Un nuovo assalto potrebbe presto scatenarsi sul suolo italiano ad opera dei sudditi di Sua Maestà. Dopo “l’occupazione” del Chianti, della Sicilia e delle campagne marchigiane, gli inglesi potrebbero puntare gli occhi e investire le loro sonanti sterline sul Lazio settentrionale. Almeno se seguiranno i consigli dell’autorevole Financial Times, che ha eletto a «luogo ideale» per vivere la città di Viterbo. Il corrispondente dalla Capitale del quotidiano economico britannico Guy Dinmore, parlando della «città vicina a Roma ma lontana dalla confusione della metropoli», l’ha definita una location unica «dove mixare storia, ambiente, relax», ma soprattutto «un sito da suggerire a una clientela internazionale che voglia investire nell’acquisto di una abitazione».
Un giudizio che ha reso felici le autorità locali, che per bocca del consigliere comunale delegato al Turismo Andrea Marcosano hanno giudicato «entusiasmante il progressivo interesse per Viterbo da parte di realtà nazionali e internazionali della comunicazione e del turismo» e salutano con gioia l’ingresso della città nei circuiti di visita delle crociere che attraccano a Civitavecchia. Ma anche un suggerimento prezioso per tutti i turisti e viaggiatori, che spesso, attirati dalle vicine bellezze dell’Umbria, della Maremma e di Roma, trascurano l’antica e gloriosa capitale della Tuscia.
Viterbo invece merita una non breve visita per le sue molteplici attrattive. Gli amanti della storia possono andare in cerca delle tracce della civiltà etrusca, che precedette l’occupazione romana, ammirare palazzi e vestigia medievali e rinascimentali o ricostruire sul colle di San Lorenzo le vicende della chiesa nel XIII secolo, quando il Palazzo dei Papi, celebre per la splendida loggia ad archi, era sede papale. Qui, ad esempio, nacque il termine conclave, quando l’elezione al soglio di Gregorio X fu “sollecitata” dal capitano del popolo, dopo tre anni di tentennamenti, chiudendo a chiave (cum clave) la porta della sala consiliare, cui nel frattempo era stato tolto il tetto, e nutrendo i cardinali a pane e acqua.
Ai fedeli la città offre anche la possibilità di venerare le spoglie mummificate di Santa Rosa, in onore della quale a settembre si svolge il Trasporto della Macchina, una torre illuminata alta 28 metri e pesante 50 quintali portata a spalla per le vie abbuiate della città da 100 “facchini” ( a giugno si svolgono le “selezioni”, consistenti nel trasportare sulle spalle per circa 90 metri una cassetta piena di lastre di ghisa da 150 kg). Agli epicurei, invece, piaceranno di più gli effetti benefici delle fonti termali, fatte scaturire secondo la leggenda nientemeno che da Ercole con un palo conficcato nel terreno, o la ricca tradizione gastronomica, che ha nell’Acquacotta (una zuppa di verdure selvatiche) e nella Giubba e Calzoni (zuppa con l’agnello) i suoi piatti più tradizionali. Senza dimenticare che Viterbo è nota, oltre che per le monumentali fontane, anche come città delle belle donne…