Il Bel Paese non poteva non appropriarsi, reinterpretandola, della più recente tendenza del turismo che viene dal Nord Europa, gli hotel ideati da maestri del design, che in Italia diventano “arte-hotel“, cioè luoghi nei quali oltre a godere di una raffinata ospitalità si vive letteralmente in mezzo a opere d’autore.
Ne è un esempio di arte hotel l’Alexander Museum Palace di Pesaro che il proprietario Alessandro Marcucci Pinoli definisce «Una performance permanente 365 giorni l’anno, per 24 ore al giorno, che parla e comunica attraverso il linguaggio universale del bello». Ingegneri, architetti e artisti famosi hanno lavorato per quattro anni alla struttura, all’entrata della quale è installata una stele di Arnaldo Pomodoro alta 16 metri. L’albergo comprendo sessantatre camere firmate da settantacinque artisti tra i quali Sandro Chia, Giò Pomodoro, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Primo Formenti, Nanni Valentini, Simon Benetton, Mauro Brattini, decorate e impreziosite da un centinaio di pittori e scultori.
«La selezione non è stata facile – spiegano i proprietari – nel 2004 sono state scelti i bozzetti di un centinaio di artisti e altri ancora sono stati segnalati da critici come Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio e Achille Bonito Oliva, cui si devono tre grandi sculture della Transavanguardia acquistate su sua indicazione».
Sulla stessa falsariga si colloca l’Atelier sul mare di Castel di Tusa, sulla costa tra Cefalù e Santo Stefano di Camastra, albergo nato dall’intuizione di Antonio Presti, già ideatore della Fiumara d’arte, il parco di sculture all’aperto più grande d’Europa. L’albergo offre la possibilità di dormire in venti stanze d’artista, tutte rigorosamente dotate di un letto e un bagno funzionali. «L’Atelier sul mare — dichiara Presti — si propone come esclusivo centro internazionale e grande contenitore d’arte contemporanea. Un museo vivo dove l’ospite visitatore non ha con l’opera un rapporto contemplativo o estraneo ma può viverla come un’emozione».
A via Margutta, nel centro di Roma, sorge l’hotel Art, cappella sconsacrata e restaurata che conserva della sua origine il mix tra sacro profano, con le pareti rivestite di lucido marmo bianco, l’illuminazione firmata da Enzo Catellani e i nastri di luce, per terra, su cui sono scritti versi di poeti come Garcia Lorca e Octavio Paz.
A Milano troviamo invece l’Arte Hotel Navigli, ricco di una collezione di dipinti e sculture di arte contemporanea, opera di artisti italiani e internazionali come Giuseppe Ajmone, Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Arturo Carmassi, Mark Kostabi e Raymundo Sesma, sono sparpagliate tra gli ambienti comuni e le camere. E all’estero? Il taglio interpretativo italiano del binomio cultura-relax è stato adottato anche dall’Hotel Fox di Copenaghen, ristrutturato da un gruppo di ventun giovani creativi secondo le ultime tendenze della graphic, street e urban art, con scenografie che spaziano in totale libertà creativa dal Decò ai Manga giapponesi.