, Tagliacozzo è stato un luogo fondamentale nel Medioevo per la battaglia tra Corradino di Svevia e Carlo D’Angiò, nel 1268, che segnò la fine della dinastia sveva in Italia e la conseguente disfatta dell’idea di trasferire la capitale dell’Impero della Germania in Sicilia. Nota storica di tale importanza, che Dante Alighieri nella Divina Commedia ricorda l’allora più importante città della Marsica, così: “E là da Tagliacozzo/, dove senz’armi vinse il vecchio Alardo”.
Si respira proprio questa storia passeggiando per la zona antica: dopo la piazza, tra le più scenografiche e armoniche del Centro Italia, ci si imbatte in una ramificazione di viuzze che ti riportano indietro nel tempo. Se osservi l’architettura del borgo, non puoi non far caso ai numerosi frontoni, grandi o piccole indizi spesso di importanti casate o antiche attività artigiane. Tra case abbarbicate sulla roccia e scalinate verso la Chiesa, in un attimo ti senti parte di un angolo d’Italia che devi per forza visitare.
Tra piazza dell’obelisco, Teatro Talia, Palazzo Ducale, Palazzo Mastroddi e la fontana duecentesca, la natura irrompe tra le costruzioni, con un fiume che precipita dall’alto e si incunea in un cunicolo sotterraneo dopo un centinaio di metri, mentre la pineta si innalza maestosa verso la vetta del monte.
Seppur da vedere tutto, vi sono alcune architetture che meritano assolutamente del tempo in più, come il Castello, ormai in rovina, che sorge sulle pendici del monte Civita e rappresentava proprio il controllo sul territorio. Le cinque porte erano le 5 mura: Porta Romana verso Roma, Porta Valeria all’opposto, Porta S. Rocco adiacente ai Palazzo Ducale, Porta da’ Piedi (o Porta dei Marsi) nel paese basso e Porta Corazza verso il fiume Imele.
La Chiesa di S. Maria del Soccorso, di cui restano della costruzione originale solo due locali posteriori, anche se negli anni è stata restaurata più volte, si affianca alle antiche parrocchie situate nel paese alto: S. Egidio, S. Nicola, S. Pietro, S. Antonio Abate. La chiesa più antica e ricca di pregio è invece S. Cosma e Damiano, annessa al monastero, entrambi di stile romantico.
Palazzo Ducale è il capolavoro artistico cittadino con le sue finestre istoriate, le bifore, le sale ornamentali, i dipinti e la Cappellina centrale. Nonostante sia stato rovinato da incuria e interventi non proprio consoni durante gli anni, resta il fulcro di Tagliacozzo.
Piazza Obelisco è il centro pulsante, viene chiamata Piazza da’ Piedi ed è contornata da numerosi palazzi signorili che si alternano tra angoli ristrutturati e altri in degrado. Nel passato era circondata da portici con pilastri che furono chiusi dal Re di Napoli, Gioachino Murat. Il “Pilozzo”, sedile di pietra per la pubblica gogna dei debitori che occupava il centro, fu poi sostituito dalla fontana con obelisco in onore di S.Antonio da Padova, protettore della Città.
La gastronomia del luogo ha molte influenze romane e partenopee: agnello e vitello, farina di mais, pasta fatta in casa; i dolci tipici sono legati alle festività come la pizza con le noci e le nivole a Natale, le frittelle e le zeppole con castagnole al miele e nocchietelle a Carnevale, i fauni, i cavallucci e le palombelle delle monache benedettine sono i dolci tradizionali della Festa del Volto Santo nella Domenica di Pasqua.
Il 16, 17 e 18 agosto Tagliacozzo si trasforma ormai da ben sette anni nella città del vino con Gironi divini 2019: potrete assaporare il Montepulciano, il Trebbiano, il Pecorino, il Cerasuolo d’Abruzzo, oltre che agli spumanti e numerosi altri vini bianchi regionali, che saranno protagonisti nel centro storico.
E se intorno alle 22.00, mentre state sorseggiando un ottimo calice di vino, vi sentirete di colpo avvolgere da un venticello freddo e insistente da cui dovrete ripararvi. Non preoccupatevi. A Tagliacozzo si chiama “Uscetta” ed è il caratteristico flusso d’aria fredda che attraversa la fenditura di roccia e giunge nella piazza. Proprio lì, spicca un’incisione che ricorda quando “Il 28 maggio 1723 fioccò a Tagliacozzo”.