I 5 fiumi italiani migliori per fare rafting

Per gli amanti del rafting in Italia ci sono 5 fiumi imperdibili per praticare questo sport, dalla Lombardia alla Calabria. Di quali si tratta.

Pubblicato: 24 Maggio 2019 11:30Aggiornato: 10 giugno 2024 22:06

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Redazione

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Se siete amanti del rafting sarà capitato spesso di spostarvi per raggiungere luoghi adatti a praticare questo sport. Forse, addirittura, state pensando di dedicare le vostre vacanze a questa attività unendo la vostra passione al turismo montano e di collina.

Il rafting in Italia viene praticato da un numero sempre maggiore di persone, anche per la bellezza dei paesaggi che offre il nostro Paese e per la disponibilità sempre crescente in tutta la nostra penisola di luoghi dedicati a questo sport. Vediamo in cosa consiste il rafting e dove praticarlo.

Che cos’è il rafting e come si pratica

Il rafting è uno sport che si svolge sulle anse di un torrente o di un fiume di montagna con una discesa rapida su un gommone. Pur non essendo un vero e proprio sport estremo, ha un forte impatto emotivo per la rapidità con cui viene attuato. Insomma, a differenza di chi interpreta la natura come l’ambiente della pace e del relax, il rafting è adrenalina pura.

Il rafting viene praticato con un gommone, detto raft, da cui lo sport prende il nome. Si tratta di un gommone speciale con il fondo rinforzato per sopportare gli urti con i massi e caratterizzato dall’impossibilità di essere affondato. Durante la discesa lungo le rapide del torrente spesso entra molta acqua al suo interno, ma un sofisticato sistema lo svuota immediatamente grazie a una valvola di sovrapressione. Per questo sport è previsto un equipaggio composto da un minino di 4 a un massimo di 8 elementi. A partire dal 2010 questo sport ha ottenuto il riconoscimento ufficiale ed è diventato disciplina olimpica.

Dove praticare il rafting in Italia: 5 percorsi da provare

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I fiumi dove fare rafting in Italia

Praticare rafting permette anche di vivere la montagna e di scoprire nuovi luoghi. Una vacanza rafting, per gli amanti di questo sport, permette di divertirsi con l’attività amata ma anche di visitare valli e paesi.

Grazie alla natura montuosa della nostra penisola e ai molti corsi d’acqua che attraversano le nostre montagne, il rafting in Italia, da nord a sud, ha un ottimo successo. Dal Trentino alla Calabria, dal Piemonte all’Umbria, passando per la Lombardia, le possibilità sono molte, a due passi da casa o dall’altra parte della penisola.
Ecco 5 mete da prendere in considerazione per una vacanza rafting o per un soggiorno veloce.

1. Rafting in Trentino: la Val di Sole

Una delle mete più importanti della nostra penisola per la pratica del rafting è senza dubbio la Val di Sole. Si tratta di una ramificazione della Val di Non, nella parte nord-occidentale del Trentino. Incassata tra una serie di catene montuose che superano i 3500 metri (il gruppo dell’Ortles a nord, il passo di Tonale a est e la catena dell’Adamello a sud), si estende lungo il fiume Noce.

Proprio questo fiume è considerato uno dei migliori per praticare il rafting, tanto da essere nominato da National Geographic come il migliore d’Europa. Altre classifiche internazionali lo posizionano tra i primi 10 fiumi al mondo per questa specialità. Il Noce, che nasce a 3600 metri di altitudine presso il Corno dei Tre Signori, si snoda per oltre trenta chilometri di natura incontaminata, offrendo anse e rapide di ottimo livello, favorendo una discesa rapida ed emozionante.

Nella scala di navigabilità dei fiumi, che va da un livello WW-I per una navigazione facile a un livello WW-VI per una navigabilità estremamente difficile, i passaggi del fiume Noce sono classificati tra il livello WW-III e il livello WW-IV+, a cui si aggiunge una rapida di livello WW-V presso la forra di Santa Giustina. Come tutti i fiumi a regime torrentizio, i livelli dell’acqua possono cambiare molto rapidamente e modificare le caratteristiche del fiume stesso. Per questo i livelli vengono costantemente monitorati al fine di garantire la massima sicurezza agli sportivi.

Oltre al rafting in Val di Sole si possono trascorrere momenti di vero e proprio relax e di svago: dalle terme di Pejo alle riserve naturali del Parco Nazionale dello Stelvio, c’è ampio spazio per ogni tipo di attività. Bicicletta, trekking, passeggiate d’estate e sci in inverno sono tra le principali attrattive della zona.

2. Rafting in Umbria: le cascate delle Marmore

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Rafting in Italia: la cascata delle Marmore

Un’altra meta molto quotata per il rafting è in Umbria, nelle cascate delle Marmore. Situate nella Valnerina, a pochi chilometri da Terni, sono tra le cascate più alte d’Europa con un dislivello di circa 160 metri. Le cascate delle Marmore nascono dal fiume Velino che, in prossimità di una località chiamata Marmore, a meno di 400 metri di altezza sul livello del mare, si getta nella gola del fiume Nera.

A differenza del Trentino, non si tratta quindi di alta montagna, come può testimoniare la vegetazione circostante. Le cascate delle Marmore sono cascate controllate per lo sfruttamento dell’energia elettrica. Grazie a questo sistema di regolazione delle acque anche l’attività di rafting ne trae vantaggio, in quanto non limita l’attività nelle stagioni invernali, come avviene invece normalmente in altri siti.

Il rafting nelle Marmore può essere praticato a diversi livelli: per i più esperti sono previsti percorsi partendo da Papigno, appena al di sotto delle cascate. Invece, per i bambini e i principianti è possibile cimentarsi in un rafting soft partendo da Arrone. Nel parco fluviale del Nera sono previste anche altre attività che rendono un soggiorno in questi luoghi molto apprezzato e completo. Il parco fluviale è fortemente antropizzato grazie a uno sfruttamento fin dal Medioevo, rendendolo così a misura di turista. Passeggiate lungo i sentieri e river walking sono tra gli svaghi di maggior successo oltre al rafting e ad altri sport da praticare in Valnerina.

3. Rafting in Calabria: il fiume Lao

Anche in Calabria, precisamente nel parco del Pollino è possibile praticare attività outdoor tra cui il rafting. Il rafting nel Fiume Lao si svolge a una altitudine inferiore ai 300 metri, quindi, come nel caso delle cascate delle Marmore non si può parlare di montagna. Il percorso lungo le Gole del Lao permette un’escursione di 14 chilometri in un vero e proprio canyon, con pareti ripidissime tutto attorno e cascate mozzafiato, tra cui la più suggestiva è la cascata di Malomo.

Vista la sua natura selvaggia, in alcuni punti il gommone non può passare, per cui sono necessari trasferimenti verso altri punti più agevoli. Nell’ultima parte della navigazione il paesaggio cambia notevolmente: qui le pareti del canyon si abbassano progressivamente e lasciano spazio a piccole spiagge naturali sulla riva del torrente e a una vegetazione più fitta.

Il parco del Pollino, posto al confine tra Calabria e Basilicata, è un parco nazionale di notevole importanza, in quanto è l’oasi protetta più estesa della nostra penisola, e ospita le maggiori cime del sud Italia. Oltre alle attività lungo il fiume Lao. Il parco permette bellissime escursioni con vari livelli di difficoltà attraverso le rocce dolomitiche e le grotte carsiche. Anche la fauna qui ha una notevole importanza, con la presenza di specie rare come il lupo, la lontra e il driomo calabrese.

4. Rafting in Piemonte: il fiume Sesia

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Rafting in Italia: il fiume Sesia

Tornando a nord e salendo di quota, il rafting in Piemonte ha come centro di maggior attrattiva la Valsesia. Lungo il fiume Sesia è possibile affrontare discese e piccole rapide alternate da anse ampie dove godere del panorama e rifiatare. Il fiume Sesia è uno dei fiumi più importanti del Piemonte: scende dal monte Rosa a quota 2500 metri fino a buttarsi nel Po, di cui è un importante affluente.

Qui gli sport d’acqua viva sono molto praticati: oltre al rafting, il kayak e l’hydrospeed da maggio a settembre intrattengono appassionati e turisti. Il prezioso ecosistema di quest’area e la natura incontaminata fanno della Valsesia una meta ambitissima per il trekking e l’arrampicata e per gli sport invernali.

5. Rafting in Lombardia: il fiume Ticino

A poca distanza dal Piemonte e dalla Valsesia si trova un’altra meta piuttosto interessante per chi ama il rafting. Sebbene l’ambiente sia molto diverso da quello montano della Valsesia, il fiume Ticino offre uno scenario più tranquillo ma non meno emozionante per praticare un rafting slow. Il Parco Naturale del Ticino, istituto nel 1974, si estende tra il Canton Ticino, il Piemonte e la Lombardia, lungo il corso del fiume omonimo che dalla Svizzera scende fino al Po per circa 250 chilometri.

In quest’area prevalentemente di pianura si trovano paesaggi molto particolari caratterizzati da una splendida fauna. Infatti, il Parco del Ticino grazie alla notevole estensione presenta ambienti molto diversi tra di loro e dispone di un ecosistema del tutto particolare nella nostra penisola. Qui il tipo di rafting praticato è più lento e dolce, ma non per questo meno avvincente. Adatto anche ai bambini e ai principianti, trova grande successo tra gli amanti della natura e tra coloro che, oltre a fare sport, vogliono godersi i panorami.

Il fiume Ticino, in questo senso, mette a disposizione scenari molto particolari: isolotti abitati solo dalla fauna acquatica e tunnel acquatici, capaci di offrire un’atmosfera stupefacente tanto più se contestualizzata all’interno di un’area fortemente industrializzata e antropizzata come la Pianura Padana. Oltre al rafting, le acque del fiume Ticino sono particolarmente adatte alla pratica della canoa e del kayak, mentre sulle sponde del fiume si possono organizzare passeggiate prive di difficoltà, escursioni e percorsi in bicicletta, mountain bike o carrozza nel Parco del Ticino.

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