Le Grotte di Altamira: dove sono e perché visitarle

Famose per le antiche pitture rupestri, le Grotte di Altamira si trovano nel Nord della Spagna: ecco come raggiungerle e perché visitarle.

Pubblicato: 18 Settembre 2019 16:56

SiViaggia

Redazione

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Che la Spagna sia una terra di gran fascino e di grande cultura, baciata dal sole e attraversata da molte correnti della storia, è cosa ben nota anche a coloro che non vi spendono abitualmente le vacanze. Siviglia, Barcellona e Saragozza, infatti, sono sempre mete gettonatissime dai turisti, ma le bellezze di questo paese non si riducono solo a questi tre nomi.

Anche le Grotte di Altamira sono una meta degna di nota, consigliata a tutti gli amanti della storia, dell’arte e anche della storia dell’arte, soprattutto se antica. Definite da molti come “la Cappella Sistina dell’arte paleolitica” e inclusa nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO, questo celebre complesso di grotte deve la sua popolarità allo straordinario stato di conservazione delle sue pitture parietali, oltre che per la loro qualità e la loro quantità. Ma qual è la storia di questa finestra aperta sulla preistoria? E come possiamo vederla con i nostri occhi? Continuate a leggere per saperne di più!

La scoperta delle grotte di Altamira

La qualità e la quantità dei dipinti parietali visibili nelle Grotte di Altamira sono dovute ad una circostanza straordinaria (a differenza di molte altre caverne decorate in simili maniere): l’ingresso di quelle di Altamira è stato seppellito da una frana per circa tredicimila anni, sigillandole così dall’aria e l’umidità esterna, elementi deleteri per la conservazione delle pitture, come ogni studioso d’arte ben sa.
La loro scoperta, avvenuta quasi per caso, si tributa anzitutto a Peres Modesto, un cacciatore locale delle terre d’Altamira, che v’incappò nel 1868 senza però realizzarne il valore (e quindi vennero ignorate per la decade successiva); anche il proprietario di quelle terre, il giurista e appassionato d’archeologia spagnolo Marcellino Sanz de Sautuola, non ne comprese immediatamente il valore e dovette aspettare il 1879 perché lo realizzasse (con l’aiuto della figlia e della recente Esposizione Mondiale di Parigi) e contattasse l’accademico Juan Vilanova y Piera.
Solo allora il mondo venne realmente a sapere di questa galleria d’arte preistorica, con buona pace del povero Sautuola che venne dapprima accusato di falso perché i dipinti furono ritenuti ‘troppo perfetti’ per essere ‘veri’.

Il fascino moderno del passato

Ad un centinaio di anni di distanza e sotto l’attenta cura degli studiosi, le pitture ricevono le cure e l’acclamazione che meritano e sono ancora oggetto di ricerca. Una delle scoperte più recenti in merito, infatti, suggerisce che non fossero l’opera di singole mani in un certo periodo di tempo ma un’opera collaborativa nel corso dei millenni – un’opera lunga tutti i circa 300 metri che rappresenta, sui fondali ocra della, pietra scene di caccia e di vita comune, soggetti animali (soprattutto bisonti, fondamentali all’epoca) ritratti in forti contorni neri di manganese e colorati con pigmenti in ocra, in carbone o in ematite.

La strada per le grotte di Altamira

Se tutto ciò vi affascina, l’unica cosa che rimane da fare è prenotare il viaggio e seguire alcune di queste semplici indicazioni.

Buon viaggio!

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