Forlimpopoli, il borgo in cui è nata la cucina italiana moderna

Forlimpopoli, città natale di Artusi, unisce storia romana, arte e cultura gastronomica in un borgo che racconta l’origine della cucina italiana moderna

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Flavia Cantini

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Esistono luoghi che raccontano una storia molto più grande della loro dimensione geografica e Forlimpopoli è uno di questi. Nel cuore della Romagna, il borgo dall’anima vivace ha dato i natali a Pellegrino Artusi, il letterato e gastronomo che per primo ha saputo raccogliere e codificare l’identità culinaria italiana nel suo celebre manuale La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene.

Oggi Forlimpopoli si definisce con orgoglio Città Artusiana, ma la sua fama non si esaurisce nella figura del suo più illustre cittadino. Il paese ha infatti una storia antica e stratificata che affonda le radici nel II secolo a.C., quando i Romani fondarono il primo insediamento lungo la Via Emilia. Nei secoli successivi fu punto di riferimento per i pellegrini diretti a Roma e conserva tuttora monumenti che ne raccontano il glorioso passato grazie a pietre, torri, sotterranei e opere d’arte che hanno attraversato epoche diversissime.

Cosa vedere nel borgo di Artusi

Forlimpopoli accoglie con la forza scenografica della Rocca Albornoziana, edificio quattrocentesco che domina la piazza principale con la pianta quadrata e le torri massicce. Fu costruita intorno alla metà del XIV secolo sulle rovine dell’antica cattedrale ed è attuale sede del municipio. Ma è scendendo nei sotterranei che si scoprono pagine sorprendenti della storia del borgo: infatti, tra volte e corridoi in pietra, ecco le sale del Museo Archeologico “T. Aldini”, un percorso che racconta millenni con reperti paleolitici, mosaici romani, anfore, oggetti medievali e testimonianze dell’ultimo periodo tardo medievale ritrovate in zona.

Accanto alla Rocca, la Chiesa dei Servi mostra un altro tassello dell’identità cittadina. La sua costruzione risale alla metà del XV secolo, ma è nei primi anni del Settecento che assume l’aspetto che oggi ammiriamo: una facciata articolata da più corpi, sormontata da un elegante torrione settecentesco che supera persino il campanile. L’interno è ricco di decorazioni e arredi raffinati e custodisce sei grandi nicchie che ospitano altari con opere di pregio. Tra queste spicca una pala dell’Annunciazione firmata da Marco Palmezzano, uno dei maggiori protagonisti della pittura romagnola del Rinascimento.

Non meno suggestiva è la Collegiata di San Ruffillo, esempio prezioso di architettura del VI secolo, custode delle reliquie del santo, primo vescovo di Forlimpopoli. La chiesa venne ricostruita nel Quattrocento e poi restaurata nel 1821, mantenendo tuttavia il fascino semplice e austero dell’origine paleocristiana.

Ma il cuore culturale del borgo, oggi come ieri, batte grazie al legame con la cucina. Nel complesso monumentale della Chiesa dei Servi ha sede Casa Artusi, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. Qui è possibile degustare la tradizione romagnola, ma soprattutto entrare in contatto diretto con il metodo Artusiano grazie ai corsi della rinomata Scuola di Cucina.

Come arrivare a Forlimpopoli

Raggiungere Forlimpopoli significa percorrere un snodo storico della Romagna, al centro di un territorio dinamico e ben collegato. Il borgo sorge lungo la Via Emilia ed è facilmente accessibile sia in auto sia in treno. Chi arriva in automobile può percorrere l’autostrada A14 e uscire al casello di Forlì se proviene da nord, oppure a Cesena Nord se arriva da sud. Anche la superstrada E45, che collega Ravenna a Roma, offre un accesso comodo tramite l’uscita di Cesena Ovest.

La stazione ferroviaria di riferimento è quella di Forlimpopoli-Bertinoro, lungo la linea Bologna–Ancona. In alternativa, dalla stazione di Forlì si può raggiungere il borgo con l’autobus n. 92, in partenza da Via Volta.

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