Fara San Martino, il borgo immerso nella natura e capitale della pasta

Immerso nel Parco Nazionale della Majella, il borgo sede di importanti pastifici è una meravigliosa scoperta, tra natura e storia che affonda nel Medioevo

Pubblicato: 4 Luglio 2024 15:00Aggiornato: 4 luglio 2024 16:01

Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

Situato nella splendida cornice del Parco Nazionale della Majella, il borgo di Fara San Martino è un gioiello incastonato tra le gole della Valle di Santo Spirito e della Valle Serviera. Conosciuto come la “capitale mondiale della pasta”, per via della presenza di noti pastifici quali De Cecco, questo affascinante paese vanta una ricca storia, una natura incontaminata e un pittoresco centro storico.

Le origini di Fara San Martino

La storia di Fara San Martino risale all’epoca medievale e ancora oggi, infatti, la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di San Martino, insieme al monastero benedettino, portano testimonianza di queste radici storiche. Il borgo rimase a lungo sotto la giurisdizione dei monaci, per precisino fino al XV secolo, quando passò sotto il controllo del Vaticano. Nonostante la devastazione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, però, ancora oggi passeggiando per le vie antiche del borgo e nel cuore del suo centro storico è possibile fare un salto indietro nel tempo e ritrovare le tracce delle sue origini medievali nella parte di Terra Vecchia.

Cosa vedere nel borgo

Se siete amanti della natura, della storia, della pasta e dell’autenticità, Fara San Martino è il luogo ideale da visitare. Questo borgo autentico dell’Abruzzo vi accoglierà a braccia aperte, offrendovi un’esperienza indimenticabile tra paesaggi mozzafiato, tradizioni secolari e sapori unici.

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Alcune rovine antiche a Fara San Martino

Ma è anche splendido da vedere, Fara San Martino: il nucleo più antico del borgo, Terra Vecchia, conserva ancora intatta la struttura di un borgo fortificato che ha resistito al passare del tempo e alle vicissitudini della storia. Attraverso la Porta del Sole si può accedere a questo affascinante labirinto di stradine che caratterizzano la zona. C’è poi Palazzo di Cecco, con le sue finestre decorate, e ci sono le tante chiese (a cominciare dall’antica parrocchiale di San Remigio).

Anche se, al di là della storia, è l’aspetto naturalistico a raccontare l’anima di Fara San Martino. Se in Piazza Municipio il Museo Didattico curato dal Corpo Forestale gestisce il Centro Visite del Parco Nazionale della Majella, nei dintorni è possibile visitare splendide grotte carsiche: la Grotta del Peschio, la Grotta Porca degli Angeli, la Grotta dei Diavoli, la Grotta de li Trazzir. E poi le sorgenti del Fiume Verde, le Gole di S. Martino con i resti dell’omonima abbazia. Dintorni splendidi, in cui è possibile organizzare trekking, gite in bicicletta, passeggiate a cavallo.

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Panorama del Parco Nazionale della Majella

C’è poi, nel territorio di Fara San Martino e di Palombaro, la Riserva Statale Fara S. Martino – Palombaro, con le sue aree ricoperte di faggi, di pino mugo, di pino nero, e le tantissime specie di uccelli che la popolano, insieme all’Orso Bruno Marsicano e al Lupo Appenninico. Oltre, ovviamente, al Parco Nazionale della Majella, un parco tutto di montagna sito nella parte più impervia e selvaggia dell’Appennino Centrale, coi suoi canyon e i prati d’alta quota.

Cosa mangiare a Fara San Martino

Abbiamo già detto che Fara San Martino è soprannominato anche il “borgo della pasta”. Perché? Perché è qui che si trovano alcuni tra i più celebri pastifici italiani: De Cecco, Cocco, Delverde. E non è neppure la pasta, l’unica prelibatezza da gustare durante una visita al borgo: ci sono anche il ragù d’agnello, i tarallucci lessati, gli uccelletti ripieni (tarallucci abruzzesi alla marmellata d’uva), gli amaretti, i mostaccioli (biscotti dal cuore morbido, ricoperti da una glassa di cioccolato). Insomma, tutta la bontà e la genuinità della cucina abruzzese!

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