A oltre 1.300 metri sul livello del mare, sorta in una valle ai piedi del monte Bogd Han uul, nella parte centro-settentrionale del paese, sorge Ulan Bator, la capitale mongola. Ancora poco conosciuta e fuori dai circuiti del turismo di massa, che sempre più invadono le più grandi capitali asiatiche, la città offre tantissime opportunità per chi ha voglia di conoscerla.
Se amate l’Asia, quindi, ma volete stare lontani dalle località più gettonate e turistiche, Ulan Bator è proprio quello che fa per voi. Potrete facilmente raggiungerla in aereo, perché il suo aeroporto “Gengis Khan” è ben collegato con le maggiori località dell’Asia, come Mosca, Seul, Pechino e Tokyo, e con Berlino. Se poi vorrete spostarvi fuori città, però, organizzatevi con i locali: le strade per lo più non asfaltate spesso non sono nemmeno segnalate.
Se invece la Mongolia è per voi una tappa di un lungo itinerario attraverso l’Asia , perché non arrivare nella capitale mongola in treno? La capitale è infatti nodo importantissimo della ferrovia Transmongolica. Costruita nel 1940, la linea ferroviaria collega la Russia, e precisamente la città di Ulan Udè, con la Cina, Pechino, passando per la Mongolia. Naushki è il punto di confine con la Russia e Erenhot è quello con la Cina. A Ulan Udè, la linea si unisce alla più famosa Transiberiana, che da San Pietroburgo arriva fino Vladivostok, nell’estremo oriente russo.
Con quasi un milione e mezzo di abitanti, nella capitale mongola vive circa la metà degli abitanti dell’intero paese. Sembra assurdo ma è proprio così. La Mongolia è infatti lo stato con la densità di popolazione più bassa del mondo: circa il 30 per cento dei suoi abitanti è nomade o seminomade e vive spostandosi nelle vaste steppe del paese, allevando capre, pecore e cavalli, il resto della popolazione vive per la maggior parte nella Ulan Bator .
Qui i grattacieli moderni di nuova costruzione convivono con le yurte, le abitazioni tradizionali della Mongolia, caratterizzando quella che molti definiscono la capitale più brutta del mondo. Ma non lasciatevi influenzare da questa definizione, in realtà non molto azzeccata, perché il centro della città è ricca di meravigliose architetture, monumenti e musei che vi lasceranno a bocca aperta.
Piazza Chinggis Khaan (o Gengis Khan)
Il centro geografico nonché vero cuore di Ulan Bator è piazza Chinggis Khaan (o Gengis Khan). Qui potrete ammirare alcune tra le più interessanti attrazioni della capitale. Al centro della piazza la grande statua a cavallo di Damdinii Sükhbaatar, eroe della rivoluzione mongola, e proprio davanti, tra altre due statue dei due guerrieri Ögedei e Kublai, il Palazzo del Governo. Passeggiando nei dintorni, poi, fermatevi ad ammirare il Palazzo della Cultura, la Central Tower, con i suoi negozi all’ultima moda, e la Borsa Valori della Mongolia.
Palazzo d’Inverno del Bogd Khan
Pochi chilometri a sud della piazza, fatevi stupire dal meraviglioso Palazzo d’Inverno del Bogd Khan, residenza dell’ultimo sovrano mongolo Jebtzun Damba Hutagt VII. All’interno della bellissima struttura sono custoditi gli arredi originali e un’intera sala dedicata ad animali imbalsamati, che erano parte dello zoo personale di Bogd Khan, amante della fauna rara. Non perdetevi poi la visita ai sei bellissimi templi che circondano il Palazzo, dove sono esposte opere d’arte buddhista, preziose sculture e antichi thangka.
Monastero di Gandan
Impossibile andar via da Ulan Bator senza aver visitato il Monastero di Gandan, che all’inizio dell’XIX secolo era una vera e propria città nella città, con 50 mila abitanti e un centinaio di templi, la maggior parte dei quali distrutti dalle purghe staliniane del 1937 che colpirono anche la capitale della Mongolia. Il Monastero ospita oggi circa 600 monaci e le sue maggiori attrazioni sono il Tempio di Ochidara, con decine di ruote di preghiera, e l’edificio bianco del Migjid Janraisig Sum.
Gli interni del Migjid Janraisig Sum vi rimarranno negli occhi e nel cuore. La statua dorata del Buddha della Misericordia alta ben 26 metri e realizzata in rame e ricoperta d’oro è assolutamente stupefacente. Tutt’intorno poi, in un’atmosfera resa quasi surreale dal forte odore d’incenso e dalle fiammelle tremolanti delle candele di burro di yak, centinaia di figure di Ayush, tonnellate di erbe medicinali, rotoli di mantra e addirittura una gher con tanto di arredi.