In Italia esiste un piccolo borgo con un grande sogno: da anni, infatti, rivendica la sua indipendenza di Principato e la sua vicenda ha incuriosito anche la CNN che ne ha raccontato la bellezza e il desiderio.
Si tratta di Seborga, tra i borghi più caratteristici e ricchi di storia della Liguria, sulle alture della provincia di Imperia.
Poco più di 300 residenti, una posizione panoramica invidiabile con vista mozzafiato sulla Riviera di Ponente e sul Principato di Monaco, microstato più famoso del mondo e “fonte di ispirazione” per la continua ricerca di indipendenza del borgo imperiese, il valico di frontiera non ufficiale, con tanto di garitta dipinta con i colori della bandiera di Seborga: un’ambizione mai sopita che affonda le sue radici nel passato.
Il Principato di Seborga ha già una propria bandiera, un inno nazionale, passaporti, francobolli, valuta e, naturalmente, un monarca. Spera un giorno di ottenere il riconoscimento legale della sua sovranità, che ha cercato fin dagli Anni Sessanta.
Una storia antica e un sogno sempre vivo
Il piccolo borgo immerso nella natura, che ha attirato e attrae la curiosità di persone da tutto il mondo inclusa la CNN, vanta una storia millenaria: le prime tracce di Seborga risalgono a un atto del 954 quando il Conte di Ventimiglia cedette il territorio ai monaci di San Onorato di Lerins, due isolette del Golfo di Cannes.
I monaci, il cui abate aveva il titolo di Principe Ecclesiale, fecero anche coniare monete d’argento e d’oro per commerciare con i mercati orientali e rimasero proprietari di Seborga fino al 1729 quando, dopo numerose contrattazioni, la vendettero al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II.
Nel 1963, Giorgio Carbone, che gestiva una cooperativa locale di coltivatori di fiori, esaminò la storia del borgo e scoprì che qualcosa non andava: a suo dire, l’atto di vendita di Seborga al Regno di Sardegna non venne registrato e, di conseguenza, il borgo non entrò mai a far parte in maniera legittima dell’Italia.
Da quel momento, rivendicò l’indipendenza del Principato con il nome di Giorgio I Principe di Seborga e la “battaglia” continua ancora oggi grazie a Nina Döbler Menegatto, la prima donna a ricoprire il ruolo di Principessa del borgo.
Sia la Corte costituzionale italiana che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno già respinto la domanda di Seborga, ma la comunità che crede nell’indipendenza del Principato prosegue con l’idea di realizzare il proprio sogno.
Un miraggio che fa bene al territorio
Il Principato fa parte della storia di Seborga e la favola di “principi e principesse” fa bene al territorio incrementando il turismo: i passaporti sono soltanto per divertimento e la moneta ufficiale del borgo, il Luigino, è sì accettata nei negozi ma rimane essenzialmente un souvenir.
La rivendicazione d’indipendenza, il folklore, la bandiera con nove strisce azzurre e nove strisce bianche orizzontali con a destra un quarto bianco con corona reale e scudo del 1760, sono un’attrattiva che, alla coltivazione dell’olivo e alla floricoltura, hanno aggiunto il turismo richiamando visitatori anche dal Giappone.
Seborga, non lontano dalla Costa Azzurra, è differente da Monaco: la vita è semplice, tranquilla, immersa nella natura e vocata all’accoglienza.
È l’unico paese ad avere, in contemporanea, un Principe e un Sindaco, ha un “governo” composto da soli nove ministri, oltre a un consiglio di cittadini nati e cresciuti a Seborga, e fa le sue leggi, anche se per ora non hanno alcun valore legale e il vero potere è nelle mani di un funzionario regolarmente eletto.