Le città italiane slow e del buon vivere

Si chiama Cittaslow ed è un'associazione che raggruppa piccoli comuni e città italiane (e non solo) che hanno l'obiettivo di migliorare la qualità della vita di tutti

Pubblicato: 22 Gennaio 2023 07:30

SiViaggia

Redazione

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Probabilmente non tutti sanno che in Italia esiste Cittaslow, un’associazione che raggruppa piccoli comuni e città, fondata nel 1999 a Orvieto in provincia di Terni, che come principi di base ha lentezza positiva, economia circolare, resilienza, sostenibilità, cultura e giustizia sociale.

Ne fanno parte, in sostanza, le Città del Buon Vivere e il cui slogan è “innovation by tradition”. L’obiettivo è quello di preservare lo spirito della comunità, trasmettendo memoria e conoscenza alle nuove generazioni, per renderle consapevoli del loro patrimonio culturale. Allo stesso tempo, si promuovono e applicano innovazione tecnologiche, di sistema e gestione, a favore della sostenibilità.

Attualmente Cittaslow è un marchio di qualità presente in 88 comuni italiani, connessi alla rete internazionale di 300 città, distribuite in 33 Paesi. Un circuito di eccellenza che vede ogni anno la realizzazione di progetti che concretamente migliorano la qualità della vita dei cittadini e del mondo intero.

La rete di Cittaslow

Cittaslow è stata fondata il 15 ottobre 1999 nella splendida cornice di Orvieto su iniziativa di Paolo Saturnini, l’allora sindaco di Greve in Chianti (FI), insieme ad altri tre primi cittadini di Bra (CN), Orvieto (TR) e Positano (SA). Una simbolica unione di intenti che fin da subito ha collegato tutta l’Italia, da Nord a Sud (Isole comprese).

Da quel momento in poi, Cittaslow si è sempre più strutturata e o ora, a distanza di vent’anni, è presente in 33 Paesi con centinaia di progetti. Noi però ci vogliamo concentrare sulle meraviglie del nostro Paese: sono 88 i comuni italiani che ad oggi hanno aderito a Cittaslow, distribuiti su tutta la penisola.

Nel dettaglio: 31 fra Trentino-Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Liguria; 40 tra Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo; 17 tra Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. La regione con più comuni aderenti è la Toscana, a seguire Emilia-Romagna, Umbria e poi la Campania.

Si spazia dai piccoli centri con poche centinaia di abitanti, come Grumes Altavalle, Usseglio, Parrano, alle grandi città, tra cui Trani, Gravina in Puglia, Belluno e Abbiategrasso, solo per citarne qualcuna.

I cinque principi di Cittaslow

I valori che animano e motivano le Cittaslow sono diversi, ma si possono riassumere in alcuni principi guida. Come vi abbiamo accennato in precedenza, il primo di questi è la lentezza positiva, vale a dire il riappropriarsi del tempo necessario per crescere, socializzare, apprezzare la cultura, la natura e il cibo locale salutare, rispettando i ritmi naturali di ogni essere vivente.

Il secondo principio, che è strettamente legato al primo, è l’economia circolare, ossia un modello che implica condivisione, riutilizzo, riparazione, riciclo dei materiali per allungare il ciclo di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e generare ulteriore valore.

Poi la resilienza che è uno dei cardini del movimento, un vero e proprio programma per il presente e il futuro. Il quarto principio è riguarda la sostenibilità e cultura: il patrimonio locale, utilizzare le risorse sociali, promuovere azioni di inclusione e di responsabilità condivisa.

Infine il quinto principio, che è anche una sorta di collante per tutti gli altri: la giustizia sociale. In un mondo globalizzato e interconnesso, non c’è futuro di qualità se non garantendo convivenza civile e pace tra i popoli.

Come si entra a far parte di Cittaslow

Per diventare Cittaslow ogni località deve superare uno specifico processo di certificazione. Ma prima di questo, ci deve essere un profondo desiderio di dare un futuro di qualità alle presenti e nuove generazioni.

Cittaslow offre poi ai suoi associati diverse opportunità come la condivisione di buone pratiche in numerosi settori per muovere passi concreti per un futuro di qualità. Uno di questi è il turismo responsabile ed esperienziale che si vive nelle comunità e che trasforma il viaggiatore in un “cittadino temporaneo”, nelle Cittaslow d’Italia e del mondo.

Altri tavoli di lavoro riguardano l’agricoltura e il rapporto con la natura, la pianificazione urbana secondo una concezione inclusiva e sostenibile, l’educazione nelle scuole. E poi ancora il mercato come spazio di scambio tra produttore e consumatore, artigianato locale e progetti europei e internazionali che vanno in direzione dei principi di Cittaslow.

I progetti di Cittaslow

Il movimento Cittaslow propone diverse azioni che incidono sulla qualità della vita dei residenti e sulle esperienze dei “cittadini temporanei”, vale a dire i viaggiatori e turisti. Numerose sono le iniziative, alcune con le scuole per l’agricoltura bioecologica, altre con l’artigianato d’arte e di funzione, poi ancora la rigenerazione forestale per mitigare i cambiamenti climatici, e infine la mobilità dolce.

Dei veri e propri strumenti che hanno come scopo principale avvicinare le persone alla filosofia delle Città del buon vivere. Per farvi un esempio più concreto prendiamo in considerazione “Cammino Slow”, che per la rete internazionale diventa “Cittaslow Trial”. Grazie a questo potrete trascorrere vacanze camminando sui sentieri delle Cittaslow in tutto il mondo.

Escursioni e trekking, cammini lungo le antiche vie, nordic walking, mountain bike, equiturismo, skyrunning e passeggiate meditative. Cittaslow riesce a garantire esperienze all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale, che mettono insieme turismo, lentezza e territorio e che consentono di scoprire, attraverso il circuito, ambienti sconosciuti e di pregio, paesaggi tra i più interessanti.

Quest’anno a maggio, in occasione della Giornata mondiale dedicata alle api, i comuni Cittaslow propongono “CittaslowBee”, una serie di iniziative per valorizzare il lavoro prezioso di questo insetto, responsabile dell’impollinazione dell’80% delle piante a fiore.

Una vera e propria occasione per approfondire anche il concetto di biodiversità attraverso best practice condivise. Poi ancora  “Cittaslow Plastic Free” per ridurre l’utilizzo della plastica e incentivare, in cambio, l’uso dell’acqua pubblica e di stoviglie riciclabili negli eventi cittadini.

Ma non è finita qui perché c’è anche il “Mercato Cittaslow” nel luogo simbolo di ogni comunità: la piazza, punto di incontro fra produttore e consumatore a livello locale, per promuovere le produzioni agroalimentari e artigiane tipiche del territorio. Tutti i progetti hanno un approccio sostenibile, lento e in armonia con l’ambiente naturale

Esempi di Cittaslow in Italia

Ve ne mostriamo una per ogni zona principale d’Italia. Al Nord una Cittaslow è Chiavenna, in provincia di Sondrio, una località con un centro storico che è tra i meglio conservati dei borghi dell’Italia settentrionale. Qui i progetti realizzati sono diversi, come per esempio il recupero delle facciate con dipinti ed affreschi religiosi del centro storico.

Al Centro da non perdere è Acquapendente, in provincia di Viterbo, dove si conserva la memoria di antiche tradizioni: la Festa dei Pugnaloni, in onore della Madonna del Fiore, che si celebra ogni terza domenica di maggio.

Al Sud menzioniamo Gravina in Puglia, in provincia di Bari, che è una città ricca di monumenti e chiese e in grado di offrire al visitatore un panorama davvero suggestivo grazie agli edifici rupestri e alle diverse opere d’arte.

Infine, le maggiori Isole italiane dove vi consigliamo di fare un salto a Ribera, in provincia di Agrigento, una località particolarmente rinomata per le sue arance, le fragoline di bosco e per il suo centro storico ricco di monumenti.

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