Alte mura segnate da vite solitarie, luoghi dal fascino cupo ma allo stesso tempo intriganti: oggi andiamo alla scoperta delle prigioni più famose del mondo, da ammirare da lontano e non solo. Alcuni di questi penitenziari, infatti, sono divenuti luoghi storici e hanno aperto le loro porte per consentire a chi vuole saperne di più di avere uno spaccato di ciò che accade (o accadeva) al loro interno. (In foto: prigione di Alcatraz, San Francisco)
Iniziamo da Alcatraz, che dal 1934 al 1963 è stata una delle prigioni più sicure ed estreme del mondo. Alcatraz è visitabile sia dall'esterno, a bordo di un traghetto che parte dalla baia di San Francisco, sia dall'interno, con i tour guidati della compagnia Alcatraz City Cruises. Da questa prigione era quasi impossibile evadere ed era un vero incubo per qualsiasi criminale: era noto, infatti, che non c'era alcuna pietà nei confronti dei malviventi che vi finivano. Per questa ragione coloro che vi venivano mandati erano criminali ritenuti davvero pericolosi. Tra loro si annoverano Al Capone, Robert Franklin Stroud, George R. Kelly, Bumpy Johnson e Rafael Cancel Miranda.
Come abbiamo detto, Alcatraz era nota per i trattamenti durissimi che venivano riservati ai detenuti. Le celle erano di dimensioni ridotte, al limite dell'inabitabile, e quando qualcuno commetteva un errore veniva punito "soggiornando" nelle celle d'isolamento site nei luoghi più oscuri e freddi del carcere. Non tutti potevano lavorare, alcuni erano destinati a impazzire lentamente per la noia. I sistemi di sicurezza erano inoltre talmente estremi da poter causare la morte non solo dei detenuti, ma anche del personale di guardia.
È contraddizione in termini, ma sì: guardandola, l'Isola del Diavolo (nella Guyana francese), sembra un vero paradiso perché è situata su un piccolo atollo verde in mezzo a quella che è una vera e propria oasi naturale. Non è visitabile, anzi, è off limits, è il motivo è preso spiegato: prigione era in realtà un luogo oscuro e ricco di tristezza perché chi vi finiva (a dispetto dell'età e dei reati commessi) era destinato a morirvi. Per questa ragione, a lungo, l'Isola del Diavolo veniva chiamata anche Isola dei morti viventi.
La prigione non aveva una cattiva fama "solo" per essere un centro di detenzione. Girava infatti voce che fosse infestata da fantasmi guidati da un potente spirito maligno. Insieme, queste entità non solo influenzavano le correnti (che erano spesso agitate) ma spingevano i detenuti a farla finita o a lasciarsi uccidere: solo tra il 1854 e il 1867 i morti furono diecimila.
La verità sul carcere di Tuol Sleng (a Phnom Penh, in Cambogia) è che non è ammirabile da lontano, si può visitare, ma ci vuole tanto coraggio e tanto fegato. Tuol Sleng è una delle prigioni più famose, purtroppo, perché è stata teatro di un genocidio. Era un vero e proprio campo di sterminio, all'interno del quale venivano deportati non solo i criminali, ma anche e soprattutto i nemici dei khmer rossi. Il carcere è ora un Museo, ricco di spazi verdi, ma gli orrori ne permeano ancora gli spazi.
All'interno delle sale del carcere/museo di Tuol Sleng è infatti possibile vedere una serie di fotografie in bianco e nero. Fotografie che immortalano uomini e donne adulte, ma anche anziani e bambini, che sono stati torturati e poi eliminati. Le sevizie e le esecuzioni sono state tutte accuratamente documentate e fanno davvero rabbrividire.
Andiamo ora in Tasmania, dove si trova un'altra delle prigioni più famose del mondo: Port Arthur. Dall'esterno sembra quasi un castello, ma di fatto è stato il luogo di arrivo, permanenza e morte dei criminali australiani che avevano commesso reati secondari, oltre che di ribelli e, talvolta, di sfortunati che avevano commesso reati minori ma avevano fatto intendere la loro inclinazione all'evasione. Fu ribattezzata Prigione del Silenzio, per il suo sistema drastico di trattamento dei detenuti.
La prigione di Port Arthur aveva un'anima davvero complessa. Sulla carta era nata per essere un carcere all'avanguardia, tant'è che a un certo punto si snodò in diversi moduli "abitabili" e adatti a diverse tipologie di prigionieri, compresi bambini. La verità, però, è che divenne nota per essere una delle strutture più dure al mondo. I prigionieri subivano punizioni e abusi sia fisici che psicologici e venivano tenuti alla fame, con dosi minime di pane e acqua. Subivano, poi, il trattamento del silenzio: venivano bendati e incappucciati e lasciati per ore in queste condizioni.
Chiudiamo il nostro viaggio nelle prigioni più famose del mondo con un monumento ammirabile da lontano ma decisamente visitabile: la Torre di Londra. Mantiene ancora oggi altissimo il suo fascino e il suo mistero, specie se si tiene conto del fatto che ha ospitato detenuti del calibro di Thomas More e Maria la Sanguinaria. La Torre di Londra contava su suddivisioni diverse: nobili e dissidenti d'alto livello venivano sistemati in celle comode, mentre poveri e persone "di poco valore" venivano gettati nelle celle più basse, soffrendo per l'umidità e talvolta annegando quando si alzava il livello del Tamigi.
Uno dei punti più interessanti della Torre di Londra è il Traitors' Gate, Cancello dei Traditori, costruito da Edoardo I. Questo cancello permetteva di far entrare i prigionieri nella Torre per mezzo di una chiatta che sfilava lungo il Tamigi e passava sotto il London Bridge , dove le teste dei prigionieri giustiziati di recente erano esposte su delle picche: un modo per intimorirli e prennunciargli l'infausto destino.