Esistono luoghi nel mondo dove le donne hanno un ruolo di primo piano rispetto agli uomini. Difficile da credere visto che solitamente è il patriarcato ad avere la meglio, eppure è proprio così. Sono le cosiddette società matriarcali in cui, a detenere il potere, sono le donne della comunità. Matriarcato significa proprio potere materno, mentre il termine matrilinearità indica un sistema di discendenza per via materna, dove i figli ereditano le proprietà e la posizione sociale dalle madri e non dai padri. Scopriamo dove, nel mondo, esistono società matriarcali e matrilineari.
I Bribri vivono in Costa Rica e sono un gruppo indigeno molto piccolo, localizzato in una riserva nel cantone Talamanca. Il gruppo è organizzato in clan, ognuno dei quali composto da una famiglia allargata. Qui le donne, a differenza degli uomini, ereditano le terre, il clan stesso è determinato dalla madre e dalle donne in generale, e queste ultime sono le uniche a poter preparare il cacao che viene impiegato in rituali sacri ritenuti molti importanti dalla comunità.
I Mosuo fanno parte di una minoranza etnica chiamata Naxi, che vive al confine del Tibet. In realtà i Mosuo differiscono dai Naxi sia dal punto di vista culturale che linguistico. La loro organizzazione è matriarcale perché le famiglie allargate in cui vivono sono guidate proprio da una donna, la matriarca. In generale sono le donne a occuparsi dell'aspetto economico mentre gli uomini si dedicano alla politica. I Mosuo sono anche conosciuti per la pratica dei walking marriages, in cui le donne scelgono un uomo che deve raggiungerle la sera per poi andarsene al mattino.
In Indonesia c'è una società matrilineare che è la più grande ad oggi conosciuta. Stiamo parlando dei Minangkabau di Sumatra occidentale, dove le donne, dopo il matrimonio, acquisiscono i propri quartieri per dormire. Sono sempre le donne a selezionare il capo clan, che però è un uomo, e sono loro a poter decidere se rimuoverlo dalla carica, qualora lo ritengano opportuno.
I Samburu sono un gruppo etnico africano che vive nel distretto di Samburu, in Kenya. La loro non è un'organizzazione matriarcale, fatta eccezione per le Samburu dell'Umoja Village, un villaggio matriarcale fondato da Rebecca Lolosoli, una di loro. Vittime di innumerevoli violenze, queste donne decisero di andare a vivere in uno spazio tranquillo, dove poter gestire i propri figli in serenità, ribellandosi alla cultura della loro società d'origine. Una decisione che hanno pagato a caro prezzo perché non tutti concordavano, ma che tenendo duro, sono riuscite a portare avanti.
In India esiste un popolo chiamato Khasi, sottopopolazione degli indigeni Va, la cui società è organizzata in clan chiamati kur, dove il potere è detenuto dalla madre, che è insieme capa e sacerdotessa. Il suo compito non è facile perché da lei dipende la comunità, quindi il suo ruolo cela responsabilità elevatissime. Nel loro popolo si segue la matrilinearità per quanto riguarda eredità e successione, e i figli portano il nome del clan materno.
Sempre in India esiste un sottogruppo dei Khasi, i Garos, dove sono le donne a corteggiare gli uomini a cui sono interessate e questi ultimi possono decidere se accettare o meno il corteggiamento fuggendo via, dopo essere stati imprigionati nella casa degli uomini e presentati alla ragazza. I divorzi presso questo popolo sono informali tanto quanto i matrimoni, basta infatti dire al consorte che non si è più interessati e le nozze finiscono. Gli uomini sono rispettati e tenuti in considerazione, tuttavia non vengono sempre riconosciuti come padri.
Il popolo Tuareg, pur non essendo matriarcale, si caratterizza per la particolare emancipazione delle donne. Lo si può notare in diverse usanze, per esempio sono gli uomini a coprirsi il volto e le donne possono, al contrario, non farlo. Inoltre le donne Tuareg, prima delle nozze, possono avere liberamente quanti amanti desiderano e dopo il divorzio, non perdono potere e nemmeno la loro indipendenza, come purtroppo succede altrove.
Il popolo Akan è il più diffuso sia in Ghana che in Costa d'Avorio e la loro società ruota intorno al clan matriarcale. Le fondatrici del clan sono esclusivamente donne sebbene gli uomini ricoprano comunque delle posizioni di comando. Questi ultimi devono anche provvedere al sostentamento economico della famiglia e delle parenti.