È tra i luoghi più fotografati della cittadina di Arles, in Provenza, il Cafè Van Gogh o Cafè la Nuit nella Place de Forum, nel pieno centro storico. Questo locale è il soggetto di uno dei dipinti più celebri di Vincent van Gogh. L’artista visse ad Arles verso la fine del 1800 ed era solito frequentare i bar della città. Una sera di settembre, Van Gogh decise di ritrarre l’esterno del Cafè. Oggi i turisti amano scattarsi selfie davanti al bar- ristorante, che poco è cambiato da allora, divenuto soggetto di cartoline e locandine riguardanti gli itinerari sulle tracce di Van Gogh che vengono organizzati tra Aix-en-Provence e Arles
Terrasse du café le soir (Terrazza del caffè la sera) o Terrasse de café sur la place du Forum è il titolo originale del dipinto che il pittore olandese Vincent Van Gogh realizzò ad Arles nel settembre del 1888. Allora il locale si chiamava “Terrasse”, nel quartiere della Citè. Per ammirare il quadro bisogna recarsi al Museo Kröller-Müller di Otterlo, nei Paesi Bassi. Ma spesso viene prestato per allestire mostre temporanee in tutto il mondo
Giverny si trova in Normandia, sulla riva destra della Senna, ed è conosciuta nel mondo grazie ai quadri di Claude Monet, che visse in questo piccolo centro dal 1883 fino alla morte (1926). La presenza del pittore attirò à Giverny numerosi artisti di diverse nazionalità che contribuirono a fare di questo sito un luogo particolarmente significativo. Oggi ospita la Fondation Monet e, con l'apertura del Museo degli Impressionisti, è diventato uno dei luoghi più amati dai visitatori che amano aggirarsi nel giardino che è stato il soggetto di tantissimi dipinti di Monet. Ci si arriva anche lungo una delle piste ciclabili più belle di Francia
Pont Japonais è il titolo di questa celebre opera dipinta da Monet, ispiratosi al giardino in stile giapponese di Giverny, dove il pittore coltivava diverse piante esotiche che decoravano un ponticello di legno. Lo dipingeva in varie ore del giorno (di Giverny ci sono tantissimi dipinti) per vedere come cambiava la luce del sole. Questo dipinto trasmette una sensazione di calma e di tranquillità
La zona del Montefeltro, nelle Marche, al confine con l’Emilia Romagna, che comprende il territorio tra Pesaro e Urbino è famosa per gli scenari naturali di grande bellezza e fascino, tanto da essere stata definita ‘la valle più bella d’Italia’. Un tempo ne facevano parte anche la Toscana e parte della Repubblica di San Marino. Ed è proprio il Montefeltro ad aver ispirato le opere di celebri pittori del Rinascimento come Leonardo da Vinci. Secondo gli esperti lo sfondo dietro il celebre ritratto della Gioconda sarebbe quello tra i picchi e le rupi calcaree della Valmarecchia e le dolci colline della valle del Metauro
La Gioconda (o Monna Lisa) è il quadro più famoso del mondo. Si trova al Museo del Louvre di Parigi e i turisti fanno la fila solo per ammirarlo. Si tratta di un’opera iconica ed enigmatica, il cui sorriso, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di critica, letteratura, opere di immaginazione e persino studi psicoanalitici. Oltre ai dubbi sul soggetto del dipinto, gli studiosi si sono sempre chiesti dove fosse ambientato
Delft, in Olanda, è detta 'la piccola Amsterdam' ed è una cittadina davvero deliziosa, con canali, piste ciclabili e case affacciate sull'acqua, a un'ora di treno da Amsterdam. È anche la città del pittore Johannes Vermeer, che è sepolto nella Oude Kerk, la vecchia chiesa. Vermeer è l'autore del celere dipinto ‘Ragazza col turbante’ (meglio conosciuto come ‘Ragazza con l’orecchino di perla’, da cui sono stati tratti un libro e un film). Ma a Delft il dipinto più celebre si chiama ‘Stradina di Delft’ e da secoli gli esperti cercano di capire di quale stradina si tratti, dato che la città è cambiata moltissimo, anche a causa di un grande incendio che scoppiò nel 1654 e che la distrusse in gran parte. Secondo una recente teoria, la stradina è oggi è Vlamingstraat tra i numeri 40 e 42, riconoscibile da due ingressi affiancati: è l’unica casa di Delft a essere fatta ancora oggi in questo modo. Inoltre, casualmente, una delle due abitazioni apparteneva proprio alla zia di Vermeer
La Stradina di Delft raffigura un frammento di vita nella cittadina olandese di Delft. Conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam, più che la rappresentazione dell'architettura cittadina, a Vermeer, soprannominato il "pittore del silenzio", interessava immortalare la tranquilla quotidianità di un giorno qualunque
Le vieux pont sur la Nervia à Dolceacqua è uno dei dipinti realizzati da Monet che visitò il borgo per ben due volte e definì il ponte medievale un ‘gioiello di leggerezza’, un capolavoro di armonia e di eleganza di forme. Monet fece la sua prima visita sulla Riviera ligure alla fine del 1883 in compagnia di Auguste Renoir e ci restò per 15 giorni. Fu talmente colpito dal fascino dei luoghi che, appena rientrato a Giverny, manifestò il desiderio di ritornarci. Infatti, a gennaio del 1884, Monet tornò di nuovo a Bordighera. Durante questo suo nuovo viaggio vagabondò per la Riviera spingendosi fino nell'entroterra della Val Nervia, a Dolceacqua, dove dipinse il ponte e il castello
Appena fuori Arles, in Provenza, si trova il Pont de Réginelle (o Réginal), meglio conosciuto come Pont de Langlois o addirittura Pont Van-Gogh, dal nome di una serie di celebri dipinti realizzati dall’artista olandese durante il suo soggiorno in Provenza tra il 1888 e l’89. Attraversa il canale Arles–Bouc e lungo il corso d’acqua se ne contano altri dieci identici a questo. I ponti girevoi furono costruiti da un ingegnere olandese tra il 1820 e il 1830 e ricordavano all’artista il suo Paese. ‘Langlois’ era il nome dell’uomo che si occupava di manovrare i ponti. Purtroppo, nel 1944 tutti i ponti furono distrutti dalle truppe tedesche, tranne uno che solo nel 1959 fu smontato e rimontato ad Arles, sempre sul canale ma a qualche chilometro di distanza dall’originale dipinto da van Gogh, con un paesaggio molto simile a quello ritratto
Il ponte di Langlois fa parte di una serie di dipinti di van Gogh, realizzati nel 1888 e conservati presso diversi musei. Questo quadro può essere ammirato al Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo, nei Paesi Bassi, ma ce ne sono altri simili al Museo Wallraf-Richartz di Colonia, al Museo Van-Gogh di Amsterdam e persino in alcune collezioni private. Li dipinse tutti durante il suo soggiorno ad Arles, in Provenza, dove si recò in quegli anni insieme all’amico Paul Gauguin alla ricerca di un'ambientazione meno frenetica rispetto a quella parigina. Aveva infatti detto: “Ho intenzione una volta o l'altra, appena posso, di andarmene nel Sud, dove c'è ancora più colore e ancora più sole”. Ci restò un paio di anni, ma furono intensi (è qui che si tagliò l’orecchio) e molto produttivi
Il Moulin de la Galette è un locale che esiste ancora a Parigi e che si trova all’ 83 di Rue Lepic, nel quartiere di Montmartre (XVIII Arrondissement). È diventato famoso per essere stato immortalato nei dipinti di van Gogh, di Pissarro e, il più celebre, di Renoir. Si tratta di un mulino, nel cui giardino da secoli è stato aperto un locale che era molto frequentato dai parigini la domenica pomeriggio. Un tempo i proprietari, la famiglia Debray, produceva un particolare pane nero chiamato ‘galette’ (da cui il nome del mulino). Anche oggi, benché sia passato attraverso diverse proprietà private, ospita un bistrot chiamato sempre Le Moulin de la Galette, con menu à la carte o, più turistici, a prezzo fisso
Questo celebre dipinto di Renoir lo si può ammirare al Musée d'Orsay di Parigi, nominato da TripAdvisor il migliore museo del mondo 2018. È una delle opere Impressioniste più famose. Rappresenta una tipica domenica pomeriggio trascorsa al Moulin de la Galette, nel quartiere parigino di Montmartre alla fine del XIX secolo quando gli operai indossavano l’abito buono per andare a divertirsi ballando, bevendo e mangiando ‘galette’, dei dolci rotondi di origine bretone ma diffusi in tutta la Francia. Di questo quadro ne esiste anche una versione più piccola. Il Moulin de la Galette è stato dipinto anche da van Gogh e da Pissarro
Toledo è la città principale della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia, una regione della Spagna che forse ricorderà a qualcuno l’opera dello scrittore Miguel de Cervantes Saavedra, Don Chisciotte della Mancia, ma che è stata ritratta anche nei dipinti di El Greco. La città ha sulle spalle più di 2.000 anni di storia e ancora oggi è una città ricca di fascino. Nel 1986 il centro storico di Toledo è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco grazie anche a una delle caratteristiche che la rendono unica: la coesistenza nello stesso territorio delle tre grandi religioni: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, che hanno creato una cultura eterogenea unica al mondo. La città ha innumerevoli siti di interesse: edifici religiosi tra cui conventi, chiese (la più bella è l’Iglesia Santiago del Arrabal) e santuari (Ermita del Cristo de la Luz), palazzi storici (Alcázar), ponti e torri
Questo dipinto rappresenta una delle due vedute della città di Toledo, in Spagna, realizzate da El Greco giunte fino a noi. Si trova al Metropolitan Museum of Art di New York. A sinistra si riconosce il Castello di San Servando, sotto sono raffigurati altri edifici (forse inventati del pittore). Sulla destra si vede il palazzo dell'Alcazar e la cattedrale con il suo campanile, al centro scorre il fiume Tago, attraversato dal ponte dell'Alcantara. El Greco era il nome d’arte di Domínikos Theotokópoulos e la sua origine era greca. È stato pittore, scultore e architetto e ha vissuto in Italia e in Spagna. A Toledo ha vissuto dal 1577 al 1614 quando è morto. A quell'epoca Toledo era la capitale religiosa della Spagna e qui dipinse innumerevoli opere