Piccolo borgo dell’Umbria, abbarbicato su di una rupe di tufo, Orvieto ha una storia antica. Ed è un vero e proprio gioiello dell’architettura etrusca, ricco di testimonianze, d’architetture civili e religiose e di angoli da esplorare.
Famosa soprattutto per il Duomo dalla facciata a mosaico, Orvieto offre in realtà tutta una serie di itinerari storico-artistici. Ecco cosa vedere e cosa fare in occasione di una visita in questo splendido borgo.
Gli Etruschi a Orvieto
A ridosso di Orvieto, numerosi sono i siti d’epoca etrusca e i luoghi di sepoltura che negli anni sono stati scoperti. Tra i principali siti, meritano una visita la Necropoli di Crocifisso del Tufo – costruita secondo uno schema di vie ortogonali che ricalca i modelli urbanistici dell’epoca – e i vari musei che ospitano testimonianze provenienti dalle vicine necropoli etrusche.
Il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto e il Museo della Fondazione Claudio Faina ospitano ceramiche a figure rosse, armature da parate composte di elmo, corazza, schinieri e scudo, e tutta una serie di oggetti da corredi funerari, sia di importazione che di produzione locale: spille, monili, pugnali in metallo, vasellame di bucchero.
Infine, in piazza della Repubblica, è possibile visitare i sotterranei della chiesa di Sant’Andrea.
Il duomo di Orvieto
Simbolo di Orvieto, e capolavoro dell’arte gotica italiana, il Duomo cittadino è molto più che una chiesa. Il suo Sacro Corporale ospita moltissime opere d’arte, e la sua armonia è incredibile se si pensa che – qui – hanno lavorato per oltre tre secoli più di venti artisti.
Iniziato nel 1290 per offrire al Corporale del Miracolo di Bolsena un posto dove essere venerato, il Duomo fu costruito fino alla seconda metà del Millecinquecento. Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani e Andrea Orcagna si alternarono, e l’effetto è straordinario: i bassorilievi con Storie del Vecchio e Nuovo Testamento e del Giudizio Finale, il fronte impreziosito dai mosaici e dal rosone di Andrea Orcagna, le cappelle. Veri capolavori d’arte religiosa.
E sono proprio le cappelle, ad essere imperdibili. Innanzitutto la Cappella del Corporale, dove il corporale è quello del Miracolo di Bolsena, un evento fondamentale per la chiesa cattolica, che vide un’ostia perdere del sangue. Il Duomo fu costruito proprio per ospitare il corporale, che oggi trova posto – insieme all’ostia – in un reliquiario d’oro, argento e smalto, d’epoca medievale.
C’è poi la Cappella di San Brizio, importantissima testimonianza del Rinascimento italiano e affrescata da Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e da Luca Signorelli. A tema Giudizio Universale, ospita scene straordinarie che incantano il visitatore.
Il pozzo di San Patrizio
Capolavoro dell’ingegneria costruito nel 1527 per volere di papa Clemente VII da Giuliano da Sangallo il Giovane, il pozzo di San Patrizio aveva un obiettivo: assicurare ad Orvieto la disponibilità d’acqua per tutto l’anno. E in effetti, questo pozzo scavato nel tufo, raggiunge l’acqua nascosta sotto la rupe su cui il borgo è costruito.
Profondo 62 metri e con 72 finestre, si caratterizza per le due scale elicoidali gemelle: una per la discesa, una per la risalita. Grazie ad esse, e grazie alla possibilità di far scendere nel pozzo i muli da soma, le operazioni di carico dell’acqua erano molto più semplici. Oggi, il pozzo di San Patrizio può essere visitato. Basta aver voglia di scegliere, e poi di risalire, i suoi 258 gradini.
Underground: la città sotterranea
Ma Orvieto non è bella solo in superficie: nella sua rupe si nasconde un complesso labirinto scavato nel corso di 2500 anni e composto da oltre 1200 grotte, cunicoli, pozzi e cisterne, venute alla luce per caso dopo una frana. Oggi, grazie al progetto di Orvieto Underground, quel labirinto può essere visitato. Ed è un’esperienza davvero indimenticabile.
La visita guidata, prenotabile online, si snoda lungo un agevole percorso che attraversa strutture ipogee rimaste intatte. Laddove il sentiero corre parallelo alla rupe, panoramiche aperture fanno filtrare la luce. E tutto s’accende di leggenda.
La bistecca del villano
Testimonianze storiche a parte, Orvieto ha anche una sua tradizione culinaria. O, meglio, ha prodotti tipici assolutamente degni di nota. Su tutti, la pera di Monteleone. Soprannominata “bistecca del villano” per via del suo valore nutrizionale, ha un peso medio di 140 – 160 grammi e una forma conica corta. La sua buccia è gialla, liscia e spessa, la polpa saporita e aromatica. E, a detta dei buongustai, è buonissima al forno oppure in una zuppa dolce, insieme alle castagne. L’ideale per rifocillarsi, dopo un giro tra le diverse anime d’Orvieto.