Bologna, capoluogo dell’Emilia Romagna, continua a mantenere il suo ruolo di centro culturale e attrae ogni anno moltissimi visitatori, oltre agli studenti che la scelgono per l’università.
È una delle più belle città italiane, Bologna, ed è chiamata la Dotta proprio perché ospita uno dei più antichi atenei d’Italia, ma anche la Rossa per il colore dei tetti e la Grassa, per la ricca tradizione gastronomiaca. Non mancano le attrattive e i
posti da visitare come il complesso delle 7 chiese, qui, ma ci sono anche posti più particolari che non tutti conoscono.
Per chi ama il mistero, a Bologna ci sono diversi luoghi pieni di fascino da visitare: uno è senza dubbio Villa Malvasia, all’estrema periferia della città, nei pressi di Trebbo di Reno. L’edificio era la villa di campagna di Carlo Cesare Malvasia e rimase alla sua famiglia fino alla seconda metà dell’Ottocento, dopodiché subì diversi cambi di proprietà e divenne un alloggio per sfollati. Il suo nome più recente è Villa Clara, e alle sue mura sono collegate diverse leggende.
Si narra che la figliastra del padrone di casa, Clara, fu sorpresa ad amoreggiare con un sottoposto e per questo murata viva. La leggenda dice che la giovane non si diede mai pace per questa condanna e, alla sua morte, si trasformò in un fantasma che tuttora si aggira nella villa. Per questo la residenza è da sempre meta di prove di coraggio tra i giovani bolognesi.
Un’altra delle ville più misteriose della città è Villa Frank, nota anche come Villa di Mezzaratta, dove il 27 ottobre del 1921 è stato scoperto il cadavere di una donna, Maria Burani. Oltre a questo omicidio 100 anni prima nei giardini della villa sono stati trovati anche i corpi di una donna con le sue due figlie, per questo è passata alla storia per essere un luogo maledetto.
Un altro fatto inspiegabile è la presenza di esattamente 666 archi nel portico che va da Porta Saragozza al Colle della Guardia. Perché proprio quel numero demoniaco, considerato “della bestia”? Non c’è una vera e propria spiegazione: alcuni sostengono che rappresenti il serpente sconfitto dalla Madonna, altri ritengono che il 28 giugno 1674, quando venne posata la prima pietra, il sole era in congiunzione con Plutone, il pianeta del dio degli inferi.
Sui famosi “colli bolognesi” si trova poi un’antichissima chiesa, originariamente parte di un monastero e visitata da moltissimi personaggi influenti del calibro di Dante Alighieri, San Domenico, Sant’Antonio da Padova e San Bernardo da Siena. Ospitò anche un Santuario, probabilmente voluto dalla nobildonna Picciola dei Piatesi, che lo costruì laddove – secondo la leggenda – vide una colomba che volando, avrebbe, delimitò un’aera circolare. Dopo il restauro del 1937 sono emersi i preziosi affreschi raffiguranti gli apostoli, che oggi si possono finalmente ammirare. Sotto gli archi e le lesene si trovano diversi simboli e raffigurazioni, tra cui la croce unitaria o svastica, che molto prima di diventare un simbolo nazista era un simbolo religioso delle culture indiane.
Infine, uno dei posti più conosciuti della città di Bologna: le due torri simbolo della città. Anticamente ce n’erano ben 200 mentre, mentre ora rimangono solo quella degli Asinelli e quella della Garisenda. Secondo una leggenda popolare entrambe sarebbero state costruite dal diavolo in una sola notte e questo avrebbe portato negli anni molte persone a suicidarsi gettandosi dalle torri stesse.
Questi sono alcuni degli spunti sui luoghi più particolari della città, ma ce ne sono anche molti altri da scoprire come la Certosa che rappresenta il famoso cimitero o la “Pietra di Bologna”. Insomma, Bologna è decisamente un luogo in cui non ci si annoia.