Civita di Bagnoregio, la Pietranera de “Il nome della rosa”

Anche "Il nome della rosa" ha scelto Civita di Bagnoregio come location. Nella fiction il "paese che muore" diventa "Pietranera"

Pubblicato: 18 Marzo 2019 14:27Aggiornato: 18 Marzo 2019 14:34

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Redazione

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La fiction “Il nome della rosa” continua a mostrare straordinarie meraviglie presenti in Italia. Fin dalla prima puntata, la protagonista assoluta è stata Civita di Bagnoregio, frazione di 11 abitanti del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel Lazio.

Il borgo è soprannominato il “paese che muore” e si trova all’interno della meravigliosa Valle dei Calanchi. Civita di Bagnoregio è considerato uno dei Borghi più belli d’Italia e ogni anno viene visitato da centinaia di migliaia di persone che arrivano da tutto il mondo per ammirare il suo aspetto fuori dal tempo, e l’atmosfera magica che si può percepire passeggiando tra i suoi stretti vicoli.

Nella fiction “Il nome della rosa”, il borgo è stato trasformato per esigenze televisive e letterarie: è diventato “Pietranera”, e ha perso il suo inconfondibile ponte. Il luogo è abitato dai seguaci di Fra Dolcino, considerato eretico, e verrà distrutto dalle truppe pontificie per infliggere una punizione al frate.

Civita di Bagnoregio si trova tra le due valli chiamate Fossato del Rio Torbido e Fossato del Rio Chiaro, che un tempo ne erano le vie d’accesso, poiché portavano dalla valle del Tevere fino al Lago di Bolsena. Per raggiungere questa frazione bisogna attraversare un lungo viadotto di cemento armato che dalla collina più vicina porta fino alla porta d’accesso al centro storico.

Il borgo è stato ribattezzato “paese che muore” per la sua situazione decisamente precaria: è situato infatti su una platea tufacea e rischia di crollare, perché i banchi d’argilla che la sorreggono sono soggetti a continua erosione. Il suo delicato equilibrio la costringe ad un destino inesorabile ed è una situazione – questa – che rende la località unica nel suo genere.

L’aspetto attuale del borgo risale alla fine del Medioevo e da allora è rimasto quasi intatto. Ovviamente la condizione di precarietà ha portato ad uno svuotamento progressivo del paese, con la maggior parte degli abitanti che già nell’Ottocento si era trasferita nel Comune di Bagnoregio.

Grazie al grande flusso di turisti, Civita di Bagnoregio sta vivendo una nuova fase di sviluppo, al punto da rendere necessarie forme di accesso controllato per non danneggiare il fragile equilibrio delle antiche strutture. Tra le meraviglie da ammirare c’è lo spettacolare paesaggio fatto di valli e calanchi scavati da millenni di erosione dell’acqua, un panorama che è visibile prima di entrare in Porta Santa Maria, l’unico accesso al borgo. Per accedere al centro di Civita i visitatori devono pagare una piccola tassa di entrata (5 euro), che permette all’amministrazione comunale di compiere i lavori di restauro e stabilizzazione e mantenere visitabile il borgo.

Tra le strutture da visitare ci sono i palazzi nobiliari dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni costruiti dalle importanti famiglie del viterbese nel corso del Rinascimento. In particolare, all’interno di Palazzo degli Alemanni si può visitare il Museo geologico e delle frane, una interessante istituzione museale che, riunendo una vasta gamma di discipline, dalla geologia alla sismologia fino all’archeologia, illustra il rapporto tra Civita e il suo territorio, con una grande attenzione al tema del dissesto idrogeologico.

L’intero centro urbano è orientato in funzione della piazza principale di Civita, la piazza San Donato, dove si trova la chiesa principale del centro abitato, costruita sul sito di un antichissimo tempio etrusco. La chiesa è un magnifico esempio di architettura cinquecentesca viterbese e al suo interno si può ammirare uno splendido crocifisso in legno realizzato in area fiamminga alla fine del XVI secolo.

Bellezze d’un luogo incredibile, che grazie a “Il nome della rosa” è oggi persino più famoso.

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