Chianale, borgo di pietra nel bosco cantato da Virgilio

Chianale, al confine tra il Piemonte e la Francia, borgo di cultura occitana dal cuore di ardesia, coi tetti di lose, le pietre e le case con le antiche travi

Pubblicato: 3 Novembre 2017 16:30

SiViaggia

Redazione

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Riparato in una posizione felicissima che lo tiene al sicuro dai pericoli delle valanghe a Chianale si può respirare tutto il magico profumo delle Alpi. Il tocco fiabesco è dato dai larici che riposano nella neve accanto a case riscaldate dai camini. Nella zona vive ancora la cultura provenzale dei trovatori, c’è il bosco dei cimbri più grande d‘Europa. E si trova il Chemin Royal che portava fino in Francia. Nel borgo nessuna guerra. La chiesa cattolica e il tempio calvinista si guardavano reciprocamente in pace.

Chianale è una frazione del comune di Pontechianale in provincia di Cuneo. Il paese chiude l’Alta Val Varaita col suo lago circondato da boschi e pinete. Salendo si arriva al bellissimo villaggio di Chianale, tutto in pietra situato a 1.800 metri di altezza che si trova sull’antico Chemin Royal, la strade del sale anche andava dritto verso la Francia. Lungo un’arrampicata ripidissima (che si può compiere soltanto d’estate) si può raggiungere il colle dell’Agnello a 2.748 metri e da giù si raggiunge la regione del Queyras.

È il torrente Varaita a dividere in due agglomerati il borgo di Chianale (collegati tra loro da un ponte in pietra). Il ponte è in corrispondenza di un piccola piazzetta con fontana davanti all’antica chiesa di Sant’Antonio. Un edificio religioso del XIV secolo, chiesa parrocchiale del borgo dal 1459 fino a tutto il XVII secolo. Semplice e armoniosa, la chiesa ha un campanile a vela e un piccolo portico all’ingresso, bellissimo il portale romanico a triplice ghiera. L’interno ha un aula con volta a botte e gli archi sono sorretti da mensole scolpite con mascheroni tipici delle architetture dell’antico substrato celtico.

Sempre sul Chemin Royal, che poi è l’asse sulla quale il borgo di Chianale si incardina, al numero civico 17 c’è Casa Martinet che poi è tutto ciò che resta nel tempio calvinista. Per buona parte del XVII secolo Chianale fu l’unico borgo della valle dove fosse consentita la libertà di culto (sulla facciata del tempio la bifora con le insegne di Francia e Delfinato).

Oltrepassato il Varaita c’è la chiesa di San Lorenzo, realizzata a tra il XVII e il XVIII secolo, dentro la quale si può ammirare un altare barocco tradizione brianzonese, fondato su 4 massicce colonne tortili di pino di peno cembro, finemente intagliato. Spesso declassato ad atre povera, il patrimonio artistico delle valli alpine spesso regala veri e propri gioielli e capolavori di architettura contadina sparsi qua e là tra borgate e zone più impervie.

Come ad esempio case con articolazioni di piani e aperture originali con proporzioni esatte e per ben fronteggiare i rigori del clima. Bellissimi a Chianale i tetti delle abitazioni che visti dall’alto regalano compattezza a tutto il borgo.

Sono molte le attività che si possono fare. In inverno ci sono le cascate di ghiaccio e sci nordico. In estate la pesca nel torrente Varaita, canoa e windsurf sul lago di Pontechianale, escursioni e salite sul gruppo del Monviso (meglio se con le guide alpine) e poi trekking e passeggiate naturalistiche per ammirare flora e fauna nel bosco dell’Alevè e poi ancora mountain bike ed equitazione.

Quello dell’Alavè (da elvu, nome del pino cembro in lingua d’oc), disteso sulle falde del Monviso è il bosco di cembri più grande delle Alpi (ben 825 ettari ricchi di piante secolari). Si tratta dunque di un bosco antichissimo rimasto quasi miracolosamente intatto. È stato raccontato già da Virgilio delle Eneide (“Monviso ricoperto da foresta di cedri”) e questo dimostra che esisteva già in epoca romana, se ne discute poi negli Statuti piemontesi e in quelli della Castellata, dove vigeva il divieto assoluto di taglio di alberi.

I più longevi hanno circa 400 e 600 anni, uno di questi è posto sulla costa del Monte Cervet, mentre sul versante nord della Cima delle Lobbie esiste un esemplare a 2.950 metri. Nel bosco oltre alle conifere molte altre specie vegetali tipiche della medio-alta montagna, nonché specie animali. Oltre all’Alevè, l’alta val Varaita ha conservato tutto il fascino della combinazione tra le architetture alpine e la natura incontaminata come laghi, cascate e boschi.

Tante le opportunità a Chianale di percorrere i sentieri, percorsi naturalistici e le escursioni ad alta quota. Uno dei trekking più frequentati dell’arco alpino occidentale è quello che tocca Val Varaita, Val Po e Valle dei Guil consentendo di ammirare il Monviso in tutta la sua imponenza. Merita una visita anche il percorso delle antiche case contadine: un itinerario molto suggestivo tra portali, balconi, pitture murali, meridiane, solati e le teste misteriose scolpite nella pietra.

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