È stato stilato il World Monuments Watch 2022, l’elenco dei monumenti a rischio distruzione, un progetto che mette in luce con cadenza biennale una serie di siti storici e culturali che potrebbero sparire per sempre. Le minacce principali provengono da guerre e cambiamento climatico, contro cui urgono piani e fondi per tutelare le bellezza architettoniche del passato. In totale sono 225 monumenti sparsi in tutto il mondo, di cui 25 con rischio imminente e concreto. Noi ne abbiamo selezionati 10 a partire dall'Arcipelago di Socotra nello Yemen (in foto), una zona nota per i suoi secolari alberi del sangue di drago a forma di ombrello. Qui tempeste, sbalzi di temperatura e aumento delle acque marine stanno mettendo a rischio l'ecologia, il patrimonio, le tradizioni culturali e i mezzi di sussistenza.
A rischio anche l'Hurst Castle nel Regno Unito, un'imponente fortezza storica parzialmente crollata a seguito di tempeste nel 2021. Il WMF afferma che l’aggiunta del castello alla lista di controllo "può aiutare ad attirare l’attenzione sull’impatto del clima e del cambiamento del patrimonio costiero attraverso il monitoraggio continuo".
Il cambiamento climatico minaccia anche l'Isola di Sumba in Indonesia, un luogo dove la natura incontaminata, spiagge tropicali, piantagioni di caffè e terrazze di riso regalano il volto dell'Indonesia più autentica. Un mondo esotico e ancora tribale in cui la foresta vergine ricopre il cuore dell’isola, nascondendo gli antichi villaggi che sembrano essersi fermati nel tempo.
Da tutelare anche la storica Città-Moschea di Bagerhat in Bangladesh, un luogo mistico e leggendario che nel 1985 l’Unesco ha iscritto nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Essa costituisce una preziosa testimonianza dell’architettura indo-musulmana, in mattoni tipica del delta del Gange.
Da tutelare anche il paesaggio culturale del popolo Bunong in Cambogia poiché lo sfruttamento del territorio rischia di far sparire le rovine del popolo. Una comunità composta da circa 37mila persone che hanno in alcuni alberi centenari le loro divinità.
In Pakistan a rischio è la Tomba di Jahangir, un mausoleo del XVII secolo famoso per i suoi interni che sono impreziositi da affreschi e marmi, mentre il suo esterno è riccamente decorato con pietre dure. La tomba, insieme all'adiacente Akbari Sarai e alla Tomba di Āṣaf Khān, fa parte di un insieme attualmente inserito nell'elenco provvisorio di Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.
Da tutelare anche il paesaggio culturale Yanacancha-Huaquis in Perù, un esempio di infrastruttura idrica tradizionale che si estende nelle Ande. Qui, le civiltà pre-incaiche svilupparono una serie di dighe, bacini idrici e canali per deviare, filtrare e trattenere l'acqua sorgiva e lo scioglimento dei ghiacciai per l'irrigazione di pascoli d'alta quota e campi di bassa quota, nonché per il consumo umano.
In Messico a correre rischi è Teotihuacan, un sito storico bellissimo e importantissimo non strutturato per ospitare milioni di visitatori all'anno. Le piramidi sono testimonianza dell’antica cultura Azteca, ma la continua pressione turistica sta minacciando il sito e la popolazione locale.
Lamanai è, invece, un villaggio nel cuore del Belize edificato nel 1500 a.C per cui l'espansione dei terreni agricoli e la conseguente deforestazione costituiscono i maggiori rischi. Da queste parti, le oltre 700 strutture Maya necessitano di un bilanciamento del turismo, principale sovvenzione del Paese per eventuali restauri.
Infine, tra i luoghi più a rischio di cui vi abbiamo voluto parlare c'è anche Abydos in Egitto, un'antica città considerata un sito "visitato di rado dai turisti nonostante la sua importanza culturale". In sostanza, sempre meno persone giungono per ammirarne le rovine creando problemi di gestione e conservazione.