Visitare le Isole Lofoten d’estate. I mille volti della natura

Un viaggio nei paesaggi più particolari del nord Europa

Pubblicato: 2 Ottobre 2019 10:39

Francesco e Veronica

Travel blogger

Durante la preparazione del nostro immenso road trip in Europa, che ci avrebbe visto attraversare in un periodo di quattro mesi una buona parte dei Paesi del nostro continente, non avremmo potuto minimamente immaginare i luoghi incredibili che di li a poco avremmo scoperto lungo la via. Fra questi molti sono noti e molti sconosciuti, alcuni sono stati fotografati e ritratti in mille modi, altri continuano a stupire cambiando volto con il mutare delle stagioni.

Uno dei posti che di sicuro ricordiamo con più affetto si trova nel nord della Norvegia, e prende il nome di Isole Lofoten, che noi abbiamo scoperto nel cuore dell’estate.

Le Isole Lofoten sono un raccoglitore di magia, il ritratto di una fiaba che si incarna in strati di neve su tetti di casette colorate, posate ai piedi di montagne ricoperte di bianco, immerse in vallate che sembrano non sentire il tempo che scorre.

Non potevamo sapere però che un paesaggio che esprime così tanto nei mesi freddi potesse catturare allo stesso modo durante l’estate, e proprio per questo motivo ciò che abbiamo visto è andato ben oltre ogni aspettativa, e adesso vi raccontiamo come è andata.

Il panorama delle Isole Lofoten

 

Le Isole Lofoten d’estate – Un viaggio nel viaggio

 

Provenivamo dal sud della Norvegia, che ci aveva regalato paesaggi da cartolina ad ogni metro. La guida in Norvegia non è fra le più semplici, un po’ per via della conformazione del territorio e per la natura angusta e a strapiombo delle strade. Guidando da queste parti ci si rende davvero conto di quanto la natura sa essere immensa e disegna cose che noi possiamo solo ammirare.

Raggiungere le Lofoten dal sud del Paese richiede infatti numerose ore di guida e l’utilizzo di qualche traghetto, momenti nei quali ci si prende una pausa dalla guida e si osserva la costa da altre prospettive, comprendendo meglio il significato di ‘Fiordo’.

I fiordi da queste parti sono moltissimi, innumerevoli segmenti di mare che nei millenni si sono fatti strada fra le alte coste rocciose della Norvegia. Perlopiù si tratta di acqua di mare, ma anche qui la natura ha trovato il modo di rendersi originale: l’acqua dei fiordi infatti è per metà salata e per metà dolce, quest’ultima proveniente dalla enorme massa di neve che nei mesi estivi si scioglie scendendo a valle.

È così anche alle Lofoten, le quali incredibilmente sono composte quasi del tutto da montagne alte ed imponenti che si distribuiscono su una lunghezza di oltre 300 chilometri.

Si può arrivare alle isole sia guidando che con i traghetti, opzione che ci ha permesso di raggiungere in maniera più semplice il vivo delle Lofoten, dove esse cominciano ad esprimere la loro diversità e particolarità.

Uno degli aspetti più sorprendenti del viaggio è stato il mutare del territorio man mano che lo si esplora. E in questo le Lofoten hanno tutto un loro potere.

Le caratteristiche Rorbu di Reine

 

Le Isole Lofoten d’estate – Cosa le rende così speciali?

 

Sarebbe difficile dipingere l’espressione che avevamo sul viso mentre guidavamo addentrandoci nelle isole; avevamo la faccia di chi vede i colori per la prima volta, quella di chi non ha mai conosciuto forme simili. Parliamo di forme proprio perché le isole hanno una simmetria tutta loro, anzi, migliaia di simmetrie e disegni tutti loro.

Si dice che al posto delle isole ci sia stato un immenso masso di roccia che nel tempo si è spezzato in mille piccole parti facendosi trasportare dalle correnti dell’oceano.

Il risultato visivo è che a differenza del paesaggio che ci aveva accompagnato prima dell’ingresso alle Lofoten, qui ci ritrovavamo circondati da giganti, giganti buoni, pacifici e calmi, enormi montagne ricoperte di vegetazione che nella stragrande maggioranza dei casi hanno ai piedi grandi laghi o addirittura azzurrissimi ritagli di mare.

Scenari delle Lofoten

 

Le sfumature di colori che abbiamo osservato non sapremmo descriverle, era come vedere la natura sorridere. E sebbene questo fosse il primo aspetto che ci saltava agli occhi, da li a pochissimo avremmo scoperto che non era l’unica particolarità delle isole, anzi.

Cominciammo a scorgere alcuni tratti di originalità nella cittadina di Svolvær, nell’isola di Austvågsøya, la prima provenendo dal nord seppur non la più grande delle Lofoten. Svolvær infatti è quasi staccata dal resto della costa: non si tratta di un’isola a sé ma di qualcosa di molto simile, come tutto il resto delle zone abitate (e non) che si affacciano sull’oceano.

L’esempio perfetto che racchiude l’unicità di questo territorio lo troviamo nella cittadina di Henningsvaer, un insieme di piccole isole che compongono un puzzle davvero incredibile.

L’incredibile vista su Henningsvaer

 

Scoprire questi paesaggi da un’altezza diversa non è inusuale da queste parti, in quanto sono numerosissimi i percorsi di trekking fra cui scegliere; noi stessi ne abbiamo affrontati diversi e possiamo confermare quanto sia meraviglioso osservare il panorama (sebbene la fatica fisica non è da poco!).

 

Osservare le Isole Lofoten dall’alto – Scoprire la loro vera armonia

 

Quando si parla di visitare le Lofoten va necessariamente detto che il vederle dall’alto fa parte dell’esperienza stessa in quanto il panorama si ammira al meglio proprio dalle tante cime scalabili.

Noi amiamo i trekking e per quanto a volte possano essere provanti dal punto di vista fisico, finiscono per regalarci viste mozzafiato che non si dimenticano più. Alle Lofoten ci è successo diverse volte, da più punti e con scenari sempre differenti.

Uno dei percorsi che abbiamo affrontato ad esempio è stato quello di Ryten, che conduce in un punto panoramico sopra la spiaggia di Kwalwika Beach, nella zona di Moskenesøya. La spiaggia in realtà non è l’unica cosa che si apprezza di questo percorso: la parte più bella del cammino si nasconde nei panorami che ti si aprono davanti man mano che scali la montagna, che in maniera graduale ti regala nuove prospettive ed angoli diversi. Per non parlare della vista che si apre sull’oceano quando si raggiunge la punta della roccia a strapiombo sul mare!

Abbiamo impiegato circa 2 ore a raggiungere la cima e 1 per riscendere, ore nelle quali le parole sono state poche, i sorrisi tanti e le foto troppe. Ciò che questo percorso ti lascia è la sensazione di pace che respiri ad ogni passo e il tempo che si dilata. La vista che ottieni dalla punta della roccia con sotto niente, beh, quella è un’altra storia.

La vista sulla spiaggia di Kwalvika

 

Un altro percorso che abbiamo battuto è stato quello di Reinebringen, la montagna a ridosso dell’isola di Reine, un piccolo porticciolo al sud delle isole, fra i punti più caratteristici di tutto l’arcipelago.

Il trekking è perlopiù composto da gradoni di roccia decisamente più alti dei normali scalini, circa 1600 blocchi di pietra che conducono ad uno dei panorami più incredibili che abbiamo mai ammirato. La fatica fisica è stata tanta, più volte lungo il percorso ci siamo guardati con un mezzo sorriso come per dirci “chi ce lo ha fatto fare”, ma puntualmente siamo rimasti a bocca aperta non appena raggiunta la cima. La vista da qui non si limitava a Reine ma a tutta la valle circostante, che abbracciava un grande lago, il fiordo di Kirkefjord (non raggiungibile se non in nave) e lo spettacolare porto di Hamnøy.

L’armonia di questi paesaggi è ciò che ti rimane più impresso nella mente, che crea un inaspettato contrasto con le alte punte rocciose, le quali raggiungono di frequente i 1000 metri ed oltre.

Il panorama da Reinebringen

 

Guidare alle Isole Lofoten non stanca mai

 

Man mano che scendevamo verso sud, in direzione dell’ultima isola e dell’ultima cittadina visitabile, ci accorgevamo di come guidare alle Lofoten non ci stancava mai, anzi, in qualche modo creava dipendenza.

Non potevamo fare a meno di fermarci ciclicamente ogni 10 minuti, erano troppi gli scorci che catturavano la nostra attenzione e non volevamo perderci nulla di questi luoghi, eravamo stregati dai loro colori. Ciò che ci lasciava puntualmente basiti era la profondità delle valli che ci si aprivano davanti ad ogni tornante: era costantemente come essere sospesi sul tetto del mondo e guardarlo comodamente dal finestrino.

Le strade percorribili tuttavia non sono affatto tante, anzi, praticamente è come se ce ne fosse una sola che taglia per intero tutta la zona ed unisce le isole con un unico lungo filo conduttore. I ponti di collegamento sono stretti e spesso regolati da semafori, e paradossalmente anche loro contribuiscono alla bellezza del territorio perché creano linee che lasciano ogni volta spiazzati.

La panoramica sul porto di Hamnoy

 

Sono molti anche i tunnel da attraversare, che spesso hanno una strana ambientazione da caverna; non si tratta solo di un pezzo di strada al chiuso ma di un vero e proprio tuffo dentro il cuore della montagna, con temperature che si abbassano di colpo e le crude pareti della roccia che ti avvolgono.

Fra le mille curve e altrettante foto siamo riusciti a raggiungere il paese più a sud delle isole, che coincide anche con la cittadina con il nome più corto al mondo, la piccola e caratteristica ‘Å i Lofoten’ (si pronuncia O).

Qui le Lofoten si respirano al massimo, forse per via del punto remoto in cui si trova Å, forse perché tutta la cultura, la tradizione, le forme e i profumi di queste isole si accumulano e convergono nella più estrema e forte delle espressioni.

Le case qui sono tutte su palafitte, chiamate Rorbu (ex case di pescatori), come le avevamo viste già da Svolvær in giù; le auto presenti sono solo quelle dei turisti e in mezzo alle rorbu si trovano solo barche e un numero incalcolabile di gabbiani: intere colonie per essere precisi, per niente silenziosi, senza calcolare i rischi del semplice camminare vicino al molo!

L’odore di stoccafisso è sempre forte e costante come nel resto delle isole, è qualcosa che nel periodo estivo ti accompagna per tutto il viaggio. L’usanza da queste parti è proprio quella di pescare il merluzzo e appenderlo ad essiccare nelle numerosissime strutture fatte di palafitte sparse per tutti gli angoli delle isole.

Nei mesi primaverili il pesce appeso secca e quando viene raccolto a ridosso dell’estate parte il meccanismo di produzione che ormai nelle isole va avanti da secoli. È divertente e usuale imbattersi in camion pieni di stoccafisso in esposizione, e altrettanto divertente ammirare l’espressione di chi sente quell’odore per la prima volta, un po’ forte e un po’ acido si sparge nell’aria diventando a tutti gli effetti parte delle fragranze che respiri ogni giorno; un po’ pungente all’inizio, col passare dei giorni diventa sorprendentemente il profumo che ti connette all’anima delle isole.

Non c’è un solo aspetto delle Lofoten che non lasci sorpresi, e forse la loro forza più grande è quella di imprimersi nei ricordi, in modo indelebile, per non uscirne mai più.

 

“Se vai alle Lofoten una volta dovrai per forza tornarci”

 

Prima di partire un amico ci disse proprio questa frase, “se vai alle Lofoten una volta dovrai per forza tornarci”, e mai come adesso comprendiamo quanto quell’affermazione fosse vera.

Le isole Lofoten ti catturano con la loro caparbietà, ti abbracciano con la loro serenità, ti spiazzano con la loro originalità. Ad oggi le cataloghiamo fra i luoghi più belli che abbiamo mai esplorato, un posto dove di sicuro torneremo per poter ammirare le sue espressioni nelle altre stagioni.

Non si può non innamorarsene e non si può fare a meno di parlarne.

Se i vostri occhi sono alla ricerca di meraviglia, non ci potrebbe essere scelta migliore.

Buon viaggio da Francesco&Veronica

 

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