Non è facile immaginare un luogo più selvaggio e incontaminato della Mongolia: le sue ampie distese erbose, l'immensità del deserto e le imponenti montagne innevate che si scorgono in lontananza, tutto sembra essere fermo nel tempo da millenni, ed è una vera emozione. Cosa fare in questo Paese meraviglioso? Uno dei panorami da non perdere è quello del lago Khuvsgul (nella foto), ad oltre 1.600 metri di altitudine e circondato dalla natura rigogliosa della taiga.
Se c'è un luogo che racchiude la storia e la cultura millenaria del popolo mongolo, questo è Ulan Bator: la capitale del Paese è anche la sua unica vera città, con grandi palazzi che si stagliano imponenti contro il cielo. Tappa fondamentale è il Museo Nazionale della Mongolia, che racchiude l'eredità del famoso condottiero Gengis Khan e dei suoi fedeli soldati.
Sempre nella capitale, si può ammirare quello che è un vero e proprio monumento nazionale. Stiamo parlando del Palazzo d'Inverno del Bogd Khan (chiamato anche Palazzo Verde), la residenza dell'ultimo re della Mongolia che è stata oggi trasformata in un museo. Consiste in una serie di pagode che, al loro interno, racchiudono opere d'arte buddiste e persino animali impagliati.
L'estremo ovest del Paese è caratterizzato da alte catene montuose dove la natura è incontaminata. Il massiccio del Tavan Bogd, parte dei Monti Altaj, è uno dei luoghi più suggestivi dell'intera Mongolia: sembra quasi di essere fuori dal mondo. Vi sono tantissimi sentieri da esplorare e arrampicate destinate ai più esperti, al termine delle quali si gode di un panorama meraviglioso.
È invece al confine tra Mongolia e Cina che possiamo trovare un paesaggio completamente diverso: quello arido e incredibilmente solitario del Deserto del Gobi. Imponenti dune di sabbia si ergono nel nulla, là dove i raggi del sole bruciano durante tutto il giorno. Qui passava l'antica Via della Seta, e seguirne le orme è un'esperienza assolutamente indimenticabile.
La vasta regione desertica che si sviluppa lungo il confine meridionale del Paese è uno scrigno di paesaggi molto diversi tra loro. Oltre alle dune di sabbia, nella zona di Bajanzag si possono scoprire le Flaming Cliffs: si tratta di rocce sabbiose scolpite dal vento, da visitare soprattutto al tramonto quando, incrociando obliquamente i raggi del sole, assumono un brillante color arancione.
La Valle dell'Orkhon, che si dipana lungo l'omonimo fiume, è un luogo dove la natura selvaggia regna ancora incontrastata. Inserita tra i patrimoni UNESCO per l'importanza paesaggistica e per la longeva tradizione pastorale dei suoi abitanti, accoglie paesaggi da cartolina come quello della cascata dell'Orkhon, un tuffo d'acqua gelida di circa 20 metri d'altezza che sprofonda tra le rocce.
La steppa caratterizza gran parte della Mongolia: un'infinita distesa verde da attraversare in sella ad un cavallo, galoppando come facevano Gengis Khan e i suoi uomini tanti secoli fa. Per vivere davvero il lato più autentico del Paese, non resta che accamparsi in una yurta e trascorrere la notte nella steppa. Le grandi tende mongole sono, d'altra parte, ancora la scelta abitativa delle popolazioni nomadi di queste regioni.
Dopo una notte avventurosa nella steppa, ci si può rigenerare con un tuffo nelle piscine naturali di Tsenkher, una regione termale dove l'acqua bollente sgorga tra le rocce a temperature che vanno dagli 80° ai 90°C. Queste preziose sorgenti libere vantano acque ricche di solfato e carbonato di sodio, con importanti proprietà curative per le malattie articolari e per quelle del sistema nervoso.
Infine, un'ultima tappa da non perdere è l'antica città di Karakorum, di cui ormai non restano che poche rovine. Uno dei pochi edifici ancora intatti è il monastero buddista di Erdene Zuu: eretto verso la fine del '500, è cinto da imponenti mura che però a nulla valsero contro gli assalti che subì nel tempo. Venne poi ricostruito nei secoli successivi, arricchendosi di ben 62 templi e decine di altre strutture.